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Dopo il buco parcometri da 700mila euro, l'Ataf chiude il rapporto con la Protect

L’avvocato Giuseppina Moscatelli: "Era un servizio antieconomico anche per la Protect". Bruno Longo chiede di accertare le responsabilità di chi doveva controllare e non lo ha fatto. Si cerca un nuovo soggetto

Il rapporto con Protect è risolto. In maniera consensuale, si apprende. La srl continuerà ad espletare il servizio per Ataf di prelievo, contabilizzazione e accreditamento degli incassi dei parcometri fino ad individuazione della nuova impresa. La cui procedura è già stata avviata.

La notizia giunge dal verbale n.8 della riunione del consiglio di amministrazione del 7 giugno scorso  (presente l’intero cda, Torraco, Mongiello, Catalano, il collegio sindacale e il RUAC Piarullo) con cui l’azienda di trasporto foggiana ha deliberato l’affidamento diretto ad altro soggetto, da ricercare ora sul mercato. L’impresa è ardua ma va espletata con “celerità ed urgenza” si legge. Il valore dell’affidamento è di 29.500 euro oltre iva (e dunque rientra nei limiti previsti dall’art.36 comma 2lett. A del Dlgs 50/2016) e la durata sarà non superiore a 6 mesi, “con possibilità di proroga per il solo tempo necessario a nuovo affidamento”.

Dopo la rivelazione di Foggiatoday, dunque, sulla mancata corresponsione ad Ataf dei soldi dei parcometri, per un ammontare che a fine aprile ammontava a quasi 700mila euro (non si capisce con quale modalità di calcolo, in veirtà, se Ataf ha lasciato a tutt’oggi inevaso l’indirizzo del consiglio comunale sui sistemi di controllo), la Protect si avvia ad uscire di scena. Con una risoluzione consensuale, si legge. Dettaglio certamente non da poco. Ed un piano di rientro dal debito ancora da sottoscrivere.

Si legge nella deliberazione: “Premesso che, a seguito della risoluzione consensuale del contratto con la ditta (-) come da “Accordo di risoluzione contrattuale del rapporto con prosieguo fino a nomina nuova impresa” sottoscritto in data 6 giugno, si rende necessario garantire la continuità del servizio per mezzo di affidamento ad altro operatore economico con procedure che soddisfino le esigente di celerità ed urgenza derivanti dalla cessazione del previgente rapporto contrattuale  per cause non imputabili alla stazione appaltante né dalla stessa prevedibili”. “Visto l’art.36 del D.Lgs. n.50/2016 ed in particolare il comma 2 lettera A laddove cita: “Le stazioni appaltanti procedono all’affidamento di lavori, servizi e forniture di importo inferiore a 40.000 euro mediante affidamento diretto” e “considerato che il servizio di cui trattasi non è presente in nessuna convenzione Consip attiva”, “ritenuto di procedere alla richiesta di preventivi finalizzata all’affidamento per un periodo non superiore a sei mesi con possibilità di proroga per il solo tempo necessario a nuovo affidamento”, il cda all’unanimità delibera “di procedere all’affidamento diretto per mezzo di richieste di preventivi; di autorizzare la struttura amministrativa, e in particolare il RUP; ad identificare le soluzioni presenti sul mercato per soddisfare i propri bisogni e la platea dei potenziali affidatari, stante l’assenza di convenzioni presenti sul mercato elettronico per il servizio oggetto di affidamenti diretto; di fissare un importo stimato in 29.500,00 oltre iva”.

Protect lavorerà fino ad individuazione, dunque, ma il rapporto è risolto. Sui soldi da corrispondere ad Ataf parla il suo legale. “Abbiamo individuato la società a garanzia. Questione di giorni. Stiamo ancora quantificando la debitoria” fa sapere l’avvocato Giuseppina Moscatelli del Foro di Foggia, che si sta occupando della intricata matassa. E sulla risoluzione consensuale dichiara: “Era un servizio antieconomico anche per Protect”. La srl lavora per Ataf con un contatto triennale, scadenza naturale maggio 2019.

Per la politica non è sufficiente.“ Fa bene l’Ataf a creare i presupposti per un nuovo affidamento considerato che è venuto meno completamente il rapporto di fiducia. Ma la situazione fa emergere uno scenario di natura penale più che amministrativo, che tiene dentro non solo chi ha sbagliato in termini di mancata corresponsione ma anche chi non ha controllato” tuona il consigliere Bruno Longo, che da settimane chiedere conto della situazione con carte alla mano da parte del cda senza ottenere risposta. “Bisogna verificare chi non ha controllato perché questo ad oggi non emerge, non so se per reticenze o altro. Voglia il nuovo presidente di Ataf organizzarsi per darci una risposta” incalza Longo, che chiede al sindaco Franco Landella di “perseguire seriamente un’azione di natura penale, con una dettagliata relazione su chi non ha fatto cosa, presentandosi direttamente alla Procura della Repubblica”.

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