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Economia

Foggia, Confesercenti: “Domenica sempre aperto? Ma anche no”

Lanciata in Capitanata la campagna "Libera la Domenica" per far tornare alle Regioni la potestà sulle aperture domenicali

Partirà anche a Foggia la Campagna “Libera la Domenica” promossa da Confesercenti con Federstrade ed il sostegno della Cei, per la raccolta delle firme necessarie ad una Legge di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione e garantendo la giusta concorrenza. Nei prossimi giorni, saranno indicati da Confesercenti e Diocesi coinvolte i luoghi e le piazze di Foggia e provincia dove sarà possibile firmare.

Un impegno “quello che stiamo mettendo in campo – commenta Carlo Simone, presidente di Confesercenti Foggia - il cui obiettivo non è quello di vietare aperture festive e domenicali, ma di renderle compatibili con effettive esigenze imprenditori e consumatori, ripristinando competenze, materia di orari, alle Regioni".

L’iniziativa è finalizzata alla raccolta di firme per presentare in Parlamento una proposta di Legge di iniziativa popolare (che non decade a fine legislatura ma viene automaticamente ripresentata nella nuova). Si tratta di una proposta di Legge che non vuole vietare le domeniche aperte ma punta a ripristinare le competenze delle Regioni in modo tale da rendere le aperture meglio compatibili con le esigenze degli imprenditori, dei loro lavoratori e delle famiglie.

Con la Confesercenti scende in campo anche la Cei (Conferenza Episcopale Italiana), che ha aderito alla proposta, dando vita a una nuova e importante sinergia. “Una  intesa – aggiunge Franco Granata, direttore provinciale di Confesercenti Foggia – che permetterà di mobilitare masse importanti di operatori del settore e anche di semplici cittadini che decideranno di aderire alla nostra iniziativa. Non siamo contro le aperture domenicali: vogliamo solo che in Capitanata le scelte in materia tornino a essere di competenza della Regione. In Italia ci sono esigenze diverse, legate a culture e consuetudini di ogni territorio. E’ impossibile informare il tutto con un provvedimento unico. Vogliamo regolamentazioni specifiche, magari con calendari elaborati su specifiche esigenze”.

 

 

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