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Allarme tagli al trasporto pubblico di Foggia e Capitanata, ma Provincia e Comuni tacciono

Nessuno che dica una parola sulla mano pesante che sta arrivando dalla Regione Puglia. I sindacati lanciano l’allarme a vuoto. Richiesta urgente di incontro al presidente della Provincia Nicola Gatta

Una mannaia pesantissima si sta abbattendo sulla Capitanata e sulla città di Foggia, nel silenzio della politica cittadina, presa com’è dalla sua campagna elettorale, della Provincia di Foggia a guida Gatta e dei sindaci del territorio.

Nessuno che dica una parola sulla mano pesante che sta arrivando dalla Regione Puglia per ciò che concerne il TPL, ovvero il Trasporto pubblico locale.

I sindacati lanciano l’allarme a vuoto. L’ultima richiesta di incontro urgente al presidente della Provincia Nicola Gatta è a firma Faisa Cisal e risale a ieri, 15 aprile. “Gent.mo Presidente – si legge-, il giorno 13 marzo ultimo scorso, con nota prot.38/2019, questa Segreteria le ha chiesto un incontro per conoscere l’avanzamento della corrente pianificazione del TPL, in vista delle imminenti gare d’appalto.

La cosa è divenuta estremamente urgente ed improrogabile poiché gli elaboratori consegnati dall’Assessore regionale ai Trasporti nel corso delle recenti riunioni prodromiche alla prescritta Conferenza dei Servizi per la determinazione dei Servizi Minimi sollevano non poche perplessità ed inquietudine, tutte derivanti dal pesante taglio chilometrico proposto di ben 1'811’295 km/bus (in meno)” per l’Ato di Foggia.

“La conferma di questo assurdo taglio potrebbe comportare notevoli ripercussioni – avverte il sindacato-, tutte di facile deduzione. In attesa di urgente riscontro”.  Le conseguenze saranno, ovviamente, in termini di servizio pubblico e occupazionali.

L’auspicio è che Gatta prenda seriamente in considerazione il problema, prima che sia troppo tardi. Anche perché la Capitanata risulta essere quella che rischia la mannaia più pesante in termini di Servizi Minimi, mentre nessun taglio (anzi, aumenti in vista) per le province di Lecce e Bari.

A pagare un prezzo salato sarà anche l’Ataf di Foggia, che giù si barcamena in acque agitate. L’appello è ad amministrazione e politica, a che trovino il tempo di attenzionare la questione prima che vi sia il sigillo definitivo.  

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