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Cronaca

Sfrattati dall'impresa, 16 famiglie foggiane rischiano di finire per strada. Appello al Prefetto: "Ci aiuti, il Comune se ne lava le mani"

La vicenda è sempre quella che riguarda gli alloggi della Legge Gozzini costruiti da EdilAmbiente di Caroprese e che, a fronte di una delibera, devono essere passati al Comune per fronteggiare l'emergenza abitativa. "Quelle case non sono di un privato"

Non si rassegnano agli sfratti gli inquilini delle case della Legge Gozzini di via Balestrucci e via Colicchio. Siamo a Foggia e gli alloggi sono quelli costruiti dalla EdilAmbiente di Caroprese nell’ambito del programma integrato di edilizia agevolata previsto dalla L.203/91 sottoscritto con il Comune di Foggia ed il Ministero dei Lavori pubblici nel 2001, per la costruzione di 50 alloggi destinati alle forze dell’ordine.

Foggiatoday ha notiziato nei giorni scorsi la sorte di ben 16 famiglie ‘civili’ abitanti quegli alloggi dal 2010. Rischiano lo sfratto per morosità. Ma sostengono di aver sempre pagato. E puntano il dito contro la delibera del consiglio comunale di Foggia, la n.175 del novembre 2018, che, per fronteggiare l’emergenza abitativa, ha rimodulato gli obblighi che l’impresa aveva assunto con l’ente Comune dieci anni fa nell’ambito di quel Piano integrato, con la conseguenza di contribuire, di fatto, a mettere oggi alla porta sedici nuclei familiari. Il Comune da Caroprese doveva ottenere 32 appartamenti ulteriori. Per difficoltà economiche dell’impresa e del settore edilizia, ad un certo punto crollato, Caroprese non ha potuto ottemperare a quell’obbligo. E la delibera del novembre 2018 altro non fa che ‘sostituire’ i 32 appartamenti in principio destinati al Comune con altrettanti già costruiti nell’ambito di quel Programma Integrato. “Si sgrava l’imprenditore dagli obblighi e si colpisce noi” denunciano le famiglie.

Hanno fatto un esposto alla Procura della Repubblica. Ora vogliono incontrare il Prefetto. E’ quello che il costituitosi Comitato a difesa di quelle famiglie chiede oggi attraverso le colonne di Foggiatoday. Tanto più che, sostengono, è stata proprio la Prefettura, trattandosi di Legge Gozzini e di appartamenti destinati alle forze dell’ordine, ad autorizzare, nove anni or sono, l’ingresso dei ‘civili’ in quegli alloggi. Per 17 anni almeno (poi ridotti a 12), tempo non ancora trascorso. Il Comune con il vicesindaco delegato all’Urbanistica, Paolo La Torre, ha replicato ‘picche’, sostenendo che trattasi di controversia di natura ‘privatistica’, essendo quegli alloggi dell’impresa (e dunque potendone la stessa, secondo il Comune, disporne come crede).

Ma per le famiglie no. Quelle case fanno parte di convenzione con i soggetti pubblici, Comune e Ministero, da quella convenzione ha ottenuto benefici, risorse e sgravi fiscali. Come è possibile che vengano considerati di esclusiva proprietà del privato? E’  di questo che vogliono discutere col Prefetto. Al quale vogliono sottoporre non solo i loro contratti all’atto dell’ingresso negli alloggi, ma la stessa convenzione che, nei suoi diversi articoli, ben avrebbe normato i rapporti tra privato e pubblico. Ad esempio, all’art.3 la convenzione recita: “Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica agevolata assegnati in locazione dal Prefetto ai sensi dell’art.18 della ‘Convenzione CER’, per i primi cinque anni decorrenti dalla data di tale assegnazione, potranno essere venduti solo agli assegnatari in locazione ed al prezzo di cessione stabilito dall’art.2” (stabilito, in base al massimale della Regione Puglia per gli interventi di edilizia agevolata, nel limite massimo di 817,50 euro per metro quadro di superficie complessiva); “decorsi i cinque anni dall’assegnazione, i detti alloggi potranno essere alienati liberamente ed al prezzo che i proprietari riterranno più conveniente, salvo il diritto di prelazione a favore dei rispettivi assegnatari in locazione e fermo rimanendo l’obbligo della locazione così come previsto dall’art.18 della Convenzione CER”. Quindi l’art.7 che recita: “(…) la durata della presente convenzione  è fissata in 17 anni per n.50 alloggi di Edilizia agevolata a decorrere dalla comunicazione di messa a disposizione degli alloggi alla Prefettura di Foggia”.

Resta sullo sfondo un’altra grande questione di opportunità politica e di etica: rispondere all’emergenza abitativa creandone dell’altra risulta un tantino discutibile, oltre che tafazziano.

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