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Economia

Stipendi dei dipendenti comunali a rischio? Lisi: “Quelli di Foggia no”

Foggia esposta al crack finanziario, alle prese con un draconiano piano di rientro imposto dalla Corte dei Conti che ha obbligato l'amministrazione a recuperare 45milioni di euro entro il 31 dicembre

"Gli stipendi del Comune di Foggia non sono a rischio. Stiamo liquidando quelli di luglio, pagheremo anche quelli di agosto e dei mesi a venire". Ad assicurarlo a Foggiatoday è l'assessore al Bilancio del capoluogo dauno, Rocco Lisi, che bolla come mera “provocazione” (anche se “giusta”) l’allarme lanciato qualche giorno fa dal vicepresidente dell’Anci, Alessandro Cattaneo, secondo il quale il combinato disposto tagli-minori entrate IMU metterebbe a rischio nei comuni la liquidazione delle mensilità dei dipendenti.

Gli enti locali attendono ancora di capire la portata della spending review e come la nuova manovra di revisione della spesa impatterà sulle casse comunali. Nel capoluogo dauno il rischio di dover fare dolorosamente i conti con un'ulteriore robusta sforbiciata da 2,5-2,7 milioni di euro - dopo i 25 milioni tagliati in tre anni ai trasferimenti ministeriali - c'è tutto. 

Foggia peraltro è ancor oggi pericolosamente esposta al crack finanziario, alle prese con un draconiano piano di rientro imposto  dalla Corte dei Conti che ha obbligato l'amministrazione a recuperare qualcosa come 45milioni di euro entro il 31 dicembre di quest'anno.

Ed anche qui, la volata a Roma qualche giorno fa del sindaco Mongelli (seppur dimissionario) è servita a portare sul tavolo del Ministero degli Interni la situazione foggiana - finanziariamente non peggiore delle altre ma da un punto di vista sociale potenzialmente esplosiva - per capire se ci sono margini di allentamento della morsa che stringe oggi, rischiando di soffocarli, almeno il 25% dei comuni italiani, giudicati formalmente in pre-dissesto.

Nella stessa giornata un incontro col parlamentare Pd e consulente finanziario del capoluogo dauno, Francesco Boccia, è servita ad incassare la promessa che si tenterà di giocare la carta di un ordine del giorno alla spending review che dia la possibilità ai comuni di spalmare le debitorie su più anni, restituendo loro ossigeno.

Ma seppur pericolosamente esposta al crack finanziario, con il conto consuntivo 2011 che viaggia verso la bocciatura, unanime, da parte del collegio dei revisori (in bilancio sarebbero state iscritte entrate pari a 10 milioni  di euro legate ad alienazioni di beni comunali non ancora concluse) e un previsionale al cui appello mancano quasi 4 milioni di euro (il che obbligherà quasi certamente ad un inasprimento della pressione fiscale, a partire dall’Imu, tanto sulla prima che sulla seconda casa), il titolare del bilancio di Corso Garibaldi non ha dubbi e garantisce: i 37 milioni di euro necessari a pagare gli stipendi dei 950 dipendenti comunali sono stati regolarmente iscritti in bilancio.

"Nessun rischio, si tratta di un capitolo vincolato" ci tiene a ricordare Lisi, che per i cittadini foggiani ha parole di elogio perchè, seppur costantemente bastonati sul fronte fiscale (e politico), alla fine "i compiti a casa" li fanno: il gettito previsto con la prima tranche dell'Imu a Foggia è stato regolarmente incassato: 13 milioni di euro, come nelle previsioni. In totale in cassa dovranno arrivarne 26.

Certo, un eventuale ulteriore inasprimento fiscale, obbligatorio - fa sapere Lisi - per chiudere il bilancio di previsione, rischia di esacerbare animi già surriscaldati in una città che riesce a malapena a garantire i servizi minimi essenziali, andando a minare l'immagine di una classe dirigente e politica già fortemente deficitaria sul fronte della credibilità e della fiducia.

Il vertice di maggioranza atteso tra oggi e domani servirà anche a questo: a capire quale forza politica se la sente di accollarsi sul groppone la responsabilità di misure altamente impopolari. Il sindaco Mongelli ha fatto ben intendere che non ci sta più a passare per il tagliatore di teste di turno, la responsabilità dovrà essere questa volta largamente condivisa.

"Oneri ed onori per tutti" o tutti a casa. Anche da questo dipenderà la decisione finale del primo cittadino, se confermare le dimissioni o rientrare alla casa comunale.

 

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