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Cronaca San Severo

Tra tende, roulotte e cumuli di rifiuti: "Ecco il 'Benvenuti al Camping Gran Ghetto'

Diversa tipologia, ma stessi alloggi di fortuna: così risorge l'accampamento della vergogna? "Dal numero di 'unità abitative' si può ipotizzare la presenza, a struttura piena, di 1200 - 1500 persone"

Il "Benvenuti al Camping Gran Ghetto” (l'ironia è evidente) lo da' una montagna di rifiuti abbandonati ai bordi dell’entrata che, come un’insegna identifica una struttura turistica, rende bene l’idea di quel che viene offerto al suo interno. E' questa la "fotografia" fornita da Giorgio Cislaghi del "Circolo Che Guevara - Foggia" e da Vincenzo Rizzi di "Alternativa Libera" dell'accampamento nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico.

"Subito dopo aver varcato il punto d’ingresso si incontrano delle case in tufo risalenti al periodo della bonifica, case attorno alle quali sono sorte delle piccole baraccopoli (poche unità per casa colonica) a brevissima distanza da terreni coltivati a uliveto. Vicino a una casa in tufo decine di recipienti per l’acqua fanno sorgere il sospetto che quello sia un punto di rifornimento del prezioso bene da portare (a pagamento?) anche a chi non vive nel “campeggio”, a chi vive nelle campagne circostanti in situazioni forse più agevole ma non raggiunte dal servizio garantito da Regione Puglia, per motivi umanitari, tramite AqP", ipotizzano.

"Alla fine del viale d’ingresso, di fronte ai terreni ancora sotto sequestro e dove sorgeva il ghetto sgomberato pochi mesi fa, un piazzale che separa l’area adibita a tendopoli dall’area di sosta delle roulotte. Un piazzale ben battuto che si può prestare a ospitare una “discoteca all’aperto” o altri “eventi mondani” che i gestori della struttura organizzano. Le tende, una cinquantina o poco più, sono piccole e basse, spesso ricoperte da plastica per migliorarne l’impermeabilità e a fatica possono ospitare due o tre persone. Le 150/200 roulotte sono messe un po’ meglio. Per lo più sono piccole, progettate per ospitare due persone, molte senza targa, alcune ricoperte da plastica".

"Accanto a queste tipologia di alloggio il “camping” offre sistemazioni più spartane come automobili avvolte nel cellophane o piccole baracche residuate dall’ex Gran ghetto perché su terreni esclusi dal sequestro. Dal numero delle “unità abitative” si può ipotizzare la presenza, a struttura piena, di un numero di residenti compreso tra le 1200 e le 1500 persone. Sono assicurati i servizi minimi che ogni campeggio deve dare ai suoi ospiti perché, di fronte a dove sorgeva lo spaccio-ristorante ora c’è un “negozietto” che espone vestiti e alimentari. A fianco del piccolo emporio una struttura che espone un piccolo barbecue dove abbiamo visto giacere, sdraiata e rassegnata al suo destino, una pecora. Il sospetto che sia destinata a finire sui carboni ardenti è alimentato da una ragazza intenta a risciacquare delle teste di pecora macellate da non molto tempo", raccontano.

"Se l’acqua è assicurata con un numero adeguato di cisterne, quel che manca sono i servizi igienici ed è facile immaginare dove i residenti vadano a fare i loro bisogni come è facile immaginare dove siano smaltiti i rifiuti (montagna all’ingresso a parte) che l’insediamento produce visto che non c’è traccia di cassonetti o altri contenitori per la raccolta dei rifiuti. L’idea di una normalità di vita la offrono alcune giovani ragazze intente a fare il bucato di poveri vestiti e l’attività dei meccanici alle prese con la manutenzione di macchine e furgoni. Apprezzabile è l’ingegno dei novelli carrozzieri che hanno adattato al trasporto di persone furgoni chiusi. E’ bastato costruire delle panche di legno fissate ai passaruote e la trasformazione, con buona pace del Codice della Strada e della sicurezza per i trasportati, è fatta".

"Alle 11 del mattino sono poche le persone presenti nel “camping”, poche decine, come sono poche le persone che attendono il bus per Foggia al riparo degli alberi sula strada provinciale. Dove siano andate le persone che vivono nel “camping” lo possiamo immaginare dal traffico di furgoni (senza finestre) che incrociamo sulla strada. Un’idea rafforzata da un gruppo di braccianti occupati nella raccolta manuale dei pomodori sotto il controllo visivo di “un signore” comodamente seduto su un cassone che prende appunti su di un foglio. Un caporale? Difficile pensare a uno scrittore all’opera sotto il sole e in mezzo a un campo di pomodori. Com’è potuto risorgere un ghetto a fianco all’ex Gran Ghetto sgomberato? Come sono potute arrivare centinaia di roulotte nell’assoluta indifferenza delle autorità di Polizia e della Magistratura?"

Riprendono Rizzi e Cislaghi: "Come possono vivere centinaia di lavoratori stagionali in condizioni che definire indecenti non rende lontanamente l’idea delle condizioni dell’area? Il Gran Ghetto assicurava condizioni di vita decisamente migliori del Ghetto attuale. Perché sono rimaste inascoltate le richieste del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha più volte chiesto lo sgombero forzato del nuovo Ghetto? Non possiamo credere che lo Stato, impegnato ora a combattere le varie mafie nostrane, non sia capace di schierare sul territorio, anche occasionalmente, poche pattuglie da adibire al controllo dei veicoli che escono dal Ghetto e porre sotto sequestro i mezzi privi dei requisiti per la circolazione".

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"Cosa impedisce di porre sotto sequestro tutta l’area per insediamento abusivo e/o per assenza dei minimi requisiti di igiene ambientale e pericolo di diffondere sostanze inquinanti nell’ambiente? (Dove vengono smaltiti gli oli esausti dei motori? Dove vengono smaltiti i rifiuti? Dove vengono smaltiti le deiezioni dei residenti? Che fine fanno gli innumerevoli veicoli sfasciati o a pezzi?). L’impressione che si ha, osservando il Ghetto, vedendo il traffico di furgoni e i poveri braccianti curvi sui pomodori, è che lo Stato non abbia nessuna intenzione di intervenire con decisione per stroncare l’economia illegale di chi sui braccianti migranti ha costruito un sistema economico, siano essi caporali o pseudo imprenditori agricoli".

"Rivolgiamo un appello al Commissario Straordinario nominato dal Governo per contrastare il sorgere dei ghetti nella nostra provincia: nell’attesa di uno sgombero dei ghetti, nell’attesa della costruzione delle zone d’ospitalità temporanea previste per circa 1200 posti letto che ci auguriamo possano essere realizzate nel più breve tempo possibile (mesi e non anni sia chiaro), le chiediamo di assicurare un adeguato servizio di pattugliamento sulle strade secondarie che impiegando pochi equipaggi può stroncare il traffico impunito di braccianti ponendo sotto sequestro i veicoli. In alternativa ci dica il Commissario quali interventi, da subito, ha intenzione di mettere in atto perché uno Stato Democratico, una Società Civile, non può aspettare che, ancora una volta, finisca la stagione agricola, si svuotino i Ghetti, per poi, ossia mai, intervenire per stroncare definitivamente situazioni indegne su cui e facile immaginare che prosperino vecchie e nuove mafie locali e/o internazionali".

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