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Cronaca Cerignola / via Padula

Dichiara 8mila euro all’anno, ma possiede beni per 3 milioni

Il maxi sequestro è avvenuto a Cerignola. Nel mirino della Polizia e della Guardia di Finanza un 42enne del posto, bracciante agricolo di professione

Con il suo lavoro di bracciante agricolo dichiarava un reddito annuo di circa 8mila euro. Eppure, nella disponibilità di una coppia di Cerignola, gli agenti della divisione anticrimine della Questura di Foggia, della Guardia di Finanza e del commissariato di Cerignola, hanno sequestrato beni e manufatti per un valore complessivo di circa 3milioni di euro.

E’ questo l’esito del blitz messo a segno ieri, a Cerignola, in località “Pozzomaggiore” dove gli agenti e i militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale di Foggia, applicativo di una misura patrimoniale disposta in danno del pluripregiudicato 42enne, Donato Di Biase, e della coniuge incensurata, anche lei di 42 anni.

Nello specifico, sono stati sequestrati e confiscati un ampio autoparco (composto da 62 box auto, di 30 mq ciascuno, ed un locale adibito ad ufficio) ed una lussuosa villa a due piani di oltre 330 mq e con finiture di pregio. Il valore dei beni oggetto di sequestro e confisca è di 2milioni e 861mila euro. “Si tratta – puntualizzano i militari del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale della Guardia di Finanza - di costruzioni e manufatti realizzati su una estesa superficie in via Padula, in agro di Cerignola, sempre in disponibilità del 42enne, terreno che fu già oggetto di sequestro in passato, provvedimento reso definitivo dalla risposta della Cassazione”.

Blitz a Cerignola: foto sequestro beni a bracciante agricolo

In quest’ottica, quindi, tale sequestro – la cui richiesta è stata pienamente accolta e disposta dal Tribunale - si pone come naturale proseguimento di una lunga e laboriosa attività investigativa basata sulla posizione personale, economica e patrimoniale della coppia di 42enni. Una indagine che, già nel 2005, portò al sequestro e confisca di beni mobili e immobili (un appartamento e 12 appezzamenti di terreno) intestati proprio al bracciante agricolo di Cerignola, per il quale le indagini patrimoniali all’epoca svolte dimostrarono “una rilevante sproporzione tra i beni disponibili ed i modestissimi redditi dichiarati, da bracciante agricolo, risultati del tutto insufficienti per poter provvedere all’acquisto di immobili, autoveicoli, oltre che per assicurare il soddisfacimento delle ordinarie e le straordinarie spese di sostentamento e mantenimento".

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