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Cronaca San Severo

Dal ghetto della vergogna a un tetto dignitoso: così San Severo accoglie 72 migranti

72 migranti in arrivo a 'L'Arena', percorso protetto di amministrazione, Prefettura e Regione Puglia. Piemontese: "Nessun modo si concilia con il rischio paventato dal consigliere Marino di ingrossare le fila della criminalità locale"

L'amministrazione Miglio, a San Severo, accoglie 72 migranti. Troveranno alloggio all'interno di una struttura di periferia, L'Arena, sorta anni or sono (governo Vendola) con soldi pubblici nell'ambito di un più ambizioso progetto per le politiche giovanili ma di cui pochi sanseveresi conoscono l'esistenza: l'opificio che avrebbe dovuto trovar luogo in quello stabile non è mai decollato, nonostante i finanziamenti, finanche per gli arredi interni. In compenso, da ben 17 anni, era occupato abusivamente da una famiglia assegnataria di casa popolare che nessuna amministrazione si è mai preoccupata di sgomberare. Si è riusciti a farlo oggi, con l'intervento discreto e prezioso, al fianco del governo cittadino, di due istituzioni: la Prefettura di Foggia e la Regione Puglia. 

Un passaggio cruciale e determinante, che oggi consente a ‘L'Arena’ di aprirsi ad un percorso di legalità. E di sperimentazione innovativa in tema di immigrazione. L'obiettivo è, infatti, avviare un percorso di reinserimento di un gruppo di migranti ex residenti nel gran ghetto: sì, proprio quella vergogna che dura da vent'anni a due passi dalla fiorente e rispettabile cittadina, nel suo stesso territorio, e che la Regione Puglia intende smantellare. (Si badi, erano a San Severo quando risiedevano nel ghetto, sono a San Severo oggi, solo in condizioni più umane).

IL COMUNE: "ATTO DI CIVILTA' E LEGALITA'"

72 persone che hanno scelto volontariamente di allontanarsi da quell'ammasso di fango e schiavismo (in due diversi momenti, una parte a fine agosto, l'altra a dicembre scorso, in occasione dell'ennesimo incendio) e di chiedere ospitalità all'azienda agricola Fortore, sita tra Foggia e San Severo, dove la Regione sta già sperimentando da tempo un esempio virtuoso di accoglienza e di autogestione nel campo dell'agricoltura sociale. È da questo percorso che provengono i 72 migranti: volti di cui si conoscono le generalità e le storie, seguiti - anche da un punto di vista sanitario (c'è una rete di medici e di infermieri con il coordinamento di un'assistente sociale dell'ASL FG) -  da una sinergia istituzionale.

L'OIM, l'organizzazione internazionale per le migrazioni, che presto firmerà un protocollo d'intesa con Regione e COOP ITALIA, si occuperà di tutta la parte legata al soggiorno e ai rapporti con le istituzioni competenti. Un percorso protetto, insomma, per gli ospiti e per la comunità sanseverese, che mira a sviluppare un disegno di reale e concreta immigrazione, ora e nel tempo. "Siamo riusciti ad attivare un percorso sperimentale grazie al coinvolgimento delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali, del terzo settore e dei migranti" spiega a Foggiatoday il dirigente della sezione Politiche per le migrazioni, Stefano Fumarulo. “Non comprendo e, anzi, ritengo pretestuose e speculatorie, le proteste bipartisan di alcuni esponenti politici locali. Le parole del Papa vanno applicate, non solo applaudite, e la crescita di una comunità si misura anche grazie alla integrazione che si riesce a raggiungere. Le persone da oggi presenti all’Arena continueranno ad essere protagoniste di questo percorso, con il coinvolgimento di cittadini, associazioni e parrocchie di San Severo. Non si tratta né si tratterà di un percorso esclusivamente indirizzato ai migranti, perché la Regione Puglia non ghettizza ma ha il dovere di includere”.

Diverse, infatti, le polemiche sorte in queste ore. Parla anche Dino Marino, consigliere comunale Pd, che annuncia la richiesta di un confronto sulla sicurezza in Prefettura, considerata la recente escalation criminale. "Mentre la città è messa in ginocchio - scrive l'esponente dem- le Forze dell’ordine, invece che per combattere la criminalità, sono impegnate nell’arrivo di 80 migranti. L’integrazione e l’accoglienza sono sacre ma, in questa situazione di legalità precaria o inesistente, a nessuno è venuto in mente che questi nuovi “disperati” possano andare ad ingrossare le fila della manodopera criminale?”.

A lui replica l'assessore regionale e segreteria provinciale Pd, Raffaele Piemontese, che a Foggiatoday dichiara: Quanto affermato dal consigliere Dino Marino sull’operazione di trasferimento di alcuni migranti ospitati presso l’Azienda agricola regionale ‘Fortore’ all’interno di un complesso immobiliare alle porte di San Severo denota scarsa sensibilità e mancata conoscenza di quanto la Regione Puglia, in collaborazione con il Comune di San Severo e la Prefettura di Foggia, sta portando avanti per restituire dignità a persone che, all’interno del comune in cui Marino è consigliere, erano costrette a vivere in condizioni disumane nel famigerato “gran ghetto”. Queste persone da mesi sono protagoniste di un percorso di reinserimento sociale che in nessun modo si concilia con il rischio paventato dal consigliere Marino di ingrossare le fila della criminalità locale.

A tal proposito, la Regione Puglia è accanto all’Amministrazione Comunale di San Severo nella richiesta di maggiori risorse umane e strumentali indirizzate al Ministero dell’Interno, pur confermando tutta la stima nei confronti delle forze di polizia operanti in un territorio complesso come quello della Provincia di Foggia. Dichiarazioni di questo tipo non appartengono alla sensibilità che il Partito Democratico ha con riguardo al tema dei migranti: ci ispiriamo a quanto afferma Papa Francesco, non alle parole buone a soffiare sui venti dell’intolleranza di Salvini". 

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