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'Ma quale condono delle pale eoliche!", Colonna difende la Legge pugliese sull'idrogeno: "M5S scorretto, fa becera propaganda"

Replica del consigliere di "Noi a Sinistra" promotore della legge sul fine vita degli impianti approvata dal consiglio regionale. I regionali pentastellati l'avevano definita "una porcata". Colonna si difende e spiega

"Sono del tutto pretestuose e fuorvianti le polemiche sollevate in queste ore da alcuni colleghi consiglieri del Movimento 5 Stelle (Cristian Casili e Rosa Barone) sulla legge presentata dal sottoscritto più di un anno e mezzo fa e approvata ieri in Consiglio, dopo un lungo e articolato iter, in materia di promozione dell’idrogeno e di ammodernamento degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Quel che emerge con chiarezza e che francamente amareggia è che coloro che si stanno scagliando con argomenti che mi limito a definire bizzarri contro la nuova disciplina varata ieri o dimostrano una preoccupante non comprensione delle norme votate in Aula o, molto più semplicemente, sono in malafede e agitano lo spettro di presunte lobbies o di chissà quali oscuri interessi solo allo scopo di infervorare gli animi, a meno di un anno dalle prossime elezioni regionali, di un elettorato che, però, progressivamente, sta prendendo le distanze da questo modo di intendere la politica". E' amaro lo sfogo di Enzo Colonna, consigliere regionale di 'Noi a sinistra', promotore della proposta di legge ambientalista sull'idrogeno, varata dal consiglio regionale pugliese, che mira alla riconversione degli impianti eolici esistenti. Un provvedimento definito dai pentastellati "una grandissima porcata".

"Quel che più desta sincera tristezza - replica Colonna- è che ad alimentare questa colossale operazione di vera e propria mistificazione della realtà sia un collega, Cristian Casili, che aveva anche pubblicamente espresso (ad esempio, nella penultima seduta di consiglio) la sua complessiva e sostanziale adesione rispetto all'impianto della mia proposta di legge e con il quale mi ero anche proficuamente confrontato al punto da recepire osservazioni e proposte emendative dallo stesso presentate. Ma evidentemente gli istinti della più bieca propaganda politica hanno prevalso sulla ragionevolezza (e sulla correttezza, ma questo meriterebbe un discorso a parte), non lasciando spazio alcuno al merito della questione che viene completamente travisato. E allora proverò a riportare i termini della discussione sui binari più corretti a beneficio dei cittadini pugliesi che, sono certo, non si lasceranno abbindolare dalle illazioni spacciate da questi colleghi".

"Ebbene, contrariamente a quanto sostenuto da costoro, la legge regionale approvata ieri non introduce alcuna sanatoria per strutture realizzate in aree pregiate ma si occupa esclusivamente di disciplinare il “fine vita” di impianti esistenti e regolarmente autorizzati. Nessuna sanatoria per situazioni illecite o illegittime, pertanto. Né sono interessati dagli interventi previsti dalla legge gli impianti ubicati in aree dichiarate inidonee ai sensi del Regolamento 30 dicembre 2010 o incompatibili con il PPTR del 2015. Anzi, proprio al fine di chiarire e ribadire con maggiore forza questo aspetto, io stesso (alla luce proprio del confronto sviluppatosi in Aula e in Commissione con gli altri colleghi, tra i quali Casili) ho presentato appositi emendamenti (poi approvati) finalizzati a escludere del tutto questa possibilità. In via del tutto residuale, la legge regionale approvata conferisce alla Giunta il mandato di aggiornare il predetto regolamento e di avviare l’iter di revisione del PPTR (con tutte le garanzie procedimentali previste) al fine di valutare, caso per caso, progetto per progetto, contesto per contesto e ambito per ambito, l’eventuale ammissibilità di taluni interventi di ammodernamento degli impianti esistenti, fermo restando il ricorso di due fondamentali condizioni, particolarmente stringenti: da un lato, la drastica riduzione dell’impianto stesso (per l'eolico, almeno il 70% in meno delle torri attualmente esistenti) e, dall’altro, la valutazione puntuale e concreta del rispetto, nel caso specifico, della compatibilità dell’intervento con i valori di tutela ambientale e di tutela del paesaggio, previsti dall’ordinamento. È tutto scritto chiaramente nella legge votata ieri. Tutto questo si rende necessario per affrontare il tema del “fine vita” degli impianti, cioè di infrastrutture regolarmente autorizzate dieci, quindici o venti anni fa che, esaurita la loro funzione iniziale, rischiano di rimanere come “cattedrali abbandonate nel deserto” a deturpare – loro sì! – il paesaggio e il territorio.

Sotto altro profilo una normativa di questo tipo va proprio nella direzione di ridurre e limitare ulteriore consumo di suolo (tema che dovrebbe stare a cuore anche a Casili). Come pure va evidenziato che la legge prevede altresì, espressamente e chiaramente, che il governo regionale adotti iniziative finalizzate a delocalizzare gli impianti esistenti e ubicati in aree agricole o zone inidonee ai sensi del Regolamento del 2010 o del PPTR, in aree industriali dismesse, cave o siti inquinati bonificati o da bonificare con oneri a carico degli interessati e con contestuale ripristino dello stato dei luoghi in cui sono attualmente ubicati gli impianti.

Il tutto peraltro in perfetta linea con quanto prevedono, ad esempio, la Direttiva Red II, di recente approvazione, e il Decreto Fer, adottato in questi giorni dal governo nazionale 5S, che indirizzano e spingono per la valorizzazione degli impianti esistenti, attraverso interventi di ammodernamento, potenziamento, rigenerazione. Pertanto davvero è incomprensibile la levata di scudi di questi colleghi del Movimento 5 Stelle che, tra l’altro, a parole si dichiara favorevole alla riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili nella produzione dell’energia e nei cicli produttivi e poi, concretamente, si oppone ad una normativa che va esattamente in quella direzione, per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente previsti a livello nazionale ed europeo.

Probabilmente, è questo il punto: trovarsi spiazzati dinanzi a colleghi, forze politiche, una maggioranza, un governo regionale che prendono sul serio questi argomenti e mettono in campo iniziative, misure, tentativi per affrontare adeguatamente la sfida della transizione energetica. Non a parole, ma con atti e azioni concrete. Auspico, pertanto, che su questo tema così importante e delicato cessi la propaganda politica e la polemica pretestuosa e si abbia la capacità e la voglia di confrontarsi nel merito, senza ricorrere a slogan o a mistificazioni della realtà che potranno pure servire a strappare qualche “like” sui social ma non rendono affatto un buon servizio alla comunità pugliese che abbiamo l’onore e l’onere di servire" conclude Colonna.

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