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Economia

“Affrontare la drammatica solitudine di disoccupati, anziani indigenti, donne sole senza lavoro”

Pensionati SPI: un mese di congressi in tutta la Capitanata Dal 3 settembre a Rignano al 4 ottobre a Orsara, passando per le città più grandi e i paesi. “Si alla partecipazione vera”

Un popolo intero, quello dei pensionati, e un’intera provincia, quella di Foggia: dal 3 settembre, col primo appuntamento a Rignano Garganico, al 4 ottobre 2018, con la chiusura delle assise di base a Orsara di Puglia, lo SPI Cgil attraverserà tutta la Capitanata per vivere una delle stagioni congressuali più importanti degli ultimi 20 anni. 

Lo Spi è presente con una propria sede, dirigenti e attivisti in 34 centri della Capitanata. Sui Monti Dauni, l’area dove maggiore è la presenza di anziani e la necessità di sostegno ai pensionati, Spi-Cgil è attivo con 10 sedi. I congressi attraverseranno tutta la provincia, dal Gargano al Tavoliere, dalle città più grandi ai centri più piccoli. “La provincia di Foggia e l’intero Paese stanno vivendo un periodo storico molto complesso e difficile, per questo è ancora più importante portare la partecipazione e il confronto vero, non quello virtuale di facebook, nel maggior numero di piazze, città e borghi della Daunia”, ha spiegato Franco Persiano, segretario generale SPI Cgil Foggia. 

“Quelli che ci accingiamo a svolgere saranno dei congressi aperti all’intera cittadinanza, non solo ai nostri iscritti ai quali spetterà il compito di votare i documenti congressuali”, ha aggiunto Persiano. “In tutta Italia, c’è chi alimenta il vento della paura per far dimenticare ai cittadini le vere questioni: qui servono politiche per il lavoro ai giovani, occorre che le promesse sulle pensioni non restino tali, è necessario che su scuola, ricerca e vera formazione si torni a programmare e investire, non è più derogabile un’attenzione più efficiente e puntuale sul diritto alla casa, alla salute, all’invecchiamento attivo”, ha continuato il segretario generale di SPI Cgil Foggia. 

“Mentre tutta l’attenzione mediatica si concentra sulla caccia alle streghe in tema di immigrati, interi territori sono sotto lo scacco della criminalità organizzata italiana e, nel frattempo, nelle nostre città dove le periferie sono diventate dormitori, non si pensa a costruire presidi di socialità e aggregazione che restituirebbero sicurezza e vivibilità, oltre a contrastare la solitudine e l’inedia di intere generazioni”. 

Per il sindacato dei pensionati, i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo rappresentano “uno spartiacque tra il prima e il dopo, che ci spinge a guardare in modo diverso al ruolo e al futuro dell’azione sindacale. “Il numero degli esclusi da tutto, in questi anni, è vertiginosamente aumentato: i giovani senza lavoro, gli anziani soli e al minimo della pensione, i lavoratori italiani e stranieri sfruttati con contratti da fame o a nero, le donne che non sono messe nelle condizioni di avere una occupazione o di poterla conciliare con gli impegni familiari chiedono un cambiamento reale della politica e della società, un cambiamento che significa sostegno, servizi, efficienza del pubblico, diritti veri. 

L’ascensore sociale, quella possibilità di cambiare le proprie condizioni in meglio, non funziona più da molto tempo. La risposta a quelle drammatiche e urgenti necessità, è stato il fumo del consenso basato su paura, odio e rancore. E’ da questo corto circuito che bisogna uscire, perché individualismo, populismo e intolleranza non portano da nessuna parte, se non a una versione aggiornata e non meno pericolosa di razzismi e fascismi. 

A questa situazione, noi opponiamo una rete di solidarietà e di valori estesa e attiva ovunque, tutto l’impegno che stiamo mettendo con iniziative e progetti come le giornate itineranti su partecipazione, diritti e cultura, le università della terza età, l’apertura di nuove sedi in paesi e periferie, il lavoro sui tavoli di concertazione dei Piani Sociali di zona, le campagne di contrasto ai fenomeni tragici del caporalato e delle mafie che sfruttano in lavoro bruciando il futuro, la netta contrapposizione al razzismo e ai nuovi fascismi. 

Dobbiamo far vincere la speranza, coltivandola concretamente, battendoci per le fasce più deboli, aiutando le persone a superare la paura dell’oggi e del domani. Sono i valori fondanti della nostra organizzazione, e noi continueremo a impegnarci affinché siano nuovamente e pienamente affermati”, ha concluso Franco Persiano. 
 

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