rotate-mobile
Cronaca

Terremoti, la Capitanata zona a rischio. Gargano fu devastato da uno tsunami. "A Foggia due edifici su tre non sono a norma"

In un articolo apparso su La Repubblica, si torna a parlare del rischio sismico nella Regione, con l'analisi del geologo Nicola Venisti, del sismologo Andrea Tallarico e dell'ingegnere Giuseppina Uva

Dopo il terremoto in Albania tornano in auge le discussioni circa i rischi che corre la regione Puglia e, in particolare, la provincia di Foggia.

"Non tutte le scosse che avvengono in Albania sono collegate ai nostri fenomeni, ma quando si tratta di eventi così importanti, possiamo immaginare che continueremo a sentirne per giorni, se non per mesi, l'evoluzione", dichiara il prof. Nicola Venisti in un articolo di Silvia Dipinto pubblicato lo scorso 30 novembre su La Repubblica.

Come spiegano gli esperti, gli Appennini e le Alpi Dinariche che dal Carso vanno verso l'Albania tendono ad avvicinarsi. Un movimento che, gioco forza, "rende l'Adriatico un mare vivo". Catene montuose giovani in continuo movimento, le cui dinamiche generano un effetto "ping pong" tra Italia e Balcani. 

Quali sono i rischi della Puglia? Sulla scorta della classificazione effettuata nel 2002 sul rischio sismico, in Puglia il Salento risulta tra le zone a rischio basso (rischio 4), mentre la pericolosità sale man mano che ci si sposta verso la Capitanata: "Tredici comuni del Subappennino dauno risultano zona 1 (pericolosità elevata) e tutta la provincia di Foggia e parte della Bat zona 2. A scendere Bari, Brindisi e Taranto zona 3. Previsioni non se ne possono fare, ma tocca ricordare che l'Adriatico è come una casa in cui spostiamo continuamente i mobili: ogni tanto ne sentiamo il rumore". 

L'attenzione, poi, si sposta anche sugli tsunami. Il sismologo Andrea Tallarico studia gli effetti dei maremoti. Risale al 1627 un violento tsunami sul nord del Gargano. 

"Nei prossimi giorni - spiega Tallarico - potremmo avvertire repliche delle scosse albanesi che definire 'di assestamento' sarebbe fuorviante, perché sottintenderebbe che l'attività sismica va scemando: dato non prevedibile". Tallarico, professore associato del dipartimento di Scienza della Terra, con la sua squadra sta effettuando "simulazioni sulle sorgenti sismiche e sugli tsunami in Puglia grazie a due mareografi nel porto di Barletta e di Monopoli". 

Non sono state registrate onde anomale, ma - prosegue l'articolo - "esiste una zona di Gondola (a largo tra il Gargano sud orientale e Bari) dove sono stati documentati nei millenni episodi franosi capaci di scatenare maremoti, che rappresenta un elemento di instabilità". E Tallarico precisa che "le simulazioni lavorano ipotizzando terremoti di magnitudo massima che possono generare onde alte qualche metro e molto lunghe. Il passo successivo sarebbe capire come queste onde impatterebbero oggi sull'abitato delle nostre coste". 

La chiusura è poi dedicata alle abitazioni e alle norme antisismiche, e anche qui il dato è tutt'altro che incoraggiante, come racconta Giuseppina Uva, docente di costruzioni in zone sismiche e vulnerabilità degli edifici al Politecnico di Bari. "Purtroppo la normativa più avanzata di progettazione antisismica è del 2008 dopo un processo cominciato nel 2003". 

Il dato più preoccupante riguarda proprio la provincia di Foggia: il 70% dei 4560 edifici nel Foggiano censiti dal dipartimento Dicatech con l'Autorità di bacino è vetusto. "Su Foggia città - puntualizza la Uva - oltre i due terzi degli edifici è precedente alla prima normativa sismica del '74, dunque ha carenze progettuali". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoti, la Capitanata zona a rischio. Gargano fu devastato da uno tsunami. "A Foggia due edifici su tre non sono a norma"

FoggiaToday è in caricamento