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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Rodi Garganico

Tribunali soppressi, Rodi non ci sta e scende in strada: “Ripudiamo questa giustizia”

La VII commissione 'Affari Istituzionali' boccia proposta di referendum abrogativo, ma Franco Pastore assicura che domani arriverà all'ordine del giorno in assemblea

Nel giorno in cui la VII commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia boccia la proposta di referendum abrogativo della legge sulla soppressione delle sedi giudiziarie, a Rodi Garganico resta acceso più che mai il focolaio di protesta. Una decina i sindaci che questa mattina sono tornati a riunirsi di fronte al Tribunale del piccolo comune garganico per continuare a dire “no” alla chiusura della sezione del Palazzo di Giustizia.

Nelle more che il Tar si pronunci nel merito della Riforma Cancellieri e, nel caso di specie, su Rodi Garganico (oltre che su Lucera) il prossimo 3 ottobre (in giudizio si sarebbe già costituito lo stesso Ministero), gli avvocati sono alle prese in queste ore con la redazione di un documento da inviare domani a Bari, in consiglio regionale, col quale impegnare la Regione Puglia (e la politica) a prendere una posizione netta sul tema ed a farsi portavoce presso il Governo delle ragioni del territorio dauno.

In assemblea domani, assicura il vicepresidente della VII commissione Franco Pastore (nelle vesti, oggi, di presidente pro tempore per assenza di Giannicola De Leonardis), arriverà comunque all’ordine del giorno la proposta di referendum abrogativo delle norme che sopprimono i tribunali distaccati nel territorio. “La proposta di delibera approderà in aula come provvedimento urgente, con le cinque firme di consiglieri necessarie” rende noto Pastore che denuncia come “l’astensione di tutto il centrodestra abbia vanificato il voto favorevole alla proposta di referendum dei consiglieri Damone, Losappio, Nuzziello, oltre al mio.

Ma la scelta di non decidere delle opposizioni, non impedirà alla delibera di giungere domani stesso all’attenzione del Consiglio regionale per l’approfondimento e, mi auguro, anche l’approvazione di un intervento necessario. In Aula potranno venire allo scoperto le differenze tra quanti fanno politica nel territorio, per il territorio e vogliono venire incontro alle esigenze più sentite di categorie professionali e cittadini, e quanti invece, denunciano solo a parole l’emergenza giustizia, tirandosi indietro al momento dei fatti”.

FOTO | Tribunali soppressi: manifestazione di protesta a Rodi Garganico

La proposta di avviare l’iter per il referendum abrogativo della riforma giudiziaria era stata incardinata una settimana fa in commissione,  frutto dell’Ufficio di Presidenza che si è avvalso della richiesta adottata da altre Regioni (Abruzzo, Calabria e Campania).

Ma il provvedimento non ha superato il vaglio della Commissione, ottenendo solo quattro voti favorevoli e sei astenuti. L’astensione, bipartisan ( i capigruppo Pd Pino Romano, Udc Salvatore Negro, I Pugliesi Davide Bellomo, PPdT Francesco De Biasi, Pdl Erio Congedo e Mep Antonio Martucci) insisteva sul fatto che l’istituto referendario deve essere considerato come l’ultima risorsa e che spetta alla politica affermare il proprio primato. “L’adesione alla proposta – secondo gli astenuti – si tradurrebbe in una diminutio della politica e in uno sgarbo istituzionale che potrebbe generare un contenzioso politico-istituzionale”.

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