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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Un unico presidio Covid da 150 posti letto nella sede del 'D'Avanzo': la strategia del 'Riuniti' per isolare il virus

Lo ha annunciato il direttore generale Vitangelo Dattoli, durante il talk in web promosso dall’università di Foggia sul tema ‘Sanità’. "Questa è la prospettiva alla quale stiamo lavorando, da perfezionare in tempi rapidi”

Un unico presidio che faccia da collettore di tutti i percorsi Covid. Questa la prospettiva cui sta lavorando la dirigenza del Policlinico Riuniti per il prosieguo della gestione dell’emergenza sanitaria di Coronavirus.

Lo ha annunciato il direttore generale del ‘Riuniti’, Vitangelo Dattoli, durante il talk in web promosso dall’università di Foggia sul tema ‘Sanità’. “Bisogna individuare dei presidi stabili: dopo l’avamposto del ronto soccorso, la prima linea, noi abbiamo creato le seconde (le aree grigie) e le terze linee;  queste ultime sono quelle che vanno rese compatibili col nuovo presidio Covid”, spiega Dattoli.

“Le aree grigie danno la possibilità di coniugare il dato di laboratorio con il dato clinico, che assume significato importante tanto quanto un tampone”, spiega in maniera più didascalica. “Accanto alle aree grigie ci sono i percorsi: abbiamo costruito nell’ospedale percorsi nefrologici-covid, chirurgici-covid, ostetrici-covid, cardiologici-covid paralleli a quelli no-covid. Bene, fatto salvo l’avamposto del pronto soccorso, tutti questi dovrebbero attecchire in un presidio Covid”

“La nostra proposta è quella di creare un presidio che immaginiamo di 150 posti letto, con tutte le specialità, nella sede dell’ospedale ‘D’Avanzo’, storica sede delle pneumologie. In questo sito proporremo in maniera tecnica di allocare l’offerta delle malattie infettive e sviluppare, sin da subito delle terapie sub-intensive e di rianimazione, ma anche reparti operatori e le principali diagnostiche così da evitare di riproporre cesure all’interno dell’ospedale che, da una parte sono sempre pericolo di contagio, dall’altra interrompono o rallentano la normale vita di un ospedale. Questa è la prospettiva sulla quale stiamo ragionando, da perfezionare in tempi contingentati”, conclude Dattoli.

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