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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Così Foggia sarà 'Fiera', carta bianca al commissario-innovatore Arena: "Quattro parole d'ordine per rilanciarla"

Intervista al commissario dell'Ente Fiera di Foggia. Risanamento e rilancio saranno i prossimi step. L'avv. Massimiliano Arena ha una visione fondata su quattro asset: innovazione, cultura, agroalimentare, eventi

I dipendenti non prendono lo stipendio da giugno. Ben quattro mensilità non ancora evase. E i conti dicono che la debitoria dovrebbe essere di poco sotto il milione di euro, tra stipendi appunto, pagamento dei fornitori, evasione utenze, vecchie pendenze. “Cifra importante ma non impossibile da sostenere” dichiara a Foggiatoday il nuovo commissario della Fiera di Foggia, Massimiliano Arena, che ammette: “Ho dovuto chiedere aiuto alle istituzioni”. Regione Puglia, nel caso di specie, evidentemente rassicurato in tal senso anche dall’assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, colui che ha voluto l’avvocato foggiano lì, in corso del Mezzogiorno. Ma per la Fiera di Foggia sarebbe questo l’ultimo sos alla politica. Risanamento e rilancio saranno i prossimi step, promette il neocommissario, che ha una visione fondata su quattro asset, fondamentalmente: innovazione, cultura, agroalimentare, eventi. Orizzonte temporale: maggio 2020, scadenza di mandato. Ne abbiamo parlato diffusamente.

Avvocato Arena, partiamo dallo stato dell’arte. Un ente che ci raccontano da sempre essere strategico, ma che è in gestione commissariale ormai da tempo e che stenta a rilanciarsi.

Il mese trascorso l’ho impiegato per prendere consapevolezza della situazione. C’è un risanamento importante da attuare, non lo si farà certo nel giro di pochi mesi ma lo si può fare. Detto questo, io voglio andare oltre.

Ossia? Qual è la visione? E con quale strategia?

Anzitutto tutti gli attori devono farsi carico dell’importanza della Fiera. Quando parlo di attori parto dalla Regione e arrivo a Provincia, Comune e Camera di Commercio, che poi sono la governance dell’ente. La visione è composta da due voci: risanamento e il rilancio. La strategia è non più quella del “datemi” ma dell’ente Fiera che dà.

Si spieghi.

Io sono qui ogni giorno ad incontrare gente che mi sta proponendo idee e contenuti. La Fiera non può essere più mera esposizione ma va ripensata come contenitore di eventi. La mia mission è mettere a bando la gestione, cosa che non si è riusciti a fare nei termini stabiliti dalla legge regionale di riordino e che ci è costata il commissariamento. Ma ora bisogna farlo. E per riuscirci dobbiamo rendere questo spazio appetibile.  Far vedere che la Fiera funziona. Cultura, co-working, incubatore di imprese. Dobbiamo darle una visione. Abbiamo già il finanziamento per un hub rurale importante, allacciato i contatti con l’Università di Foggia, dalla quale ho incassato massima disponibilità. Sto cominciando a riempire il calendario di saloni espositivi ed eventi.

E’ questo il modello?

Oggi le fiere che vanno meglio, Rimini, Rho, ci insegnano una traccia: le campionarie non funzionano più, funzionano i saloni tematici, di nicchia, con una utenza fidelizzata e organizzati in un fine settimana. Oggi la fiera è battuta da internet e da Amazon, ma c’è una cosa che loro non hanno: dare la possibilità all’utente di provare e testare il prodotto. Sono di ritorno da Rimini: l’Italian Bike Festival era strapieno di espositori e di utenti. Perché? Perché a Rimini potevano provare la bicicletta, questo l’e-commerce non potrà mai farlo. Motivo per cui voglio rilanciare tutto il mondo delle start up, ciclistico, turistico, dell’agrifood, con eventi di 2-3 giorni. Perché gli altri ci riescono e noi no? Non dobbiamo inventarci nulla ma copiare i modelli che funzionano.

Cos’altro?

La Fiera ha spazi notevoli per concerti, eventi pubblici, congressi, spazi che non abbiamo saputo vendere e che dobbiamo vendere.

Come si sta muovendo?

La prima cosa che voglio fare è uno spazio di coworking per tutti i giovani professionisti che non hanno uno studio proprio, questo è il futuro. La seconda è realizzare un incubatore di imprese a vocazione agroalimentare. Se siamo la provincia che produce l’80% del pil alimentare regionale, non vedo perché non dobbiamo andare in questa direzione. Anche la Fiera dell’agricoltura va ripensata in quest’ottica: non più l’evento meramente espositivo dove si passeggia con i pop corn per vedere gli animali. Quello è un tempo andato affidato ai ricordi. La nostra fiera che deve raccontare l’agricoltura sociale e l’agricoltura dell’innovazione. Guardare, sperimentare, anticipare il futuro.

