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Gli agricoltori foggiani aiutano le famiglie più fragili: dai biscotti ai formaggi, maxi donazione per chi ne ha bisogno

Domani 2 aprile, gli agricoltori del mercato di Campagna Amica a Foggia doneranno biscotti, carciofi, cavoli, passate di pomodoro, formaggi al Banco Alimentare per dare un sostegno concreto alle famiglie indigenti

Con l’emergenza Coronavirus e la perdita di opportunità di lavoro anche occasionale si aggrava la situazione e aumenta il numero delle 175.864 persone che in Puglia sono costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o soprattutto con la distribuzione di pacchi alimentari.

Per questo domani 2 aprile, alle 10, gli agricoltori del mercato contadino di Campagna Amica di Via della Repubblica 80 a Foggia doneranno biscotti, carciofi, cavoli, passate di pomodoro, formaggi al Banco Alimentare in modo da dare un sostegno concreto alle famiglie più fragili. “Si moltiplicano i gesti di solidarietà degli agricoltori che, nonostante la crisi economica che sta colpendo anche le campagne, mostrano sempre grande generosità verso gli indigenti”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Soddisfazione per aver ottenuto nel Cura Italia l’aumento di 50 milioni del fondo per l’aiuto agli indigenti – aggiunge dice Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia - per affrontare una situazione che diventa ogni giorno più preoccupante e ad essere offerti dovranno essere prodotti di qualità dell’agroalimentare rigorosamente Made in Italy, come sostenuto dalla campagna #MangiaItaliano”. 

E’ già aumentato del 25% il numero di poveri che hanno bisogno di aiuto in Puglia per mangiare per effetto delle limitazioni imposte per contenere il contagio e la conseguente perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale, secondo una stima di Coldiretti Puglia, in vista della Pasqua, dalla quale si evidenzia che si tratta di una nuova fetta rilevante della popolazione che si aggiunge alle 175.684 persone che in Puglia  lo scorso anno hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni come la Caritas ed il Banco Alimentare che stimano infatti un aumento dal 25% al 30% delle richieste di aiuto nel corso del mese di marzo segnato dall’emergenza Coronavirus.

Per aiutare a combattere la nuova crisi alimentare, un impegno è arrivato direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica che hanno avviato l’iniziativa “Spesa sospesa del contadino a domicilio” che mutua l’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo e che non ha i mezzi per saldare il conto. In questo caso i cittadini che ricevono la spesa a casa attraverso i mercati e le fattorie di Campagna Amica possono decidere di donare un pacco alimentare alle famiglie più bisognose che potranno portare in tavola frutta, verdura, farina, formaggi, salumi o altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero che gli agricoltori di Campagna Amica, in accordo con i Comuni, consegnano gratuitamente entro Pasqua.

Secondo gli ultimi dati Istat le famiglie italiane spendono per prodotti alimentari e bevande in media 462 euro mensili ma nel mese di marzo segnato dall’emergenza Coronavirus si è verificata – sottolinea la Coldiretti - una accentuata polarizzazione dei consumi e affianco all’aumento degli indigenti è scattata per molti una vera e propria corsa per riempiere il carrello con un aumento dagli acquisti al dettaglio di prodotti agroalimentari del 19% a marzo 2020 rispetto allo steso periodo dello scorso anno, secondo le rilevazioni Ismea. Il risultato è che - precisa la Coldiretti - in quasi 4 case su 10 (38%) sono state accaparrate scorte di prodotti alimentari e bevande con l’accumulo nelle dispense soprattutto nell’ordine, di pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%), secondo le rilevazioni Coldiretti/Ixe. Un comportamento pericoloso per la salute, per l’attesa nelle lunghe file, ma che favorisce l’aumento dei prezzi con l’inflazione, le speculazioni dal campo alla tavola e anche – evidenzia la Coldiretti - gli sprechi di cibo in un momento delicato per le forniture alimentari del Paese.

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