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"La situazione è drammatica". 22 ludoteche ferme al palo nel Foggiano. Sos dalla Puglia: "Rischiamo di non ripartire"

Nella provincia di Foggia, secondo quanto censito dal gruppo, sono almeno 22 le realtà ferme al palo. Con personale in cassa integrazione e con perdite nell’ordine di migliaia di euro al mese. De Martinis: “La situazione è drammatica per tutti. Nei risvolti del decreto ci sarà il nostro futuro"

Le saracinesche sono giù da settimane. Il silenzio ha preso il posto del vociare allegro dei bambini. Le luci spente nascondono i colori dei giochi e delle attività riservate ai più piccoli. Il sistema dei servizi ludici - che oltre alle ludoteche comprende anche parchi gioco, sale feste e centri estivi - è in balìa degli eventi: attività (come molte) sull’orlo del fallimento ‘causa Coronavirus’, ma ancora senza indicazioni precise su possibili aperture (quando e soprattutto se), prive di linee guida ufficiali su come poter operare in sicurezza, senza risposte alle richieste di aiuto economico.

“Eppure le attività ludiche rispondono a specifiche necessità dei bambini e, con l’approssimarsi dell’estate, costituiscono un importante punto di riferimento per tutte quelle famiglie impegnate col lavoro”, spiega il foggiano Michelino De Martinis, titolare di ludoteca e referente per la provincia di Foggia del gruppo ‘Ludoteche e Parchi Gioco per la Puglia’, costituito in maniera virtuale per avviare un dialogo proficuo con le istituzioni in questo momento di emergenza.

“Senza dimenticare che, dietro queste attività, c’è tutto un indotto completamente paralizzato”, puntualizza. Da qui la richiesta: “Noi che amiamo i bambini, ci prendiamo cura di loro, regaliamo sorrisi ed emozioni: non lasciate che le nostre attività, piene di colori e ricordi per un bambino, dopo tanti sacrifici, chiudano”, si legge nella lettera aperta che il gruppo ha inviato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Il documento, sottoscritto da 60 realtà pugliesi (“ma nel frattempo siamo diventati un centinaio”, precisa De Martinis, “e altre si stanno aggiungendo man mano”), è un vero e proprio S.O.S. lanciato all’ente regionale, insieme alla comunicazione già inviata al premier, Giuseppe Conte. “La nostra è una categoria relativamente giovane, ma in continua crescita. Con il tempo queste strutture si sono perfezionate, diventando un punto di riferimento ed incontro importante sul territorio per le famiglie con bambini”, con una utenza stimata di 70mila unità all’anno.

Eppure, denunciano i titolari delle ludoteche, “ad oggi non esiste una normativa specifica che possa tutelare la nostra categoria, quindi, pur avendo subito di riflesso l’arresto dell’attività rischiamo di non riprendere l’erogazione dei nostri servizi. Questo provocherebbe, oltre che una grave perdita economica per migliaia di operatori del settore, anche una grave carenza di servizi per migliaia di famiglie, che ormai da anni si appoggiano alle nostre strutture per i più svariati servizi, che vanno dal semplice, ma non meno importante, momento di divertimento e svago, fino al servizio più complesso di custodia, baby parking, laboratori, gestione eventi e feste, nonché centri estivi”.

Nella provincia di Foggia, secondo quanto censito dal gruppo, sono almeno 22 le realtà ferme al palo. Con personale in cassa integrazione e con perdite (intese come spese fisse a fronte di mancati guadagni) calcolate - chi più, chi meno - nell’ordine di migliaia di euro al mese. “La situazione è drammatica per tutti - spiega De Martinis – attendiamo i risvolti del decreto per capire quali prospettive avremo, cosa ci attende. Senza risposte, senza indicazioni ufficiali non possiamo nemmeno ipotizzare una possibile riorganizzazione del lavoro e degli spazi. Siamo bloccati su tutto”, continua. L’unica certezza è che i bandi messi in campo dalla ministra Bonetti, coinvolgeranno il Terzo Settore nell’affiancamento dei genitori. Ma in che modo?

Gli interrogativi che attanagliano la categoria sono molteplici: bisognerà aumentare il personale per creare più gruppi ristretti di bambini? Si potranno accogliere solo un tot di utenti per mq? Quali protocolli igienico-sanitari seguire ed adottare? A quali spese, a quali costi andare incontro? Tutte richieste lecite e legittime. “Vorremmo sapere come dovremo e potremo muoverci. E, perché no, anche valutare, in totale autonomia, se converrà stare chiusi o riaprire”. Un grande salto nel buio. Sul punto, quindi, diventa fondamentale quel ‘salvagente’ che solo gli enti possono lanciare alla categoria: “E’ necessaria una partnership con enti statali e una concessione di contributi a fondo perduto per la gestione di centri estivi in supporto al Terzo settore per iniziative di co-progettazione”, spiegano i titolari delle ludoteche di Puglia.

Tra le richieste del gruppo, quindi, vi è “l’accesso a fondi di liquidità per l’acquisto di materiale di sanificazione e dispositivi di protezione individuali, sia per il personale che per gli utenti” (oppure la fornitura di tali presidi direttamente dall’ente), la possibilità “di usufruire di bandi di liquidità a fondo perduto o direttamente alle strutture o per le famiglie, per far ripartire e per mantenere le strutture aperte rispettando i pagamenti relativi ai costi fissi e dell’eventuale personale dipendente” ed infine di poter “avere un incontro per un tavolo tecnico (come sta già avvenendo per la Regione Liguria e la Regione Toscana e dove sono avvenuti i primi incontri) per formulare proposte”.

Poiché la sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario sarà un aspetto prioritario “si chiede, non da ultimo, un protocollo sanitario da adottare nelle nostre strutture e un formulario per il riconoscimento delle responsabilità nel nostro settore”. I bambini sono tra i più esposti alle conseguenze psicologiche e sociali dell’isolamento prima, e del distanziamento sociale poi: “Attendiamo risposte certe e ufficiali”, conclude De Martinis. Per le attività e per i loro piccoli utenti.

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