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Economia Manfredonia

Manfredonia, l’assemblea pubblica in difesa dell’ospedale San Camillo

Gremita l'assemblea tenutasi domenica sera a Palazzo Celestini. Angelo Riccardi: "Ci sono tutti i presupposti perché Manfredonia resti un punto saldo del sistema provinciale sanitario"

Un vecchio adagio recita che "l'unione fa la forza" e quella di ieri sera, a Palazzo Celestini, è stata la dimostrazione che la paventata chiusura di alcuni reparti dell'ospedale San Camillo ha coalizzato un movimento trasversale che percorre l'intera classe politica sino a giungere, attraverso i sindacati di categoria, ai comuni cittadini.

Presenti i consiglieri del Comune di Manfredonia oltre ai consiglieri regionali Dino Marino, Giovanni De Leonardis, Giandiego Gatta, Franco Ognissanti, gli onorevoli Angelo Cera e Michele Bordo, il dottor Salvatore Gentile, direttore del presidio locale, e il dottor Nicola Pistillo, primario di ostetricia e ginecologia, Pasquale Papagna, per i sindacati di categoria, Michela Prencipe, in rappresentanza di una serie di associazioni, il dottor Salvatore Onorati, presidente dell'Ordine dei Medici di Foggia, il Sindaco di Mattinata, Lucio Roberto Prencipe, e tanti operatori ed altrettanti cittadini interessati alle sorti dell'ospedale perché, come ha detto il Sindaco, "tutti devono sentirsi artefici del destino dell'ospedale di Manfredonia".

L'Auditorium era gremito e sono in tanti ad aver provato ad accedervi senza riuscirci perché ormai la sala era strabordante di cittadini. Persone stanche di vedere la propria città vilipesa da un piano di riordino che compromette la normale attività di assistenza medica.

Il Presidente Nicola Vitulano ha aperto la serata, leggendo un documento a nome del Consiglio Comunale da lui rappresentato. "In passato il Consiglio Comunale non è rimasto insensibile di fronte alle esigenze del nostro ospedale, ci sono stati atti pubblici che lo dimostrano e che hanno avvicinato tutte le forze. Non vogliamo essere accusati di campanilismo, ma reclamiamo piuttosto il nostro giusto ruolo e rivendichiamo il riconoscimento dei nostri diritti"

Riccardi ha esordito sottolineando che "Non vogliamo fare prove di forza con nessuno, vogliamo essere preparati per accettare anche sfide difficili. Non possiamo dimenticare che nel passato abbiamo fatto passi avanti: Manfredonia non aveva molti servizi che oggi ha (gastroenterologia e cardiologia, per esempio), questo è un dato indiscutibile da cui bisogna partire anche perchè ciò non è avvenuto per caso, bensì grazie ad una proficua azione politica che ci ha visti tutti coinvolti".

Ha poi aggiunto che "Noi chiediamo per il futuro cose semplici: che qui ci siano tutte le attività del piano, che venga attivata la lungodegenza, che ci venga attribuito il reparto di geriatria per far tornare il nostro ospedale ad essere una struttura intermedia. Ci sono le condizioni perché questo avvenga. Non voglio tranquillizzare nessuno, ma ci sono tutti i presupposti perché Manfredonia resti un punto saldo del sistema provinciale sanitario. Occorre però la consapevolezza di tutti. Ognuno di noi è chiamato a fare il suo".

"Abbiamo riaperto il punto nascite, ma non è concepibile che in città vi siano 500 parti annui e metà di questi di cittadini che vengono dai comuni limitrofi. Occorre anche qui il coinvolgimento di chi, senza ragioni oggettive, partorisce fuori Manfredonia. Ogni medico deve essere consapevole che l'ospedale si conserva se portiamo dalla nostra i maledetti numeri. Se non rispondiamo con i numeri, con la capacità di fornire servizi efficaci, la partita è persa e sul banco degli imputati vi andrà la città tutta".

Angelo Riccardi ha illustrato, inoltre, un documento strutturato in cinque punti con una serie di azioni da compiere volte alla prosecuzione della mobilitazione cittadina. "L'Assemblea impegna i rappresentanti locali eletti alla Regione e al Parlamento, nonché i segretari cittadini e provinciali delle forze politiche, a far valere con azioni determinanti nei consessi politici ed istituzionali di riferimento le ragioni e il diritto del nostro territorio a tutelare dignitosamente la salute della propria gente".

"Nessun reparto tra quelli attivati e di valenza prioritaria - dice perentoriamente il documento - come ostetricia e ginecologia, deve essere cancellato. Occorre adoperarsi affinché siano resi più efficienti e funzionali i servizi territoriali con il coinvolgimento dei medici e del personale sanitario, per migliorare i servizi nei diversi aspetti. I medici in particolare sono soggetti fondamentali e protagonisti della sanità e devono contribuire in modo determinante a realizzare standard qualificati e affidabili nelle prestazioni assicurate ai cittadini".

Le iniziative programmate dal Consiglio Comunale e dal Sindaco proseguiranno con una "Conferenza Territoriale sulla Sanità, che vedrà la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e sociali presenti nella serata di ieri, affinché la stessa divenga momento e luogo stabile di monitoraggio e di elaborazione di interventi e attività per la tutela della salute dei cittadini". Il documento programmatico prevede, inoltre, di "sollecitare e sostenere, interventi e programmi di integrazione funzionale dell'organizzazione ospedaliera e dei servizi territoriali affinché, preservando il ruolo dei presidi ospedalieri nelle principali aree urbane della provincia, si possano conseguire risultati più positivi nei servizi sanitari di competenza".

"Attivarsi immediatamente per l'assunzione, nelle forme contrattuali consentite, del personale sanitario e medico indispensabile per garantire la funzionalità operativa dei reparti con carenze organiche (vedi ortopedia). Parimenti è necessario dare uno sbocco positivo, prima della scadenza contrattuale del prossimo 31 dicembre, alle posizioni lavorative di quanti prestano la loro attività con contratti a termine stipulati in precedenza."

A quello del Primo Cittadino si sono succeduti una serie di interventi, sino a poco oltre le ore 21, accomunati dalla vicinanza all'Amministrazione manfredoniana e dalla ravvisata necessità di portare avanti una lotta sociale per i diritti basilari della salute pubblica.

La chiusura del Sindaco non è un grido disperato, bensì una promessa di vedersi riconosciute le proprie ragioni in difesa del diritto alla salute: "Il tempo da dedicare ai consensi deve essere lasciato alle spalle; io come Sindaco ho il dovere di difendere sino in fondo il diritto alla salute di Manfredonia e lo farò con tutte le mie forze. Il processo sarà lungo e difficile, saremo chiamati a sacrifici, però l'ospedale di Manfredonia non si tocca".
 

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