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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Vieste

Marijuana nascosta in un tombino: arrestati ‘Il toro’ e la sua compagna

Detenzione in carcere per Carmine Maiorano, già noto alle forze dell’ordine e vicino agli ambienti criminali locali, e ai domiciliari per Katia Della Malva. Obbligo di presentazione nei confronti della madre di lui e di una amica

Nella mattina di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia, coadiuvati dai militari della Tenenza di Vieste, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e della Compagnia di Intervento Operativo dell'11° Reggimento Carabinieri Puglia di Bari, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, con la quale è stata disposta la detenzione in carcere di Carmine Maiorano, 35enne del posto, soprannominato “il Toro”, già noto alle forze dell’ordine nonché "vicino" agli ambienti criminali locali, e gli arresti domiciliari per la sua compagna, Katia Della Malva, anch’ella di Vieste e già nota alle forze dell’ordine, per la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Disposta, inoltre, la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria nei confronti della madre dell’uomo, V. M., 64enne, e della loro amica A. R. di 27 anni, entrambe incensurate, per i reati di favoreggiamento personale e reale.

I fatti contestati risalgono al mese di aprile 2017, quando la coppia si era resa responsabile della detenzione ai fini di spaccio di oltre un chilogrammo di marijuana, che tenevano nascosta in un tombino presso l’abitazione della madre di Maiorano.

L’uomo, che dal 28 marzo 2017 si trova ristretto nel carcere di Foggia in quanto arrestato, sempre dai Carabinieri, per la rapina a mano armata ai danni della Gioielleria dei Nobili di Monte Sant’Angelo del precedente 18 febbraio, aveva dato alla moglie istruzioni, tra le altre cose, anche in ordine alla gestione dello stupefacente destinato allo spaccio sulla piazza viestana.

Le indagini dei Carabinieri del N.O.R.M. di Manfredonia, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, hanno però permesso di recuperare interamente il considerevole quantitativo di marijuana, nonché di cristallizzare gli elementi di prova a carico della coppia, in merito alla detenzione a fini dispaccio di quello stupefacente, e di evidenziare le azioni di favoreggiamento personale e reale posti in essere, in quello stesso periodo, dalla madre e dall’amica dei due.

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