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Economia Lucera

I nasi elettronici "fiutano" la puzza di Lucera. Ma non è solo della Bioecoagrim

Stefano Montagano diffonde i risultati dell'indagine condotta dalla società Pca Technologies di Milano: "In 74 giorni, rilevati solo 13 episodi di esalazioni attribuibili all’80% alla Bioecoagrim, e per non più di 10 minuti”

“Caso Puzza”, a Lucera: ennesima puntata. Sono stati diffusi, infatti, i risultati della società Pca Technologies. “E per l'ennesima volta (a spese dei contribuenti) è stata “scomodata” la società di Milano per installare "il naso elettronico", che ha permesso al sindaco di Lucera di scoprire l’acqua calda”, spiega Stefano Montagano, della società di Lucera.

“Già quattro anni fa la P.C.A. ha tracciato, più o meno, lo stesso percorso di osservazione e ha dato, allora come oggi, opportuna comunicazione, affinché la cittadinanza di Lucera fosse resa edotta dei risultati. Oggi, come allora, è stato riconfermato che esistono diverse “puzze” su Lucera, di cui una riconducibile alla Bioecoagrim, E sono tutte, fortunatamente, innocue alla salute. Nell'arco di 74 giorni, il monitoraggio ha rilevato solo 13 episodi di esalazioni attribuibile all’80% alla Bioecoagrim e, cosa ancora più importante, le esalazioni rilevate hanno una durata di non più di 10 minuti ciascuno”.

Dispersioni che, per la distanza dell’impianto dal centro abitato, hanno una valenza di impatto ambientale oggettivamente trascurabile, come relazionato dalla PCA. “E’ un caso, tuttavia, che anche questa volta i rilievi sono stati effettuati a "metà", nonostante la consapevolezza di affrontare una spesa così importante?”, si chiede Montagano. “Sono rimaste, infatti, fuori dall’indagine altre tre fonti di odori, ovvero: due impianti che trattano gli stessi codici CER della Bioecoagrim (la discarica in contrada Cruste, l’impianto di compostaggio,  posto sulla SS16 e, infine, l'impianto di biomassa posto tra Foggia e Lucera)”.

“Il problema della puzza – sostiene Montagano - resterà irrisolto, e per chissà quanto ancora; sindaco,  non sarebbe più logico concedere Subito le autorizzazioni all’azienda di compostaggio per convertire l’impianto in ambiente anaerobico ed eliminare almeno una delle “puzze” tanto odiate? La Bioecoagrim da oltre tre anni chiede di essere autorizzata alla eliminazione delle emissioni odorifere, quelle proprie, quelle di produzione del compost. Ma il sindaco di Lucera, nonché delegato all’ambiente, continua negare le autorizzazioni per la riconversione, e a negare, così, la "vivibilità" sul territorio, ammesso (e non concesso) che le "puzze" siano "solo" (ma non solo) della BioEcoagrim”.

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