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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Sciopero lavoratori edili 3 marzo 2012 Roma

In piazza per costruire il futuro, i lavoratori edili di Capitanata alla manifestazione nazionale a Roma. “In provincia di Foggia persi 4.500 posti di lavoro in tre anni”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

lavori edili-2“In piazza per costruire il futuro” è il titolo della manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 3 marzo 2012, promossa da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, a cui parteciperà una folta delegazione di lavoratori edili della provincia di Foggia, guidata dai Segretari Generali Territoriali, Pasqualino Festa, Urbano Falcone, Vitantonio Pasqualicchio. I lavoratori delle costruzioni scendono in piazza per il futuro del lavoro, della Capitanata e del Paese.

“Dal 2008 al 2011 abbiamo vissuto tre anni e mezzo di crisi profonda del comparto costruzioni, registrando – evidenziano i sindacati - 4.500 posti di lavoro in meno in Capitanata, 20.000 in Puglia e 300.000 in Italia; il 30% in meno di investimenti in opere pubbliche ed edilizia privata ferma; la crescita di irregolarità ed illegalità: lavoro nero, caporalato, partite iva, elusione ed evasione contributiva e fiscale; infiltrazioni delle economie criminali nel sistema degli appalti; zero risposte per far ripartire i cantieri”.

La partenza dei pullman da Foggia è prevista alle ore 24 del 2 marzo dalla Villa Comunale. Il concentramento dei manifestanti a Roma è previsto per le ore 9 in piazza Bocca della Verità. Poi ci sarà un corteo fino al Colosseo, dove alle 10,30 inizieranno gli interventi dal palco.

Interverranno anche i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. In occasione della mobilitazione le tre sigle presenteranno ufficialmente una piattaforma nella quale si denuncia l’assenza di provvedimenti adeguati a contrastare la crisi nel settore delle costruzioni, che ha perso oltre 300mila occupati, e si elencano una serie di proposte utili per la filiera (non solo edilizia ma anche legno/arredamento, cemento, lapidei e laterizi), proposte che si inseriscono nell’azione già portata avanti da Cgil, Cisl e Uil.

Di seguito la sintesi delle principali proposte contenute nella piattaforma unitaria.

Equità e giustizia sociale: 1) Rivedere le normative su pensioni di anzianità e in materia di lavori pesanti e usuranti. Garantire l’effettiva esigibilità della previdenza integrativa anche rendendone più favorevole il trattamento fiscale. 2) Ammortizzatori sociali: estendere le tutele ai lavoratori dell’edilizia, fortemente penalizzati, parificandone i costi con gli altri settori industriali.

Regolarità e legalità: 1) Rigida applicazione delle procedure di contrasto dell’infiltrazione criminale nel settore a partire dalle grandi opere. Superare la prassi di affidamento dei lavori attraverso gli appalti al massimo ribasso. 2) Obbligo di adozione del Durc per congruità anche per i lavori privati. 3) Qualità delle imprese: attuazione della Patente a punti, prevista dal D/L.vo 81. 4) Combattere il ricorso al lavoro autonomo con la parificazione della contribuzione con quello dipendente. 5) Inasprire ulteriormente le sanzioni contro il caporalato con norme sull’immigrazione che superino l’attuale normativa.

Bisogni del Paese: 1) Rendere immediatamente disponibili i fondi stanziati con le delibera Cipe dello scorso 6 dicembre e di ieri. Agevolare il ricorso alla finanza privata sia per la realizzazione di opere pubbliche, sia per l’avvio di un piano di housing sociale. 2) Definire un piano straordinario per il Mezzogiorno con l’individuazione di opere di valenza interregionale nei settori del trasporto ferroviario e del riassetto del territorio. 3) Destinare ai comuni una quota maggiore dell’Imu, finalizzata ad uno sblocco selettivo del Patto di stabilità interno per opere finalizzate a: difesa del territorio, rischio idrogeologico e sismico, recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, piani di recupero urbano e di valorizzazione dei beni culturali. 4) Rafforzare gli incentivi destinati alla riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico. Avviare una politica di “rottamazione programmata e generalizzata degli edifici”. 5) Definire politiche idonee a supportare l’intera filiera delle costruzioni (edilizia, legno, laterizi, cemento, lapidei) dando risposta alle tante crisi aperte anche attraverso il sostegno alle politiche di innovazione nella direzione della green economy.

 

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