Cosa che altre realtà già fanno. Possibile che da queste parti si arrivi sempre dieci anni dopo? La politica è incapace, il tessuto economico non risponde, cos’è che non funziona?

Gli imprenditori vanno attratti, bisogna dare loro delle prospettive. Se io vado col cappello in mano a chiedere di mettere uno stand, l’imprenditore espone una volta, magari in amicizia, ma poi non lo farà più perché non avrà un ritorno. La Fiera deve mettere l’imprenditore nelle condizioni  di fare ricavi, strategia. Gli devi portare i buyers. Oggi abbiamo due grandi punti di forza.

Quali?

La Fiera di Foggia è diventata centrale  sotto il profilo urbanistico e in più beneficerà dell’apertura di un grande parco adiacente (Campi Diomedei, ndr), che costituirà il ponte con il polo universitario, col quale faremo grandi cose. Il secondo punto di forza è che io ho un incarico gratuito e questo mi dà una grande liberà morale e d’azione. Ho già sollecitato tutto il mio network di conoscenze, soprattutto nel campo digitale e dell’innovazione, a cui ho chiesto di lavorare gratis per la fiera. Domani pomeriggio incontro il mondo delle start up foggiane, a cui ho chiesto di dare una mano gratuitamente. L’idea è: adesso bisogna dare alla fiera, perché se diamo alla fiera, diamo al tessuto economico. Che investe nella Fiera. Questo è il discorso che deve entrare e che non è mai stato fatto. Le dico di più.

Prego.

Molte delle nostre imprese, anche le migliori, quelle che fatturano dai dieci milioni di euro in su, non hanno la forza di sviluppare un proprio settore di ricerca e sviluppo. Ecco: io voglio aprire qui un incubatore di ricerca e sviluppo attraverso le start up che Confindustria e Camera di Commercio possono utilizzare e mettere a disposizione dei loro iscritti. Ho anche incassato la disponibilità dal prof Limone, prossimo Rettore, a posizionare qui, in Fiera, tutti gli spin off universitari. La fiera deve essere sempre aperta.

Orizzonte temporale per questa rivoluzione?

Quello della delibera di giunta regionale, maggio 2020. E’ questo il termine entro il quale voglio uscire dal commissariamento. E questo lo dico soprattutto ai soci, al sindaco Landella che ringrazio per le parole di apprezzamento spese per la mia persona, al Presidente della Provincia, alla Camera di Commercio. E’ mia intenzione ristabilire gli organi statutari di governance dell’ente Fiera e mettere al bando la gestione.

Che mi dice del progetto di rifunzionalizzazione da 11 milioni di euro rimasto escluso dal CIS?

Ritenteremo con la seconda tranche ma ad una condizione: che tutti i soci della governance sposino il progetto e allargando il partenariato a Confindustria ed Università di Foggia.  Perché questo sarà il motore della città. Andrò anche a Bruxelles a chiedere aiuto agli eurodeputati del Sud, visto che sono stati eletti con i nostri voti. Devo dire che Mario Furore mi ha già ampia disponibilità.

Possibile che questo ente ci metta oltre un decennio per fare un parcheggio?

Questa è una spina nel fianco ma è connessa ad un problema atavico del nostro sistema di giustizia amministrativa: quello per cui ogni appalto viene bloccato da un ricorso. Al momento abbiamo una sentenza del tar, appellata dinanzi al Consiglio di Stato. La faccenda dovrebbe chiudersi nei primi mesi del 2020. Potremo allora metteremo in esecuzione un’opera forte che pareggerà tutte le nostre uscite. Non avremo più bisogno di andare a chiedere aiuto.

E degli ingressi cosa mi dice?

Se dobbiamo ripensare gli spazi, dobbiamo ripensare anche le aree di accesso. Su quello di viale Fortore vi è una riflessione in corso perché, se va avanti il Cis - seconda tranche, tutto si sposta nell’area prospiciente la Camera di Commercio, agganciando anche un vecchio padiglione su cui arriveranno i fondi dell’interreg con la Grecia che abbiamo vinto. C’è già uno stanziamento. Stiamo aspettando solo la firma del partner greco. Potrebbe diventare davvero una bella cosa. Mi piacerebbe anche offrire spazi alle strutture sportive. L’Università ha il Cus quasi fuori città. Potremmo allocarlo qui.

Le idee non mancano, insomma. La sfida, sempre mancata, è attuarle.

Il problema di questa città spesso sono le fughe in avanti. Se facciamo le cose insieme e se nessuno corre da solo, ce la si può fare. Le parole d’ordine sono innovazione, cultura, agroalimentare, eventi. Noi dobbiamo fare in modo che questa città si riscopra ricca, non che diventi ricca, ma che si riscopra tale. E che riesca ad attrarre i migliori talenti. Perché solo il talento salva l’economia, non altro. Il contributo una tantum della politica ti salva una volta, ma non può essere la regola.

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