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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il virus rallenta il volo del Gino Lisa. Si attende la fine del lockdown. E intanto spunta l'idea di una 'torre di controllo remota'

"Il cantiere andrà avanti, auspichiamo già dal 4 maggio". Il presidente Sergio Venturino fiducioso sui tempi dell'allungamento della pista nonostante il lockdown. Il suo gruppo studia già soluzioni per contenere i costi dello scalo

"I lavori sono andati avanti regolarmente, con solo pochi giorni di ritardo sulla tabella di marcia, dovuti alle bonifiche degli ordigni bellici inesplosi rinvenuti negli scavi, fino a che l’emergenza nazionale ha imposto l’inevitabile stop generale lo scorso 2 aprile. Sono stati finora completati i lavori al 50/60%". A riferire lo stato dell'arte all'aeroporto di Foggia è Sergio Venturino, presidente del comitato Vola Gino Lisa che durante questi giorni di quarantena ha continuato a seguire l'andamento degli interventi di allungamento della pista, restando in contatto con le istituzioni regionali per conoscere gli eventuali risvolti del lockdown.

"Allo stato attuale - fanno sapere dal comitato - non ci sono particolari problemi tecnici/burocratici per la chiusura dei lavori rispetto ai tempi previsti, al netto dello slittamento causato dalla pandemia Covid-19. Come appena ribadito da Aeroporti di Puglia, il cantiere andrà avanti, auspichiamo già dal 4 maggio".

Il comitato si è concentrato anche sul futuro dello scalo, soprattutto alla luce del contesto di crisi mondiale del trasporto aereo. Di qui il pressing per la trasformazione in hub strategico della Protezione Civile, considerata una valida soluzione per il rilancio. "Nell’immediatezza, è certamente necessario portare avanti l’idea del presidente della Regione Puglia e di Aeroporti di Puglia di trasformare il Gino Lisa nella base regionale della Protezione Civile. Lo abbiamo capito ancora di più in questi giorni quanto sia importante questo passaggio".

Sergio Venturino ne parla come il primo vero obiettivo da raggiungere nel post-emergenza, a pista ultimata, e pensa ad una piattaforma al servizio del Centro-Sud e non alla mera base di qualche canadair. Per il prossimo futuro, guardando al piano industriale, per contenere i costi di gestione, rispolvera un input già lanciato nel 2016 in uno studio di fattibilità redatto con l'ausilio dell'ingegnere Giuseppe Petracca: la torre di controllo remota. Un sofisticato sistema, con elevati standard di sicurezza, sostituirebbe i controllori di volo, fisicamente presenti in un altro aeroporto di norma più grande.

"Il vantaggio è il grande risparmio sui costi per gli aeroporti a basso traffico, che altrimenti potrebbero dover chiudere per insostenibilità economica: anziché tenere fissi i controllori di volo nella torre dello scalo minore (che sono quindi inattivi per la maggior parte del tempo se i voli sono pochi, con grande inefficienza sui costi), il servizio di controllo viene erogato (e pagato) 'on demand' al momento dei pochi decolli/atterraggi" .

Il comitato ha calcolato anche i costi dell'operazione per Foggia: se un servizio di torre di controllo tradizionale necessario per un traffico aereo civile di almeno 16 ore al giorno, dalle 7 alle 23, costerebbe sui 2 milioni di euro l'anno; una torre di controllo remota costerebbe sui 400mila euro l'anno, ovvero il 20%, e sarebbe operativa h24 e con qualsiasi meteo, costituendo un vantaggio anche per la Protezione Cvile.

Enav - fanno sapere - ha investito nel suo Piano Industriale 2018-2022 ben 650 milioni di euro per avviare i centri di controllo remoto di Milano e Roma. "In una fase successiva (quindi dal 2023 in poi) ENAV intende attrezzare per il controllo remoto anche gli altri suoi due centri nazionali di controllo del volo, Padova e Brindisi.

Poiché Foggia ricade nella zona di controllo Fir (Flight Information Region) di Brindisi, il Gino Lisa potrebbe benissimo essere un suo 'progetto pilota' per sperimentare la Remote Tower da Brindisi su Foggia, su uno scalo operativo ma poco trafficato, e quindi particolarmente adatto ad una prima implementazione di test, riproducendo in piccolo quanto fatto per il progetto Racoon da Malpensa su Linate".

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