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Alimenti vietati ai celiaci commestibili, il Gluten Friendly ‘Made in Foggia’ conquista gli Usa

I risultati pubblicati dalla più popolare radio indipendente americana. Il Rettore: «Orgoglioso che se ne parli in America, ci piacerebbe trasformare il Tavoliere nella Golden valley del grano per celiaci»

La più popolare radio indipendente americana, Public Radio International, nei giorni scorsi ha pubblicato in grande evidenza un reportage sul Gluten Friendly, la ricerca “Made in UniFg” che attraverso la modifica delle proteine del glutine potrebbe rivoluzionare le abitudini alimentari dei celiaci di tutto il mondo.

Il reportage, firmato dalla giornalista Angelica Marin, contiene un'approfondita disquisizione sulle deduzioni scientifiche che hanno condotto alla scoperta oltre a un'intervista alla prof.ssa Carmen Lamacchia componente della squadra di ricercatori che ha firmato questa storica affermazione, ma soprattutto rappresenta l'approdo ufficiale del Gluten Friendly anche negli Stati Uniti d'America: peraltro entrando dalla porta principale, visto che il network indipendente PRI si è sempre occupato di ricerca scientifica di altissimo profilo oltre che riconosciuta valenza sociale.

La pubblicazione del reportage – il primo dei due realizzati durante la visita all'Università di Foggia di alcuni corrispondenti italiani dell'agenzia americana Associated Press – ha istantaneamente favorito la nascita di due spontanei movimenti di opinione, in seno alla comunità scientifica americana ma soprattutto tra la popolazione che aspetta da anni una scoperta così rivoluzionaria: già perché tra i particolari che non sono sfuggiti ai media americani innanzi tutto il superamento col massimo degli esiti possibili della registrazione internazionale PCT (Patent Cooperation Treaty).

Due movimenti di opinione che hanno formalmente aperto il dibattito scientifico sul Gluten Friendly anche negli Stati Uniti, in cui sono perfettamente riconoscibili le citazioni di merito espresse nei confronti dell'Università di Foggia, del coraggio della prof.ssa Carmen Lamacchia e dell'audacia di un giovane Ateneo del Sud d'Italia.

Si tenga conto del fatto che The New Reddit Journal of Science è una piattaforma di “discussant” molto popolare tra le comunità accademica americane, poiché afferisce a diversi College tra i più blasonati del Paese: una presenza molto prestigiosa, che non accresce il valore già di per sé unanimemente riconosciuto della scoperta “Made in UniFg” ma che certamente rappresenta un punto di svolta nella vita del nostro Ateneo.

«Sono molto soddisfatta – dichiara la prof.ssa Carmen Lamacchia, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze agrarie, dell'alimentazione e dell'ambiente dell'Università di Foggia – perché la risposta giunta dal Paese al mondo in cui la ricerca scientifica rappresenta una specie di dogma, cioè gli Stati Uniti, gratifica ancora di più e ci incoraggia a perseguire caparbiamente gli obiettivi della nostra ricerca».«Amazing things are happening here».

Parafrasa il celebre motto, che campeggia all'ingresso della Columbia University, il Delegato alla Ricerca scientifica dell'Università di Foggia prof. Cristoforo Pomara, aggiungendo però «che cose eccezionali stanno succedendo all'UniFg da tempo ormai, come testimonia il 12esimo posto nella classifica degli Atenei Italiani. I risultati di questa ricerca, come altre che stiamo seguendo attraverso i nostri uffici, mi lasciano sperare che Foggia abbia le carte in regola per abituarsi a volare alto.

Per osare di più, che è esattamente la mission della ricerca, oltre che la policy adottata per il lancio di questa ricerca». Entusiasta anche il Rettore dell'Università di Foggia prof. Maurizio Ricci, che dallo scorso giugno – ovvero da quando è stato reso pubblico il Brevetto soprannominato Gluten Friendly – ha ricevuto le felicitazioni e i complimenti di molte Università italiane. «Sono orgoglioso che se ne parli molto bene anche in America – ha commentato il Rettore –. Ci piacerebbe trasformare il Tavoliere, il cosiddetto granaio d'Italia, in una Golden valley del grano: da qui ci auguriamo possa partire una rivoluzione globale che possa migliorare la salute e la qualità della vita di chi, fino ad oggi, ha purtroppo smarrito il sapore e l'odore del pane e della pasta».

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