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Economia San Marco in Lamis

Domani il rilascio di ‘Torymus sinesis’, l’insetto che combatte il killer del castagno

Parte domani la lotta biologica in difesa dei castagneti garganici contro il parassita. Una prima serie di interventi nelle aree castanicole di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Vico del Gargano.

Si terrà nel primo pomeriggio di martedì 26 maggio, presso la sede storica del vivaio forestale del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, la riunione operativa per il rilascio in pieno campo dell’insetto competitore (Torymus sinesis) impiegato in lotta biologica per combattere il temibile cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus). Considerato a livello mondiale il parassita più nocivo, per la sua capacità di portare a un veloce deperimento le piante attaccate – dove i germogli colpiti dal parassita evidenziano mancato o ridotto sviluppo evolvendosi in escrescenze anomale o galle - il cinipide o vespa del castagno è originario del continente asiatico, ma la sua presenza in Europa fu segnalata per la prima volta nel 2002 in Piemonte, da dove negli anni successivi si è velocemente diffuso in tutta Italia.

Fino all’anno scorso il Gargano era l’unica area italiana dove non si era ancora diffuso, come rilevato dai tecnici del Settore Forestale del Consorzio di Bonifica  Montana  che sin dal 2011 hanno supportato il monitoraggio effettuato dal Servizio Fitosanitario della Regione Puglia, collaborando anche al censimento delle prime piante attaccate e rilevate  nel 2014. Da qui la decisione della Regione Puglia di intervenire  prontamente con il rilascio dell’insetto antagonista naturale del cinipide che potrà così moltiplicarsi e combattere l’indesiderato parassita, con una prima serie di interventi nelle aree castanicole di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Vico del Gargano.

Ha reso noto il presidente del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, Giancarlo Frattarolo: “Alla riunione operativa interverranno anche tecnici degli enti interessati, liberi professionisti e castanicoltori  poiché un’informazione capillare e diffusa costituisce il modo migliore per affrontare sul nascere una fitopatologia che potrebbe determinare danni gravissimi, alla quale occorre rispondere con azioni mirate e tempestive improntate alla massima condivisione e collegialità”.

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