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Giovedì, 25 Aprile 2024

Minacce e percosse agli spacciatori che si rifornivano altrove: così il clan Raduano dominava il mercato della droga

Un duro colpo alla mafia di Vieste, quello inferto dalla DDA di Bari, che ha emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, a carico dei viestani Marco Raduano, classe 1983, Liberantonio Azzarone, classe 1990, Gianluigi Troiano, classe 1993 e Luigi Troiano, classe 1963

Il fermo, operato a un anno di distanza dalla strage nella stazione di San Marco in Lamis, scaturisce da una complessa e articolata attività di indagine sul fenomeno della criminalità organizzata operante sul Gargano.

In particolare, le investigazione svolte a Vieste, teatro di una sanguinosa faida dove si sono registrati diversi omicidi e tentativi di omicidio da parte dei due gruppi criminali in lotta per la leadership del traffico di sostanze stupefacenti, hanno consentito di individuare un’associazione a delinquere con a capo Marco Raduano, ex luogotenente di Angelo Notarangelo, detto ‘Cintaridd’, assassinato nel gennaio del 2015, finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, dalla cocaina all’hashish, passando per la marijuana, destinati alle piazze di spaccio di Vieste e dei comuni limitrofi.

Nell’associazione svolgeva un ruolo fondamentale come promotore e organizzatore anche il nipote di Raduano, Liberantonio Azzarone, considerato autentico braccio destro dello zio, di cui faceva le veci durante i periodi di detenzione in carcere, rispettando e facendo rispettare ai suoi accoliti le disposizioni lasciate loro in consegna dal boss.

Le indagini hanno permesso di individuare l’importanza di altri due fedelissimi di Raduano, ovvero Luigi e Gianluigi Troiano, rispettivamente padre e figlio, i quali avevano il delicato compito di stoccare e custodire le ingenti quantità di stupefacenti, talvolta servendosi delle abitazioni estive presso le quali svolgevano mansioni di guardiano, all’insaputa degli ignari proprietari. Gli indagati sono accusati di aver acquisito, detenuto e spacciato grossi quantitativi di droga: dai riscontri dell’attività di indagine si è giunti al sequestro, il 30 marzo scorso, di 850 grammi di cocaina purissima, nascosta in un barattolo per conserve alimentari e interrato in un fondo agricolo in località Palude Mezzane a Vieste, e di 150 kg di marijuana, nascosti nell’abitazione di un ignaro turista in località Molinella, e rinvenuti il 15 ottobre dello scorso anno.

Agli indagati è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso, in quanto l’associazione metteva in atto minacce e violenze nei confronti dei soggetti che, senza rivolgersi al gruppo capeggiato da Raduano, intendevano spacciare a Vieste approvvigionandosi della droga da altri gruppi.

Attraverso l’attività investigativa, svolta sia attraverso metodi classici che con le intercettazioni telefoniche e ambientali, si è accertato, inoltre, che la droga e le armi micidiali poste sotto sequestro lo scorso 3 maggio in occasione dell’arresto di Giovanni Surano altro elemento di spicco del clan Raduano – in realtà fossero custodite dall’uomo proprio per conto dell’associazione in questione. In quell’occasione i militari sequestrarono un fucile da guerra kalashnikov con silenziatore, un fucile a pompa, 5 pistole e numerose munizioni, oltre a 20 kg di marijuana, 7 di hashish e un chilo di cocaina e materiale per il confezionamento della droga.

A Raduano sono state inoltre contestate l’aggravante di aver commesso i crimini mentre era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, nonché ripetute violazioni della stessa misura, essendosi recato diverse volte fuori dal comune di Vieste. La misura urgente di fermo di indiziato di delitto si è resa necessaria per l’esistenza di un concreto pericolo di fuga degli indagati, coinvolti nella sanguinosa faida per il controllo delle attività illecite nel comune di Vieste. Da qui la necessità di trarli in arresto. Nel corso delle operazioni è stata sequestrata una Audi Q3 in uso a Raduano e utilizzata per trasportare la droga. Gli arrestati sono stati associati presso il carcere di Foggia.

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