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Basta al 'pizzo sui braccianti', istituita task force anti-caporalato: "Colpiremo le aziende scorrette"

L’iniziativa su input del prefetto Raffaele Grassi: “Abbiamo inserito il contrasto al caporalato tra gli obiettivi strategici primari, con interventi sistematici sul territorio a cadenza settimanale”. Si lavorerà a tamburo battente, colpendo tanto i caporali quanto le aziende agricole che si servono di forza lavoro sottopagata

L’obiettivo dichiarato è quello di “arginare intollerabili forme di sopraffazione per i lavoratori, per lo più stranieri”, impiegati nei campi del Foggiano. Ovvero, in parole povere, combattere il caporalato, agendo su tutti i livelli attraverso i quali il fenomeno del “pizzo sulla forza lavoro” si radica e prende corpo tra i campi e le aziende agricole della Capitanata.

Per questo motivo, su input del prefetto Raffaele Grassi, è stata istituita una specifica task force: “Abbiamo inserito il contrasto al caporalato tra gli obiettivi strategici primari, con interventi sistematici sul territorio a cadenza settimanale”, spiega Grassi. Si lavorerà quindi a tamburo battente, colpendo tanto i caporali e gli intermediari quanto (e soprattutto) le aziende agricole che si servono di forza lavoro sottopagata e sfruttata. Si tratta di una strategia, elaborata in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che prevede l’applicazione di nuovi modelli operativi, sempre più performanti, nelle aree più sensibili della provincia di Foggia.

L’obiettivo - spiegano dalla prefettura – è quello di non limitare gli accertamenti agli intermediari, ma di valutare le responsabilità dei titolari delle aziende”. Questo in forza della recente riforma, introdotta dalla legge 199 del 29 ottobre 2016, che prevede accanto all’ipotesi di intermediazione illecita (che riguarda chiunque recluti manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizione di sfruttamento approfittando dello stato di bisogno), quella dello sfruttamento lavorativo con cui si punisce chiunque assuma o impieghi manodopera, anche attraverso l’attività di intermediazione. “Oggi la ricerca della prova, però, necessita di indagini complesse: sono infatti sempre meno i casi di caporalato con lavoratori privi di regolare permesso di soggiorno di regolare assunzione. L’evoluzione del fenomeno - continuano dalla Prefettura - si caratterizza per il suo inserirsi in una cornice di apparente legalità”.

L’impegno sul tema, negli ultimi due anni, lo raccontano i numeri: 1355 servizi effettuati, 4617 unità impiegate, 1247 aziende passate ai 'raggi x' (738 delle quali risultate regolari) e 4121 i lavoratori controllati. Con la task force anticaporalato si andranno ad implementare le attività, unendo l’aspetto preventivo a quello repressivo. “Si tratta di un fenomeno grande, che non riguarda solo il mondo del lavoro in senso stretto”, puntualizza il questore Paolo Sirna. “Ha dimensione più grande e attenta all’economia del territorio e alla sua libertà. No al ‘pizzo del caporale’ è l’obiettivo finale per il quale lavoriamo quotidianamente”.

“Il contrasto di queste forme di sfruttamento è estremamente complesso”, spiega invece il comandante provinciale dei carabinieri, col. Marco Aquilio. “Ci sono vari livelli su cui agire: quello del trasporto (numerosi i sequestri di ‘furgoni della morte’, ndr), quello degli intermediari sui terreni, che spesso gli stessi braccianti che salgono di categoria. Ma il  livello più importante sul quale agire è quello dello sfruttamento da parte delle imprese. I braccianti sono sempre le vittime”.

“La Guardia di Finanza è impegnata con controlli massivi in tutti i settori economici per sradicare la filiera dello sfruttamento”, spiega il comandante provinciale, col. Ernesto Bruno. “Un fenomeno che non riguarda solo l’agricoltura, ma anche altri settori quali la ristorazione, dove i lavoratori si reclutano attraverso chat, o l’edilizia. Crediamo molto nell’azione di penetrazione delle forze dell’ordine per cancellare queste forme di intollerabile sopraffazione”.

Di fondamentale importanza, il contributo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, una lente di ingrandimento sulle eventuali irregolarità nel lavoro agricolo lungo tutto l’anno, le cui attività si intensificano con l’approssimarsi delle grosse campagne di raccolta. “Ci occupiamo di lavoro nero e irregolarità delle aziende fornendo aiuto e supporto alle forze di polizia”, spiega la dirigente Antonella Di Modugno. “In materia di caporalato siamo presenti con il Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri. Sono in corso attività delicate”, anticipa. “Attendiamo che diano frutto”. | IL VIDEO

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