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Cronaca

Da Foggia "l'arringa difensiva" per il capitano Carola Rackete: il documento sul 'Diritto di salvataggio' fa il giro dell'Italia

Il Dipartimento di Giurisprudenza ha sottoscritto un documento che verrà inviato a tutte le Università d’Italia (pubbliche e private) e a tutti i Dicasteri della Repubblica Italiana. Di seguito il testo che intende sancire diritti e orientamenti già acquisiti dalla giurisprudenza nazionale e non

L'UniFg sostiene il 'Diritto di Salvataggio'. E sul caso del capitano Carola Rackete, il Dipartimento di Giurisprudenza sottoscrive un documento che verrà inviato a tutte le Università d’Italia (pubbliche e private) e a tutti i Dicasteri della Repubblica Italiana.

In riferimento alla ormai nota vicenda internazionale che ha coinvolto il capitano Carola Rackete, arrestata (e poi rilasciata) giorni fa a Lampedusa, per aver forzato il blocco navale della Marina Italiana e della Guardia Costiera Italiana con lo scopo di agevolare lo sbarco di alcuni immigrati raccolti nel mare Mediterraneo, i docenti del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia - a maggioranza, e col solo intento di sancire diritti e orientamenti già acquisiti dalla giurisprudenza nazionale e internazionale - hanno redatto e sottoscritto questo documento.

"La decisione del Giudice per Indagini Preliminari di Agrigento, di revocare ogni misura cautelare nei confronti del capitano Carola Rackete, applica una regola di Diritto. Più nello specifico, salvare gli immigrati in mare, consentendo loro di sbarcare in un porto sicuro, integra la scriminante dell’adempimento di un dovere, sancita dall’art. 51 del Codice Penale italiano e rafforzata dai principi contenuti nelle Convenzioni Internazionali, come quella di Montego Bay, e dal Diritto della navigazione. Allo stesso modo, è garanzia di rango costituzionale il rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura".

"Un intervento ministeriale sull’opportunità e sulla correttezza di un provvedimento di natura giurisdizionale, al di là dei toni usati, mina il principio di separazione tra i poteri dello Stato su cui si basa lo Stato moderno, dall’Illuminismo in poi. E’ importante ricordare, inoltre, che è la stessa giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ad aver espresso il principio secondo cui le dichiarazioni 'colpevoliste', rese pubblicamente dai rappresentanti del Ministero dell’Interno nei confronti di persone sottoposte alle indagini, costituiscono una violazione della presunzione di innocenza, indipendentemente da quale sia poi l’esito del giudizio penale".

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