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Barilla sceglie la Puglia: in tre anni acquisterà 140mila tonnellate di grano duro dagli agricoltori

Nei prossimi 3 anni, il Gruppo di Parma si è impegnato ad acquistare dagli agricoltori della regione Puglia più di 140.000 tonnellate di grano duro. La soddisfazione dell'on. Colomba Mongiello

Maggiore remuneratività per le imprese agricole del territorio, con un prezzo minimo garantito di 280 euro, oltre alla possibilità di accedere ai finanziamenti del MIPAAF per un importo stanziato di 10 milioni di euro. Un grano di alta qualità e sostenibile per Barilla, sfruttando anche le innovative tecniche colturali del sito di supporto alle decisioni granoduro.net. Per una pasta sempre più buona e rispettosa dell’ambiente: in linea con la mission aziendale Good for you, Good for the Planet.

Ci guadagnano tutti gli attori della filiera della pasta della Puglia con i nuovi contratti di coltivazione triennale 2017-2019 del grano duro italiano stipulati da Barilla con gli agricoltori locali. L’accordo presentato oggi, nello stabilimento Barilla a Foggia, alla presenza del management aziendale, dei più importanti firmatari dell’accordo e delle principali istituzioni locali.

I nuovi contratti triennali prevedono un sensibile aumento dei volumi: nei prossimi 3 anni infatti il Gruppo di Parma si è impegnato ad acquistare dagli agricoltori della regione Puglia più di 140.000 tonnellate di grano duro. In 10 anni raddoppiato il prezzo di acquisto del grano duro con i contratti di coltivazione: in Puglia, grazie a questi accordi di filiera, nati circa 10 anni fa, c’è stata una crescita esponenziale dei terreni coltivati a grano duro che sono passati da poche centinaia di ettari ai quasi 17.000 ettari di oggi.

Con grandi benefici economici per gli agricoltori locali: se prima dell’avvento dei contratti di coltivazione il prezzo di acquisto del grano duro ha toccato anche i 150 euro a tonnellata, oggi parliamo di circa 280 euro come prezzo minimo garantito all’agricoltore per il grano Aureo. Un fortissimo rilancio per tutta l’economia locale della Puglia. Oltre ad avere delle prerogative uniche a livello nutrizionale il grano Aureo 100% italiano ha anche un altissimo valore sociale e ambientale.

Dei volumi acquistati da Barilla nel nuovo accordo pluriennale ben 68.000 tonnellate sono di grano Aureo (+35% rispetto al 2016) e 70.000 tonnellate di Svevo. Il grano aureo viene seminato principalmente nelle zone vocate alla produzione di grano duro di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e nel Beneventano per poi essere macinato nel mulino di Altamura.

Questa tipologia di grano viene utilizzata per produrre la celebre pasta Voiello, considerata come una delle eccellenze dell’arte pastaria italiana. Il progetto di coltivazione legato alla varietà Aureo nasce nel 2009, in seguito a un lungo percorso di ricerca e collaborazione di Barilla con l’azienda sementiera “Produttori Sementi Bologna”.

Si tratta di una varietà che unisce un'altissima qualità pastificatoria garantendo quell’eccellenza dei parametri tecnologici come contenuto proteico, pari al 15,5% e forza del glutine - che la caratterizzano come “Top Quality”. Coltivato in Italia, in sostituzione del grano top quality proveniente dall’Arizona, senza l’ausilio dell’irrigazione, consente un risparmio annuo di ben 20 milioni di m3 di acqua e una forte riduzione delle emissioni di CO2 pari a   -3.500 tonnellate.

Queste le parole dell'on. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera e promotrice del Piano Cerealicolo Nazionale: "E' un'ottima notizia l'accordo di filiera chiuso a Foggia tra Barilla e i produttori pugliesi per incrementare la produzione e preservare il prezzo d'acquisto della materia prima dalle fluttuazioni del mercato. E' questa la strada maestra per garantire la tracciabilità e la qualità della pasta, a vantaggio di tutti i segmenti della catena produttiva e dei consumatori, e per ottenere le premialità finanziarie previste dal Piano Cerealicolo, a partire dall'assicurazione sul prezzo. L'accordo concluso a Foggia, capitale italiana del grano duro, conferma che la concorrenza sul prezzo attuata dai produttori stranieri si si contrasta puntando su qualità e tracciabilità - conclude Mongiello - oltre che sull'incremento dei controlli sanitari dei grani importati per impedire l'ingresso in Italia di materie prime potenzialmente pericolose per la salute".

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