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Ataf ai raggi X. Il presidente replica punto per punto a Pd e Cinquestelle: "Non c'è nessun malessere"

I partiti di opposizione al Comune di Foggia spulciano nei conti dell'azienda e chiedono lumi sulla riorganizzazione che ha scatenato lo stato di agitazione poi rientrato. Il presidente replica punto per punto e risponde per le rime

Cova ancora il fuoco sotto la cenere in via di Motta della Regina, sebbene il presidente Giandonato La Salandra pensi che "malessere non ce ne sia". Non sarà una casualità che la politica, nella fattispecie Cinquestelle e Pd, si interroghi sul destino dell'Ataf, sebbene la vertenza sembrasse momentaneamente rientrata.

L'ISPEZIONE DEI CINQUESTELLE - Per primi i grillini hanno bussato alla porta dell'Ataf. Il deputato Giorgio Lovecchio, la consigliera regionale Rosa Barone e il capogruppo in Consiglio comunale Giuseppe Fatigato hanno visionato atti e bilanci e hanno personalmente constatato che l'operazione di spending review avviata dal Consiglio di Amministrazione sta effettivamente producendo dei risparmi. Prerogativa che però non obnubila le criticità. I portavoce ne elencano due su tutte: la riduzione degli stalli della sosta tariffata e la conseguente progressiva diminuzione delle entrate, e la "mala mala gestio del parcheggio Zuretti a Corso Roma, totalmente improduttivo e ora anche bisognoso di una importante manutenzione, dal momento che ci piove dentro". Prospettano una soluzione: internalizzare la sosta oggi gestita da Apcoa (il contratto scade il 31 dicembre) e affidare ad un privato tramite bando il parcheggio. Tranchant, il presidente La Salandra li ha stroncati: "Ben si comprendono le dinamiche da campagna elettorale che si vanno delineando e i relativi annunci 'acchiappa consenso' ma riportare in house il servizio dei parcheggi comporta più problematiche di quante ne abbiano prese in considerazione i pentastellati".

L'INTERROGATORIO DEL PD - ll gruppo consiliare del Pd al completo (Pasquale Dell'Aquila, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri) ha presentato un'interrogazione al sindaco affinché riferisca in Consiglio comunale i contenuti dei piani di riorganizzazione del servizio e del personale. I Dem pongono una serie di domande. Vogliono conoscere le ragioni della contrapposizione con i sindacati, che hanno dichiarato e poi ritirato lo stato di agitazione, e "i programmi del Cda per risolvere i problemi che svalorizzano Ataf". L'orizzonte è il bando del 2021 per assegnare il servizio di trasporto pubblico locale. Anche i consiglieri comunali del Partito Democratico focalizzano l'attenzione sulla redditività della sosta a pagamento e chiedono di sapere se sia stata registrata effettivamente una riduzione degli introiti.

L'INVITO AI CONSIGLIERI"Il Pd è fuori tempo massimo - replica il presidente La Salandra - Continua a parlare di autobus che si fermano e non mi risulta. Siccome stiamo parlando di consiglieri comunali, possono venire in azienda, chiedere la documentazione, anche quella relativa alle relazioni sindacali". Chiarisce anche i contorni della manovra di riorganizzazione che aveva mandato in fibrillazione lavoratori e sindacati. "L'azienda ha posto in essere alcune azioni che, tra l'altro, nascevano sulla scorta di segnalazioni emergenti dalle relazioni di bilancio degli anni precedenti dove viene ripetutamente evidenziata una forte criticità nella struttura organizzativa e delle criticità legate anche alla pianta organica che obiettivamente, ad oggi, è abbastanza vecchia. Ora - spiega il numero uno di Ataf - è ovvio che colmare determinate criticità incontri tutta una serie di limiti, legati anche alla sostenibilità economica di determinate operazioni. Allo stesso tempo, è legittimo che un Cda proceda ad un esame della pianta organica e quindi a una revisione complessiva anche delle attuali professionalità".

Fornisce la sua versione sullo stato di agitazione rientrato: "Se i consiglieri comunali fossero venuti in Ataf, avrebbero verificato che è stato proclamato uno stato di agitazione in assenza dell'assemblea preliminare dei lavoratori. Se la società decide, ad un certo punto, di fare un passo indietro nonostante la legge per i servizi pubblici essenziali imponga una serie di attività mi sembra che sia un atto di maturità da parte del Cda che avrebbe potuto pure scegliere la strada dello scontro alla luce dell'illegittimità dello stato di agitazione".

Parlano i verbali delle singole riunioni, perché se prima le sigle sindacali si sedevano tutte allo stesso tavolo, oggi gli incontri avvengono separatamente ("e questo non dipende dal Cda ma da loro").

E così dalle carte si evince anche il ruolo del vicepresidente Antonio Zenga. "I verbali di Cda vengono trasmessi all'ufficio di gabinetto, all'ufficio partecipate e stanno in azienda", ricorda il presidente, che ha apprezzato la visita dei Cinquestelle. "Il consigliere Fatigato ogni volta che ha delle domande viene in azienda, è così che si fa".

Contesta, anche nel caso del PD, toni da campagna elettorale e alla fine a porre un quesito lui: "Dovrebbero essere loro a spiegare la debitoria maturata da Ataf dal 2007 al 2016".

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