A Foggia "il quadro è preoccupante": famiglie si indebitano per migliaia di euro. Cavaliere (antiusura): "Dato allarmante!"
Il presidente della Fondazione Buon Samaritano commenta i dati della Consulta Antiusura sul sovraindebitamento delle famiglie: "È aumentato l'importo medio richiesto dalle famiglie. Vanno fatti più controlli sulle attività delle finanziarie che prestano soldi troppo facilmente"
Quasi due milioni di famiglie in fallimento economico. Un aumento del 53% registrato tra il 2006 e il 2016. Sono i dati allarmanti sul sovraindebitamento delle famiglie italiane – di conseguenza a maggiore rischio usura – stilati dalla ricerca della Consulta Nazionale Antiusura, oggetto di un convegno tenutosi martedì alla Fiera del Levante.
Nella tabella delle città italiane Foggia risulta tra le retrovie, occupando un mesto 98esimo posto: solo 9 città hanno raggiunto risultati peggiori. “Abbiamo riscontrato un notevole incremento di famiglie sovraindebitate anche a Foggia”, spiega a FoggiaToday Pippo Cavaliere, presidente della Fondazione Buon Samaritano, da oltre 20 anni al fianco delle famiglie in difficoltà e a maggiore rischio usura.
Quali sono le cause?
“Sicuramente il momento congiunturale sfavorevole determinato dalla crisi finanziaria globale ha avuto un peso determinante. Ma io evidenzierei anche l’incremento delle politiche restrittive che stanno portando avanti gli istituti di credito. Questo improvviso irrigidimento pregiudica notevolmente la situazione per quelle famiglie e imprese in difficoltà che si trovano di fronte a richieste di rientri improvvisi”.
Ci sono però altre forme di prestito ai quali le persone si affidano
“Sì. Durante il convegno ho palesato la necessità da parte dello Stato e della Banca d’Italia di porre una maggiore attenzione alle attività delle finanziarie. A nostro parere, contrariamente alle banche, le finanziarie concedono prestiti troppo facilmente. Ci siamo trovati di fronte al caso di una persona esposta con ben dieci finanziarie. Nel momento in cui non riesci ad accedere al credito bancario ti rivolgi a una finanziaria, che ti concede il prestito con una parte del quale copri i debiti e con un’altra parte provvedi ai bisogni del ménage familiare. Succede che poi non riesci a coprire il debito e ti affidi a un’altra finanziaria per coprire la prima. E così via. Si crea una catena che alla fine non aiuta la persona in difficoltà, ma finisce solo per affossarla definitivamente”.
Nella ricerca della Consulta Nazionale Antiusura, l’ultimo quartile vede la presenza esclusivamente di città del sud (a parte Imperia).
"È indice di povertà. A Foggia abbiamo un reddito pro-capite piuttosto basso, circa la metà rispetto alle province del Triveneto, per fare un esempio. Normale che in presenza di redditi bassi, molto spesso insufficienti a sbarcare il lunario o a garantire un minimo di vivibilità alle famiglie, con un così alto grado di disoccupazione (soprattutto quella giovanile che a Foggia è tra le più alte in Italia) la gente si indebiti. E molto spesso lo fa solo per soddisfare le esigenze basilari. Certo, a volte capita che si commettano errori o che si faccia un passo più lungo della gamba”.
Ecco, ci sono anche i casi di investimenti sbagliati
“Certo. Anche perché molto spesso la gente viene fuorviata da pubblicità ingannevoli, come quelle che si vedono nei centri commerciali, quando promuovono l’acquisto di un prodotto che si può iniziare a pagare dopo un anno. Sono messaggi ingannevoli che fanno nascere falsi bisogni e contribuiscono a incrementare il sovraindebitamento”.
E poi?
“Poi c’è la piaga del gioco d’azzardo, un autentico dramma sociale. C’è chi pensa di risolvere i problemi giocando, senza rendersi conto che, così facendo, complica solo la situazione. Ci siamo imbattuti in molti casi un cui per ripianare debiti di gioco si è ricorsi al debito per usura. Senza contare l’effetto devastante che i debiti di gioco hanno sul piano sociale: quando una famiglia vive un disagio economico del genere si assiste spesso a una disgregazione del nucleo familiare. Un figlio non accetta di dover rinunciare agli studi o a un’uscita fuori con gli amici perché i genitori sperperano lo stipendio giocando alle macchinette o al Gratta e vinci”.
Qual è la situazione delle famiglie foggiane?
"Il quadro è preoccupante, ma c’è una cosa che ci allarma di più, ovvero il considerevole aumento della media dell’indebitamento delle persone che si sono affidate alla Fondazione. Prima gli importi richiesti si aggiravano tra i 10mila e i 15mila euro. Adesso quella è la base di partenza. Un dato preoccupante perché risanare un debito di 15mila euro è più semplice, diverso quando ci si trova di fronte a debiti di decine di migliaia di euro. Anche perché l’orizzonte economico non è dei più favorevoli e risanare situazioni così pesanti non è mai semplice”.
A livello di politiche economiche, quali misure si possono adottare quanto meno per arginare la situazione?
“Dalle nostre parti sarebbe opportuno disegnare un nuovo sistema economico. Sono sempre stato del parere che noi abbiamo dei settori che non sfruttiamo. Penso all’agroalimentare: produciamo tonnellate di beni che però non trasformiamo. Il vero utile sta nella trasformazione e nella distribuzione e questo non lo facciamo se non in misura ridotta. Ci sono altri settori, penso allo sviluppo dell’Asi. Bisognerebbe favorire investimenti di notevole entità, essere più propositivi, così l’economia potrebbe recuperare tantissimo”.
Obiettivi della Fondazione?
“Stiamo progettando una nuova campagna di informazione e prevenzione che coinvolga l’intero territorio provinciale. La vareremo per i primi mesi del 2020”.