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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Grandi opere nel Foggiano, ci sono 636 milioni ma non c'è tempo da perdere. Belgioioso: "Gatta convochi subito cabina di regia"

Intervista all'ex dirigente della Provincia che invita l'attuale presidente a convocare con urgenza la cabina di regia. Troppi silenzi. Intanto buone nuove sul fronte Contratto istituzionale: a breve la firma

Regione matrigna, barricate ed invettive ma quando si tratta di salvaguardare gli interessi del territorio silenzio e ritardi sembrano una costante in Capitanata. Anche nei confronti di quelle opportunità e risorse già acquisite. Ogni volta c’è bisogno di suonare il campanello d’allarme ai rappresentanti territoriali per svegliarli dal torpore. 636 milioni di euro del Patto della Capitanata: a che punto siamo?

L’ipotesi del definanziamento del progetto del “treno tram” (50milioni di euro) non sta suscitando alcuna reazione negli enti, dalla Provincia alla Regione, agli enti di categoria. Foggiatoday lo scrisse qualche mese fa, qualche giorno fa a metterci il suo carico istituzionale da novanta è stato nientemeno che il vicepresidente del consiglio regionale, il manfredoniano Giandiego Gatta. Il risultato? Silenzio. La Capitanata sembra dormire. Almeno pubblicamente. Un’inerzia che preoccupa chi ai progetti di sviluppo del territorio foggiano ha lavorato a lungo, come l’ex dirigente Potito Belgioioso, soggetto attivo nell’Area Vasta Capitanata 2020 e responsabile Lavori Pubblici tanto alla Provincia quanto al Comune di Foggia. Chi più di lui, insomma, ha ben chiaro il contesto in cui si sta muovendo la Capitanata e le possibili implicazioni dovute a ritardi.

Oggi, da queste colonne, invita il presidente della Provincia, Nicola Gatta, a convocare con urgenza la cabina di regia insediata presso la Provincia di Foggia.

Belgioioso, cosa sta succedendo?

Vorrei capirlo. Se il vicepresidente verga una preoccupazione così grande, credo che il territorio debba allarmarsi. A mio parere c’è necessità che si interroghino subito gli interlocutori specifici per capire se esiste questo rischio. Dopo i sacrifici fatti per ottenere i finanziamenti, vederseli definanziare è grave.

Secondo la sua esperienza, anche sulla scorta di quella che era la robustezza del finanziamento originaria di cui necessitava il treno tram, c’è la possibilità che sia concreto questo rischio?

Sicuramente il progetto iniziale del treno tram, redatto nell’ambito della programmazione Area Vasta Capitanata 2020, non prevedeva solo 50 milioni di euro ma superava i 250 milioni di euro. Quindi di certo potrebbe esistere l’eventualità che le risorse non siano sufficienti, che è poi la ragione alla base dell’ipotesi di definanziamento.

In realtà Gatta dice di più: pare che la decisione sia già stata assunta da Regione Puglia e Ministero dei Trasporti.

Ufficialmente non lo so.

“A mio parere c’è necessità che si interroghino subito gli interlocutori specifici per capire se esiste questo rischio”. Fuori dal politichese?

La cabina di regia, che è il soggetto che ha determinato il finanziamento del Patto per la Puglia, deve essere subito convocata.  Il lavoro di monitoraggio e di interlocuzione con la Regione va ripreso. Dobbiamo esser chiari e decisi nel dire che eventuali definanziamenti non sono accettabili, men che meno lo spostamento di risorse a favore di altre province.

C’è anche questa eventualità?

Qualche precedente c’è a livello regionale. Peraltro, se consideriamo che stiamo parlando del Patto per la Puglia, e non di Foggia, nell’ambito di questo potrebbero esserci spostamenti di risorse. Non sarebbe strano. Anche per questo la cabina di regia deve farci capire se questi allarmi sono fondati e deve dire senza tentennamenti alla Regione: attenzione, i nostri progetti sono questi e si va avanti. Parliamo di tutti i provvedimenti Cipe, della strada a scorrimento veloce del Gargano, dell’orbitale di Foggia, della strada regionale n.1, dei distretti turistici, della piattaforma logistica…

A proposito, qui si sconta un’altra inerzia. Si è capito chi deve essere il soggetto attuatore? Asi pubblica o impresa privata?

E’ una domanda che giro con lei alla cabina di regia. Ce lo dovrebbero far capire loro.

Siamo in ritardo?

Sì, ma non solo la Capitanata, è un problema di un po’ tutte le province. Anche per questo c’è un provvedimento di proroga biennale del termine del 31 dicembre 2019. La cosa ci fa stare un po’ più tranquilli ma non possiamo dire: beh, c’è la proroga, dormiamo altri due anni.

Il presidente della Provincia Gatta, dopo lo sprint iniziale, ha allentato l’attenzione?

Ci ho parlato di recente.  Sui 30 milioni di euro per le strade si sta lavorando ma non ci sono solo queste. Spero che a breve convochi la cabina e, a questo punto, è giusto che inviti anche i nostri rappresentanti regionali. Per chiedere loro se corrispondono al vero questi allarmi. La nota di Gatta necessita di una reazione istituzionale.  

Possibile che ad ogni lustro si parli sempre degli stessi progetti e degli stessi ritardi?

Quello della progettazione  è un progetto atavico. Non è semplice progettare una strada da 3 milioni di euro. Oggi gli enti pubblici sono stati tutti depauperati del personale. Io avevo a disposizione 30 geometri. Oggi quella forza è ridotta a 5 unità. Il Comune di Foggia è senza personale. Affidare all’esterno è sempre più difficile per tutta una serie di norme.  L’amministrazione Pepe, ma anche quella precedente, furono lungimiranti perché destinarono una serie di risorse in bilancio ad un fondo di rotazione dedicato.

Lo ha fatto anche la Regione Puglia.

Ma ancora non c’è un decreto attuativo. Pertanto, non si capisce bene come poter accedere a quei 20 milioni di euro. Io stesso da presidente della Fiera provai a chiederne una parte, non c’è stata mai risposta.

Comunque ora si apre anche un’altra occasione, quella del Contratto di Sviluppo Istituzionale. A proposito, pare che la Capitanata sia stata già convocata per la firma a Roma.

Il CIS è certamente una grande occasione ma non dimentichiamo i soggetti che vi stanno lavorando, come Invitalia, che non erogano fondi a fondo perduto. Non ci illudiamo che basterà una firma per avere il giorno dopo i decreti di finanziamento. Se guardiamo al CIS di Taranto, si comprende bene come funzionerà: si tornerà ai patti territoriali, in cui bisognerà lavorare pancia a terra per individuare percorsi di finanziamento e, soprattutto, di cofinanziamento.

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