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Economia

"Rinviare le tasse a settembre non basta". Luigi Miranda invoca una "pace fiscale" più duratura

Parla da avvocato, guardando alle criticità che affronta uno studio legale in questi mesi di pandemia, e da esponente della Lega e avverte: "Le difficoltà cresceranno e non diminuiranno nei prossimi mesi"

Non basta rinviare le scadenze fiscali a settembre e, anzi, proprio allora gli effetti della crisi raggiungeranno un grado di estrinsecazione massima, secondo i calcoli di Luigi Miranda. Prima ancora che da dirigente regionale e responsabile organizzativo provinciale della Lega, si esprime in qualità di avvocato, titolare dell'affermato studio associato che è stato recentemente insignito del riconoscimento di Boutique di Eccellenza per il Diritto al premio de Le Fonti Awards-Ceo Summit & Awards, che a lui ha conferito il titolo di Avvocato dell'Anno. Invoca una pace fiscale più duratura, e riporta l'esempio emblematico della sua categoria. Se oggi ancora si fatturano prestazioni relative ai mesi precedenti, da maggio ad agosto non ci sarà molto da contabilizzare, considerati i contenziosi quasi azzerati e i mutui non stipulati, solo per citare alcune attività saltate. Per giunta, evidenzia come proprio in virtù del fatturato di marzo, relativo alle pratiche lavorate nei mesi precedenti, il suo studio legale (come del resto altre attività imprenditoriali) non abbia potuto godere dei benefici previsti. Con queste premesse, incardinate in un discorso più generale riferito a liberi professionisti, artigiani e commercianti, propone di sospendere ulteriormente la tassazione.

"L’unica via è un grande piano di 'pace fiscale' – a tutti i livelli – per coloro i quali sono stati colpiti con violenza dalla crisi. Una vera e propria cancellazione delle imposte riferite al periodo del lockdown o, in subordine, uno slittamento dei pagamenti per un periodo molto più lungo di quello che è stato immaginato. Perché verosimilmente le difficoltà cresceranno e non diminuiranno nei prossimi mesi - prefigura l'esponente della Lega - Non c’è altra via, se non quella di veder scomparire un passo alla volta uno degli assi portanti del sistema economico del nostro territorio. Proprio per questo alla leva fiscale va affiancata una robusta decurtazione sugli affitti per quegli esercizi commerciali rimasti chiusi per mesi e contributi economici a fondo perduto più significativi nella loro entità, veri e non presunti, certi e immediati nella loro erogazione e senza complicanze e lungaggini burocratiche. Seguendo l’esempio di ciò che altri Paesi europei che hanno vissuto e vivono il nostro stesso dramma hanno fatto per piccole imprese e lavoratori".

Bisogna fare in fretta, altrimenti gli scenari prospettati si aggraveranno secondo Luigi Miranda. "La provincia di Foggia ha sofferto e continuerà a soffrire. E la politica, soprattutto in questo frangente, ha il dovere di praticare serietà e responsabilità nelle scelte e nelle decisioni. Occorre essere obiettivi: è improbabile lasciarsi alle spalle rapidamente questa situazione. Motivo per il quale è strategico puntare su azioni concrete, non su slogan o promesse senza fondamento. Da un lato è opportuno pensare ad una riapertura nel più breve tempo possibile per tutte quelle attività commerciali effettivamente in grado di garantire le misure di sicurezza, dall’altro è necessario che Governo e Regione puntino su interventi che risparmino ai commercianti un salasso fiscale che non meritano e che li costringerebbe ad abbassare definitivamente le saracinesche".

L'avvocato Miranda si associa al coro delle professioni che lanciano il loro disperato grido di dolore: "Oggi è in gioco la tenuta del nostro sistema, il destino di centinaia e centinaia di esercizi commerciali della nostra provincia, il futuro di tanti onesti imprenditori e l’occupazione legata a questo settore. Contrastare questa bufera è possibile. Ma è necessario dimostrare più coraggio e più determinazione".

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