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Economia

Parcometri Ataf, la Protect precisa: "Ritardi dovuti alla gestione del ciclo delle monete"

A FoggiaToday la versione dell'avvocato Vincenzo Gandolfi, amministratore unico della Protect Srl, la ditta che svolge il servizio di svuotamento dei parcometri

Dopo le rivelazioni di Foggiatoday circa un buco da oltre mezzo milione di euro nelle casse di Ataf a causa della mancata corresponsione dei proventi della sosta tariffata, parla la Protect, la ditta che dal 2016 svolge il servizio di svuotamento dei parcometri, con conteggio ed imballaggio delle monete e conseguente versamento del denaro sul conto dell'azienda di trasporto foggiana.

In una lettera al direttore, l'avvocato Vincenzo Gandolfi, amministratore unico della srl, conferma anzitutto quanto notiziato dalla nostra testata, (la mancata corresponsione del denaro ad Ataf); quindi fornisce un primo chiarimento (i successivi li chiederemo ad Ataf, che, sul punto, ancora tace, così come tace ancora il socio unico, ossia il Comune di Foggia). 

Parcometri: le precisazioni della Protect

“Così come ho più volte rappresentato nel corso degli anni a tutti i vertici Ataf e non – scrive Gandolfi -, la Società Protect ha fatto sempre di tutto per far sì che la nostra attività sia quanto più precisa, puntuale ed efficiente. Questo, ovviamente, lo possiamo garantire per una attività di nostra stretta diretta competenza come quella del prelievo, ritiro e contestuale deposito presso il nostro caveau delle monete ritirate. Questa però è solo la prima fase” spiega. 

Rispetto alla fase successiva, “come i vertici Ataf sanno benissimo – precisa sempre Gandolfi -, siamo tutti spettatori inermi dei tempi della Banca d'Italia di Bari, che è l’unica per tutto il meridione, isole comprese, deputata al ritiro e al successivo smaltimento delle monete metalliche. Da ormai un bel po' di tempo sembrerebbe che la stessa non riesca più a gestire il flusso di monete che arriva da tutto il centro-sud Italia, con una dilatazione enorme dei tempi per la successiva fase di trasporto, ritiro, rendicontazione, deposito, e successivo trasferimento delle somme rendicontate. Se a questo poi si unisce la ulteriore dilatazione dei tempi nei periodi estivi e natalizi si può ben capire come un ritardo di 8/9/10 settimane, con un ritiro settimanale importante dai parcometri, porti inesorabilmente a cifre importanti”. 

“Tra l’altro, ci siamo già impegnati con l’azienda con da accordi da sottoscriversi nei prossimi giorni, con un piano di rientro che consenta di azzerare i tempi ed il dovuto entro e non oltre la fine del contratto di appalto. (Gara d’appalto a cui non vorrò più partecipare viste le problematiche). Ad onor del vero mi corre l’obbligo anche di comunicare che proprio per andare incontro a tutte le difficoltà che nel corso del tempo si sono manifestate, ho consentito alla società Ataf spa di non pagarci direttamente le fatture per la nostra attività, ma con cadenza semestrale e annuale di portarle a compensazione sul dovuto. Più di quanto la mia società ha fatto e fa davvero non può fare”. 

Questo quanto spiega Protect. La colpa, insomma, sarebbe della Banca d'Italia. Sarebbe l'ingolfamento dell'Istituto di credito ad aver fatto accumulare il debito. A scandagliare ulteriormente la notizia, la somma pare crescere rispetto alla cifra notiziata in prima battuta. E aumenta, di conseguenza e proporzionalmente, anche quel lasso di tempo di 10 settimane a cui fa riferimento la nota di Gandolfi. Quasi 700mila euro rispetto ad un contratto che prevede un versamento nei giro di 72 ore. 

Ataf ha assunto nel tempo provvedimenti? Il socio unico conosce la faccenda? Quali le azioni di recupero? Pare un tentativo di transazione sia stato già provato nei mesi scorsi dal cda, presidente Raffaele Ferrantino ancora. Che esito ha avuto? Non buono a leggere ciò che scrive Gandolfi. Attendiamo chiarimenti anche da parte dell'azienda.
  
 

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