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Al ‘Concetta Masselli’ i nonni diventano programmatori di videogiochi

E’ il progetto promosso da Nada Pennacchia, un laboratorio sperimentale di innovazione che si concluderà con l’insegnamento degli anziani ospiti ai ragazzi

Presso la casa di riposo ‘Concetta Masselli’ è partito un nuovo progetto sperimentale e innovativo che vede gli anziani ospiti diventare programmatori di videogiochi. Promosso dal commissario Nada Pennacchia, il progetto intende coinvolgere i nonnini in nuove attività attraverso le quali sperimentare sia le abilità manuali e mentali, ma anche l’approccio con la tecnologia non più come semplici fruitori passivi ma protagonisti attivi. “Sotto la guida di esperti del settore realizzeranno un vero e proprio videogames. Ne sceglieranno la trama, la sceneggiatura e i livelli di difficoltà. Un percorso che consentirà loro di misurarsi con la tecnologia, di divertirsi, apprendere e quindi tenere in allenamento la mente”.

Una iniziativa che ha coinvolto due esperti Fabio Viola, secondo nella classifica mondiale Gamification’s Expert e coordinatore didattico del Master in Engagement & Gamification presso lo IED Milano oltre che membro del Comitato Scientifico del Master in Gamification dell’Università Tor Vergata di Roma e Gianfelice Boncristiano founder di Game-Venture.

I nonni-programmatori, quindi, grazie ad un laboratorio di gamification pensato ad hoc, dovranno semplicemente posizionare dei blocchi colorati all'interno di una scacchiera 13×13 dopo aver imparato che ogni colore è associato a un elemento. Infatti i mattoncini gialli rappresentano le monete, con quelli verdi si può costruire un muro, quelli blu servono per rappresentare i nemici e via discorrendo. Una volta creato il livello lo stesso prenderà vita dopo essere stato inquadrato con un tablet che trasformerà l’immagine in righe di programma che daranno vita al gioco vero e proprio.

Conclude Nada Pennacchia: “Il laboratorio sperimentale di innovazione servirà anche ad avvicinare gli anziani ai nuovi strumenti tecnologici abbassando il livello di diffidenza e aumentando il grado di percezione delle proprie abilità con gli stessi. Inoltre intendiamo superare quel gap generazionale presente tra i giovanissimi e i nostri ospiti. La sfida sarà quella di avviare al termine del laboratorio di innovazione, percorsi di peer education dove saranno i nostri nonnini ad insegnare ai ragazzi a programmare un videogame con la stessa metodica”.

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