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Giordano in Jazz, quando la Cultura fa grande una città. Intervista a Carlo Di Cesare

Con l'attesissimo concerto del 25 dicembre quando, in una piazza Cesare Battisti che si preannuncia gremita per James Hall Worship & Praise, si conclude la seconda stagione invernale del Giordano in Jazz

Con l'attesissimo concerto del 25 dicembre quando, in una piazza Cesare Battisti che si preannuncia gremita, si esibiranno James Hall Worship & Praise, la seconda stagione del ‘Giordano in jazz- Winter’ potrà dirsi conclusa. Ed è tempo di bilanci per il Comune di Foggia per il quale la rassegna jazzistica è stata ed è la più grande scommessa culturale, probabilmente. "D'altronde Foggia ha una grande tradizione in questo settore, più antica di Umbria Jazz che pure è un pilastro nel panorama musicale, e lo sta confermando regalandoci riscontri di pubblico oltre ogni aspettativa" osserva Carlo Dicesare, dirigente del servizio Cultura.

I cartelloni portano anche la sua firma, oltre a quella dell'assessore Anna Paola Giuliani, quale direttore artistico e di produzione insieme. E quando parla di questa creatura culturale giunta alla seconda stagione e che sta già regalando numerose soddisfazioni, a riprova della bontà della scelta fatta, gli si illumina il volto. Lo incontriamo davanti ad un caffè.

Dicesare, si conclude la seconda stagione invernale del Giordano in jazz. Il suo sorriso la dice lunga...

In effetti siamo molto soddisfatti. Quando il sindaco Landella mi chiese due anni fa di portare il jazz a Foggia agli antichi splendori, mi sentii subito investito di una grande, entusiasmante responsabilità. Con l'assessore Giuliani iniziammo subito a lavorare alla costruzione di un brand che potesse avere appeal, aiutati da Nino Antonacci del Moody Jazz Cafè, con cui condivido la direzione artistica, da Mario De Vivo. L'idea di chiamarlo Giordano in Jazz piuttosto che ‘Foggia in jazz’ fu voluta per conferire sin da subito al marchio una risonanza mondiale, considerata la conoscenza di Umberto Giordano nel mondo: numerosi, infatti, sono gli artisti venuti qui proprio perché hanno sentito questo richiamo.

E avete immaginato due stagioni, una estiva e l'altra invernale.

Si. E abbiamo ottenuto sempre un riscontro notevole. Tanto da indurre l'amministrazione a compiere scelte di gratuità, per allargarlo a tutti coloro, anche solo per curiosità, vogliono avvicinarsi al jazz. L'anno scorso Dee Dee Bridgewater ebbe una risposta impressionante, con oltre tremila presenze davanti al Teatro Giordano. Stesso dicasi per Nicola Piovani. Ma ne potrei citare altri. Questa è una comunità che merita.

Un po' ciò che si prevede accadrà domani.

Sta diventando una bella consuetudine di questa città. Il giorno di Natale Foggia chiama in città gli artisti che oggi, giorno di vigilia, si esibiscono al Parco della Musica di Roma. Sarà un concerto gospel americano in cui si esibirà una compagine di ben 18 elementi. Foggia vivrà una serata magica.

Da Roma a Foggia. Una staffetta importante e, pare, quasi consolidata.

“Giordano In Jazz” si può considerare oggi tra gli appuntamenti più interessanti dedicati al jazz in Italia, con un mezzogiorno che riprende la sua centralità e si connette alle grandi opportunità offerte dagli investimenti che si stanno realizzando sulla filiera dell’industria creativa. Lo presentammo al Medimex (il salone dell'innovazione musicale organizzato da Puglia Sounds, ndr), fu quella la prima esperienza pubblica nella quale avemmo la percezione netta che la rassegna stava riscuotendo l'interesse di tutti gli esperti e degli amanti del jazz in genere. A partire da Renzo Arbore, a cui piacque tantissimo l'idea, e Gegè Telesforo, testimonial del jazz. Ed oggi Giordano in jazz ha una sua collocazione precisa nel panorama nazionale, Diversi sono gli artisti giunti sin qui a presentare e a presentarsi, molto partecipati sono anche i matinè organizzati alla Sala Fedora. 

Ma non siamo arrivati, immagino. Si deve crescere ancora e di più...

Abbiamo l'ambizione di far diventare la rassegna un vero e proprio festival. Servono risorse. 

A proposito di risorse, spesso si parla di costi in una città che arranca sotto tanti altri punti di vista...

Mi creda, sono obiezioni che lasciano il tempo che trovano se guardiamo allo spessore culturale di ciò che viene offerto alla città. E comunque, il costo delle rassegne non è altissimo, oscilla dai ventimila a quarantamila euro e i due terzi della spesa lo coprono sponsor e sbigliettamento. Grazie a Nino Antonacci riusciamo tra l'altro a cogliere le opportunità di date off degli artisti, in cui loro cachet è sensibilmente ridotto. Personalmente, io sono un fautore della necessità di fare molto di più sotto il profilo culturale per Foggia. 2,50 euro pro capite è una spesa bassissima a fronte dei 5/7 euro di altre città. Ma è una scelta che deve fare la politica.

Anche perché investire cultura attiva un effetto moltiplicatore su altri settori...

Una indagine fatta dalla fondazione Symbola descrive con pubblicazioni annuali proprio questo effetto moltiplicatore su turismo e servizi. Emerge una crescita del territorio in tutti i sensi, anche del suo senso civico e della sensibilità al concetto di bellezza. L'ambizione di questo assessorato è trasferire tutto ciò nelle scuole in particolare, alle nuove generazioni, per educarle al bello, per il futuro loro di questa città. Personalmente non smettere mai di ringraziare mio fratello Franco che decenni fa mi trasmise questa passione.

Calato il sipario sul Giordano in Jazz - Winter, c'è un progetto ancora più maestoso ed ambizioso nel quale vi state cimentando: il centocinquantenario della nascita di Umberto Giordano.

Abbiamo grandi progetti, in effetti. Porteremo l'Adrea Chenier a teatro e produrremo la prima opera lirica a Foggia, Giove a Pompei, che presenteremo, appunto, in Campania. Il tutto grazie al placet del Ministro Franceschini che ci ha consentito la costituzione di un comitato tecnico scientifico per l'organizzazione delle celebrazioni in onore di Umberto Giordano, e dei numerosi partner che compongono la rete su cui si sta poggiando il Comune di Foggia in qualità capofila: dalla Fondazione Banca del Monte alla Università di Foggia, ma anche Accademia delle Belle Arti, Apulia Felix, e diversi sponsor privati. Le risorse? Quelle comunali proverranno per la gran parte dai distacchi di utenze non istituzionali che il Comune di Foggia non ha più intenzione di accollarsi. 

Dunque, dopo la vicenda dell'ex Distretto,  si è compreso che bisogna procedere definitivamente su questo fronte?

I distacchi partiranno già da gennaio. Una prima stima calcola risparmi immediati per 150mila euro, che investiremo sul centocinquantenario.  

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