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Marasco pensa al Salice come sentinella all’espansione della città consolidata

Augusto Marasco: “Al Salice annettiamo la stessa funzione che devono avere le borgate rurali e, cioè, essere le sentinelle all'espansione della città consolidata”

Sei piani, uno per ciascuno degli ambiti in cui ricadono terreni e fabbricati confiscati, oggi di proprietà comunale, ma che, con l’approvazione, avranno una piena legittimazione urbanistica. L’articolazione del programma di recupero del Salice è stata illustrata, venerdì scorso, dall’assessore alla Qualità e all’Assetto del Territorio, Augusto Marasco, e dal dirigente del Servizio Urbanistica, Paolo Affatato, nel corso di un’audizione davanti alla seconda commissione Territorio del Consiglio comunale.

Oltre al presidente, Raffaele Capocchiano (Gruppo consiliare Socialismo Dauno), erano presenti i consiglieri Giuseppe D'Urso (Partito Democratico), Alfredo Grassi (Indipendente), Eugenio Iorio (Unione di Centro), Michele Sisbarra (Sinistra Ecologia e Libertà) e Luigi Vinciguerra (Indipendente).

AUGUSTO MARASCO. “Al di là degli elementi giuridici, particolarmente importanti, considerando che stiamo impostando un’azione che incide sui diritti reali di centinaia di persone, resta un vasto programma di recupero urbanistico che introduce sistemi di connessione tra le varie aree, attraverso reti di servizi e viabilità per auto e ciclo pedonale e anche importanti interventi su preesistenze tratturali: insomma proviamo a trarre una lezione di nuovo governo del territorio dagli abusi risalenti a oltre trent’anni fa.

Come facemmo rilevare nella riunione della conferenza di copianificazione dello scorso nell’intera area sperimenteremo soluzioni del cosiddetto patto citta-campagna, soluzioni cioè che restituiscano qualità ambientale e paesaggistica a entrambi i territori, a quello urbano e a quello rurale.

Nel progetto che proponiamo puntiamo su elementi utili a contrastare lo spreco di suolo agricolo: al Salice annettiamo, infatti, la stessa funzione che devono avere le borgate rurali e, cioè, essere le sentinelle all'espansione della città consolidata. È un lavoro decisivo per mettere nelle condizioni la città e le sue istituzioni di definire la parte programmatica del PUG”-

Nello scenario prefigurato nel corso dell’audizione, una volta adottati i piani, dovrà essere costituito un apposito tavolo tecnico-politico per studiare modalità e oneri affinché i beni immobili tornino nel possesso delle persone a cui furono confiscati.

PAOLO AFFATATO. “È stato un lavoro lungo e molto complesso soprattutto considerando che, quella del Salice, è una delle questioni più rilevanti che il processo di elaborazione del Piano Urbanistico Generale ha dovuto e deve affrontare e risolvere”.

Non a caso, nello studio formalizzato nei materiali portati, il 9 luglio dell’anno scorso, in seno alla conferenza di copianificazione del PUG, a proposito del Salice si parla di area “rurbana”: “perimetrata nella fascia periurbana rurale, ma che si nutre di ambizioni residenziali, non produttive, cioè case non legate alla produzione nei campi”.

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