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Spettacolo alle Tremiti: liberata tartaruga Caretta Caretta, era rimasta impigliata nelle reti a strascico

Due giorni nelle Isole Tremiti segnano l’inizio del viaggio della Goletta Verde lungo le coste pugliesi. La storica imbarcazione di Legambiente, ormai alla sua 33esima edizione, è ripartita quest’anno il 23 giugno da Lignano Sabbia d’Oro ed è giunta nelle isole Tremiti per festeggiare i trent’anni dell’Area Marina Protetta.

“Quest’anno si celebra il trentesimo anniversario dell’Istituzione della Riserva naturale marina delle Isole Tremiti - dichiarano Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -, un patrimonio naturale da conservare e proteggere, un esempio preziosissimo di biodiversità sia floristica che faunistica. Per questo sosteniamo la richiesta del Parco Nazionale del Gargano e chiediamo al Ministero dell'Ambiente di accelerare l'iter per l'ampliamento della Riserva Naturale marina delle Isole Tremiti. Alla Regione Puglia chiediamo invece di procedere a istituire sia una Zps (zona di protezione speciale) per la protezione della Berta maggiore sia un SIC (sito di interesse comunitario) marino a protezione delle Foreste di Corallo nero, scoperte nell’ambito della ricerca finanziata dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dal National Geographic Society”.

In occasione del trentennale dell’AMP, a largo delle Tremiti Goletta Verde ha liberato una tartaruga della specie Caretta Caretta. 21 kg di peso, circa 15 anni di età, era stata catturata accidentalmente con rete da strascico nel tratto di mare tra Torre Mileto e le Tremiti. A salvarla sono stati i pescatori imbarcati sulla motopesca “Matteo Conoscitore”, che hanno allertato il Centro Recupero Tartarughe Marine “Tartanet” di Manfredonia gestito da Legambiente, che ha ricoverato l'animale sottoponendolo a una serie di controlli per verificarne lo stato di salute. Una volta immerso in una delle vasche di degenza, l'esemplare ha manifestato evidenti problemi di galleggiamento e nei giorni successivi ha iniziato a espellere una gran quantità di frammenti di buste di plastica che aveva ingerito. Le tartarughe marine, infatti, spesso scambiano gli shopper di plastica per meduse, uno dei loro alimenti preferiti. 

La tartaruga è stata liberata ieri 9 luglio alle Isole Tremiti in occasione della tappa di Goletta Verde, dopo alcune settimane di terapie ad opera di Giovanni Furi e Giovanni Totaro, rispettivamente Direttore e Veterinario del Centro. Soprannominata Speranza, è una delle circa 1.000 tartarughe che negli ultimi 5 anni sono state salvate dal Centro Recupero Tartarughe Marine di Manfredonia, creato e potenziato grazie ai fondi europei del programma LIFE, attualmente inserito nel progetto TARTALIFE coordinato dal CNR.

Speranza, come le altre tartarughe che vivono nei nostri mari, è una specie in via di estinzione fortemente minacciata dalla pesca professionale, dal traffico nautico e dall'inquinamento, soprattutto quello di rifiuti plastici. Sacchetti, bottiglie e stoviglie, cotton fioc, lenze e imballaggi di vario tipo vengono sempre più spesso rinvenuti nello stomaco degli animali che, come Speranza, vengono ricoverati nei Centri di Recupero dove i ricercatori hanno documentato che più del 50% degli esemplari ha ingoiato questi materiali.

Una volta ingerita, la plastica non si degrada nell’organismo, ma provoca svariate anomalie tra cui blocchi intestinali, soffocamento, senso di sazietà e problemi di galleggiamento. Alcuni esemplari rimangono intrappolati in rifiuti a forma di lacci o in reti di nylon che, quando non portano alla morte, possono tuttavia causare ferite, lesioni o deformità. Un altro grave problema è inoltre rappresentato dalle microplastiche, frammenti piccoli e insidiosi, che nel Mediterraneo raggiungono concentrazioni record di 1,25 milioni di frammenti per chilometro quadrato. Si tratta di una minaccia non solo per le tartarughe marine, perché, secondo gli studi, entrano nella catena alimentare e mettono a rischio anche la salute umana. La plastica sulle spiagge mette a rischio anche le nidificazioni, con possibili ripercussioni sullo sviluppo della schiusa e sulla nascita dei tartarughini.

Per contribuire alla salvaguardia delle tartarughe marine, Legambiente ha lanciato la campagna Tartalove che promuove l’adozione simbolica degli esemplari ricoverati nei centri gestiti dall'associazione, finanziando le attività necessarie alla loro cura e tutela. Sul sito www.tartalove.it è possibile visionare le foto e le brevi storie delle tartarughe da adottare per sé o come regalo. Per ogni donazione verrà inviato un piccolo kit di adozione paper-free che include un certificato di adozione, una fotografia della tartaruga scelta e un racconto più ampio della sua storia. Perché ogni esemplare ha una storia da raccontare. L’adozione simbolica è un gesto concreto che contribuisce a finanziare le spese vive dei centri di recupero, le medicine necessarie, gli interventi veterinari e le attività di monitoraggio dei nidi. 

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