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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il carcere di Foggia visto dai Radicali: "La solitudine di un’emergenza quotidiana"

Diminuisce la popolazione carceraria, che resta comunque over quota. Una struttura per molti versi vecchia ed obsoleta, un "carrozzone" che va avanti grazie agli sforzi di direzione e polizia penitenziaria. "E la politica locale dov'è?"

Carcere di Foggia, solitudine di un’emergenza quotidiana. Lapidario il commento della delegazione dell’associazione “Maria Teresa di Lascia” che, lo scorso 3 gennaio, ha effettuato una visita al’interno della struttura carceraria foggiana.

Come sta avvenendo in tutta Italia, infatti, i Radicali stanno visitando le case circondariali per valutare le condizioni di vita della popolazione detenuta e quelle di chi opera e lavora all'interno delle carceri; a Foggia, la delegazione era composta dal segretario dell’associazione, Norberto Guerriero, dalla presidente, Anna Rinaldi, da Matteo Ariano, membro della giunta nazionale di Radicali Italiani e dall’avvocato Ivana de Leo.

Si tratta della terza visita negli ultimi 12 mesi all'interno di questo istituto. Come gia sottolineato l'estate scorsa, i dati forniti dall'amministrazione penitenziaria evidenziano una progressiva riduzione della popolazione carceraria dell'Istituto foggiano, oggi a quota 422 detenuti a fronte di una capienza reale di 349 posti letto. Sono lontani i numeri critici del 2013 quando si superavano le 750 unità ed oggi il sovraffollamento nel carcere di Foggia, anche grazie all'opera incessante di denuncia dei radicali, può dirsi superato.

E' indubbio che gli interventi legislativi posti in essere dall'Italia a seguito della sentenza di condanna per trattamenti inumani e degradanti da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU Torregiani ed altri) stiano producendo effetti positivi. Tuttavia rimangono forti le criticità all'interno del carcere foggiano nonostante gli sforzi e l'impegno della direzione e dell'amministrazione carceraria, cui và riconosciuto il merito di governare, purtroppo spesso in solitudine, una quotidiana emergenza ignota agli occhi della maggior parte dei cittadini.

I Radicali denunciano con forza le condizioni della struttura, risalente agli anni '80, ma ormai obsoleta, segnata dal tempo e dall'incuria, nella quale sono costretti a vivere i detenuti e a lavorare gli agenti della polizia penitenziaria, il personale medico-sanitario e amministrativo. Gli edifici dei plessi “vecchio” e “nuovo”, destinati ai detenuti uomini, richiederebbero interventi strutturali di manutenzione con celle, in molti casi, ancora prive di docce interne ed un sistema idrico insufficiente a garantire acqua calda corrente durante i mesi invernali.

Migliori le condizioni della sezione femminile anche se i Radicali denunciano che l'area destinata al  "passeggio" risulta inagibile, nonostante da mesi sia stato previsto un intervento di ristrutturazione,  e le detenute siano costrette in un cortile inadeguato a tale funzione. Può considerarsi una struttura in tali condizioni idonea ad assolvere la funzione di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti?

I Radicali foggiani proseguono la loro analisi denunciando con forza le condizioni di lavoro cui sono costretti gli ufficiali ed agenti della polizia penitenziaria. La pianta organica prevista dal ministero è di 322 unità, ma quelle effettivamente disponibili sono solo 283, numero che si riduce in ragione di ferie, riposi, permessi, malattie. A ciò si aggiungono l'anzianità di servizio e l'età anagrafica molto elevate che rendendo ancor più gravose le mansioni logoranti della polizia penitenziaria.

La situazione, in prospettiva, non è destinata a migliorare se si considera che l'attuale blocco delle assunzioni impedisce l'immissione di personale più giovane da affiancare a  quello più esperto. Questo quadro critico si aggrava a causa delle carenze della Magistratura di Sorveglianza. Attualmente è presente un unico magistrato di Sorveglianza competente per l'intera Capitanata, e ciò non rende agevole l'assolvimento delle delicatissime funzioni, traducendosi in un'ulteriore denegata giustizia.

I Radicali foggiani anche in quest’occasione, invitano tutti ad un'attenta e lucida analisi della situazione, che vada anche oltre sterili cifre e tabelle, per cogliere l'effettiva realtà carceraria, ancora e sempre più  oggetto di pregiudizi e luoghi comuni. L'associazione "Mariateresa Di Lascia" sottolinea, inoltre, di aver constatato i molti meriti della direzione nella gestione dell'Istituto e la capacità della Polizia penitenziaria di gestire, nella gran parte dei casi e con sufficiente attenzione, le quotidiane criticità ed emergenze.

Ma denuncia, altresì, la persistente assenza della politica locale, nei confronti della realtà carceraria ed invita, ancora una volta, l'Amministrazione comunale a procedere  alll'introduzione della figura del "Garante comunale dei detenuti",  figura che è risultata essere una ottima risorsa nelle realtà territoriali nelle quali è, da tempo, operante. Perché il carcere di Foggia è parte della stessa città e i detenuti sono cittadini dello stesso territorio. Se davvero vogliamo che il carcere sia luogo di rinascita ad una nuova vita e non semplice luogo di reclusione.

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