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Cronaca

Sequestro depuratore Asi, le associazioni ambientaliste soddisfatte, “ma perché non si è intervenuto prima?”

Centro Studi Naturalistici e WWF non nascondono l'amarezza per aver dovuto attendere così tanto tempo. Già nel 2015 le prime segnalazioni del faunista Matteo Caldarella

Dopo quasi tre anni dalla prima denuncia di CSN ONLUS e WWF Foggia sul grave inquinamento ambientale del torrente Cervaro, i Carabinieri del NOE hanno effettuato il sequestro dell’impianto di depurazione industriale del consorzio ASI di Foggia. L’accusa è di aver superato più volte i valori limite tabellari nello scarico delle acque reflue industriali all’interno del Cervaro.

Sin dall’agosto 2015 il Centro Studi Naturalistici lanciò l’allarme per l’inquinamento del torrente. Così raccontava allora il faunista Matteo Caldarella: “Nel week end di ferragosto stavo percorrendo via Trinitapoli, quando dall’auto ho percepito un forte odore di ammoniaca. Sono sceso ed ho visto le acque del Cervaro nere che emanavano un odore nauseabondo”.

Subito dopo seguì un circostanziato esposto alla procura della Repubblica, al CFS e alla Regione, a firma di CSN e WWF, con il quale si segnalava che il torrente Cervaro trasportava, a valle della SS16 e fino all’interno dell’Oasi Lago Salso nel Parco Nazionale del Gargano, un liquido di colore brunastro e con odore a dir poco nauseabondo, difficilmente attribuibile ad acque di origine piovana o naturale. Nell’esposto si sottolineava che durante le ordinarie attività di monitoraggio faunistico condotte alcuni giorni prima dell’inquietante scoperta, il Cervaro a monte della zona industriale era a secco. Facile quindi individuare nella zona industriale di Foggia l’area da cui proveniva l’inquinamento.

Il fenomeno si è poi puntualmente verificato anche negli anni successivi senza che vi fosse alcun intervento, tanto che ad agosto scorso le due associazioni hanno presentato una nuova documentata denuncia alle autorità competenti. Nei giorni scorsi, finalmente, è giunta la svolta con il provvedimento di sequestro, ma le due associazioni non nascondono l’amarezza “per aver dovuto attendere così tanto tempo affinché si prendessero provvedimenti. Nel frattempo in questi anni si è continuato a sversare acque inquinate mettendo a rischio habitat e specie di importanza prioritaria per la Comunità Europea, oltre che la salute dei cittadini, considerato che le acque del Cervaro vengono purtroppo utilizzate per irrigare i campi prima di riversarsi nel Golfo di Manfredonia dove migliaia di turisti si bagnano tranquillamente”.

Il torrente Cervaro è, infatti, uno dei corsi d’acqua più importanti della Puglia. Collegando i monti della Daunia con il golfo di Manfredonia, attraverso il Tavoliere e il Parco Naturale Regionale del Bosco Incoronata, costituisce un importante corridoio ecologico di collegamento tra le zone umide costiere e i boschi dell’Appennino. Prima di immettersi nell’Adriatico, le sue acque alimentano l’Oasi Lago Salso, un’importantissima zona umida e uno dei siti chiave per la conservazione della natura in Italia.

Data la sua importanza naturalistica è stato riconosciuto dall’Unione Europea, per la maggior parte del suo corso, come Sito d’Importanza Comunitaria mentre la Regione Puglia lo ha individuato come corridoio ecologico “modello” del Piano Paesaggistico Regionale (PPTR). Tutti questi vincoli non sono purtroppo serviti finora a tutelare il torrente. CSN e WWF si augurano che da oggi cominci una nuova storia.

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