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Economia San Severo

Lavoratori in appalto, tra precarietà e "atti discriminatori": disagi al Comune di San Severo

Il disappunto della FP CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL per la posizione lavorativa e le condizioni in cui operano 18 unità ex LSU

Nonostante gli incontri tra sindacati, esponenti politici e dirigenti del Comune di San Severo, svolti tra il 2014 e il 2015 per tutelare i lavoratori impegnati nei servizi tecnico-amministrativi esternalizzati a favore dell'ente e nonostante l'affido temporaneo al Consorzio Libero di una parte di tali servizi, i disagi restano.

E’ il disappunto delle tre sigle sindacali di comparto di CGIL, CISL e UIL territoriali – che riportano all’attenzione dell’Amministrazione comunale di San Severo lo stress psicologico in cui versano 18 unità ex LSU, al servizio per attività di supporto a favore dell’Ente e per le quali le condizioni dal punto di vista dei riconoscimenti retributivi non sono migliorate a seguito di riduzione dell’orario di lavoro. Unità lavorative che si ritrovano a vivere una condizione di precarietà che incide in maniera negativa sulle scelte economiche e la situazione familiare.

Sottolineano i sindacalisti Ricucci, Piacquaddio e Dota: "Le lavoratrici sono entrate a lavorare giovanissime con grandi aspettative di crescita e di stabilità economica, venute meno con i tagli che l’Ente ha applicato, pur consapevole della indispensabilità di tali figure in quanto il Comune di San Severo è sottorganico di personale alle dirette dipendenze di circa 200 unità rispetto al reale fabbisogno calibrato per la popolazione sansevrese censita, che ad oggi si aggira a circa 60mila abitanti".

Proseguono: "Un dato confermato dal fatto che nel corso dell’ultimo decennio, all’interno di questi appalti per servizi tecnici-amministrativi, è stata introdotta altra forza lavoro che ad oggi conta all’incirca 50 unità dislocate nei diversi uffici dell’Ente tra anagrafe, museo, servizi culturali, servizi tributi etc etc"

Ancora i tre sindacalisti: "Una situazione che non può ulteriormente procrastinarsi senza che ci sia una soluzione definitiva alla vertenza e a seguito del mandato conferito dalle lavoratrici alle tre sigle sindacali di CGIL-CISL-UIL in occasione dell'assemblea del 22 giugno scorso. A gran voce ed unanimemente, è stato chiesto che i posti di lavoro non solo devono essere preservati allontanando definitivamente lo spauracchio della precarietà ma anche aumentare i parametri contrattuali orari per poter percepire uno stipendio che sia degno di tale nome".

Il sindacato unitario, nel corso di tutti gli incontri effettuati con l’assessore alle Politiche Sociali, vicesindaco, altri assessori e consiglieri, nonché alla presenza di dirigenti dei vari comparti dell’area del Personale e Finanziario e del segretario generale comunale, ha sempre proposto una possibilità di utilizzare le lavoratrici con formule occupazionali diverse rispetto agli appalti, che tenesse conto delle esigenze dell’Ente – bisognoso di personale in quanto sottorganico – e di quello delle lavoratrici e lavoratori rappresentati.

Allo stato attuale, non solo le lavoratrici ed i lavoratori non risultano essere collocati secondo le aspettative, ma si sono registrati atti discriminatori. Per alcuni di essi i bandi di gara sono stati già preparati, per altri invece non ancora.

Il sindacato vigilerà se almeno in questo spacchettamento operato per i servizi esternalizzati a favore dell’Ente sarà rispettato quanto meno lo stesso trattamento per i lavoratori circa i diritti acquisiti e che non si crei ulteriore malcontento tra gli stessi, facendoli sentire alcuni di serie privilegiata ed altri meno.

Per tale motivizione, FP-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL sono stati costretti a dichiarare lo stato di agitazione con eventuali ulteriori azioni a tutela e a difesa delle proprie rappresentate, sin quando l’Ente non dimostrerà concretamente di voler dar seguito alla risoluzione delle rivendicazioni sollevate.

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