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Coop Estense accusa i sindacati: “Hanno rinunciato a salvare i posti di lavoro”

I sindacati si oppongono alle esternalizzazioni e proclamano uno sciopero generale per giovedì 4 giugno. Coop Estense: “La cooperativa era disposta a sottoscrivere un impegno formale per salvare tutti i posti di lavoro”

Da una parte le ragioni dei sindacati che si oppongono alle esternalizzazioni e proclamano lo sciopero generale per giovedì 4 giugno, dall’altra la Coop Estense che “esprime rammarico, stupore e delusione” accusando gli interlocutori di non aver accolto una proposta di accordo che avrebbe salvaguardato tutti i posti di lavoro della rete di vendita in Puglia e Basilicata”.

Si è infatti conclusa con un “nulla di fatto”, la trattativa avviata all’inizio di marzo quando Coop Estense ha pubblicamente dichiarato la necessità di intraprendere un piano di recupero della grave perdita che vive la propria rete al Sud: 50 milioni di euro negli ultimi 5 anni, di cui 12 milioni persi nel 2014.

Queste le motivazioni addotte dal CdA di Coop Estense dopo la riunione del 29 maggio in cui è stato discusso lo stato delle trattative sindacali: “Per far fronte ad una situazione di straordinaria difficoltà che colpisce il Mezzogiorno, ben testimoniata dall’uscita dal Sud di numerose catene del commercio, Coop Estense ha avviato un piano di azioni per  salvaguardare la presenza dell’insegna Coop. Efficienze gestionali, maggiore redditività dalle politiche commerciali,  recupero del costo del lavoro sono i tre ambiti di intervento su cui Coop Estense ha deciso di agire, con l’obiettivo del pareggio economico entro la fine del 2017.

Sul versante del lavoro, con un obiettivo di recupero di 4 milioni di euro, la cooperativa aveva formulato una riorganizzazione delle attività dei reparti Generi Vari e pescherie che avrebbe consentito una riduzione consistente di costi ma che avrebbe anche comportato la messa in mobilità di 227 lavoratori. In questi tre mesi Coop Estense e Sindacati si sono confrontati per ricercare soluzioni alternative che salvaguardassero i livelli occupazionali. Purtroppo il confronto ha sempre visto la sola cooperativa proporre soluzioni, mentre da parte sindacale sono giunti solo vincoli o dinieghi.

Il 14 maggio le Organizzazioni Sindacali hanno respinto una proposta di Coop Estense con la quale la cooperativa avrebbe ridotto della metà l’obiettivo di recupero economico fissato (da 4 a 2,1 milioni di euro), ma salvaguardato interamente i posti di lavoro. La proposta prevedeva la sospensione temporanea del contratto integrativo aziendale, fino al risanamento economico della rete di vendita, e la limitazione degli interventi organizzativi a tre soli punti vendita anziché tutta la rete.

Nella trattativa del 21 maggio Coop Estense ha fatto un ulteriore sforzo rendendosi disponibile a mantenere tutti i posti di lavoro ritirando la procedura di mobilità, ridimensionare gli obiettivi di recupero economico a 1,3 milioni di euro, limitare la sospensione del contratto integrativo solo ad alcune voci economiche, impegnarsi a non aprire nessuna procedura di mobilità né a ricorrere ad ammortizzatori sociali per eventuali esternalizzazioni.

L’accordo su questa proposta sembrava possibile, ma è saltato per una pretesa assurda e inaccettabile delle Organizzazioni Sindacali: la rinuncia a priori per la  cooperativa a sperimentare forme di esternalizzazione. Pretesa inaccettabile poiché ogni azienda ha la necessità di sperimentare nuove forme di organizzazione nella ricerca di maggiore efficienza e competitività (a maggior ragione dove ci sono perdite ingenti come quelle registrate dalla cooperativa). Assurda perché la cooperativa era disposta a sottoscrivere un impegno formale per salvare tutti i posti di lavoro. Il Sindacato per questa assurda pretesa ha fatto una scelta precisa: rinunciare a salvare i posti di lavoro”

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