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Cronaca San Giovanni Rotondo

Con un nuovo approccio rimuovono tumore di 15 centimetri: Evanghelia rinasce dopo 23 anni di battaglie e 12 interventi

Affetta da carcinoma endometriale, la donna è stata operata con successo dallo staff di ginecologia diretto dal chirurgo Giuseppe Laurelli: decisiva la nuova strategia (l'approccio extraperitoneale) adottata durante l'intervento

Si può rinascere anche a 74 anni, dopo 23 anni trascorsi a combattere contro un carcinoma endometriale che non sembra dare tregua. È la storia di Evanghelia, ex insegnante di origine greca, che vive a Castelnuovo della Daunia, in Provincia di Foggia. Una donna che oggi – come racconta Casa Sollievo della Sofferenza –, finalmente, può sperare in una vita nuova, dopo dodici interventi chirurgici e numerosi cicli di radioterapia e chemioterapia. “Sembrava una partita vinta, poi la ricomparsa del tumore nel 2017. Una massa di 8 cm in un corpo già tanto provato – racconta sua figlia Rosa, avvocato, che assieme a suo fratello e a suo padre si sono sempre presi cura della mamma –. Ci avevano detto che era troppo rischioso procedere all’asportazione del tumore e si è pensato di contrastarlo con chemioterapia e radioterapia”.

Ma non è bastato. La massa tumorale è raddoppiata in pochi anni ed in prospettiva avrebbe continuato ad espandersi. Poi l’incontro con Giuseppe Laurelli, direttore dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza. Ha rivalutato il caso, ha cambiato approccio e con determinazione e coraggio ha illustrato una nuova strategia per l’intervento chirurgico. “Insieme alla mia équipe abbiamo intravisto una possibilità. Quella di accedere alla massa tumorale senza passare attraverso la cavità addominale ed evitando così gli intestini che potevano essere fusi fra loro dalle numerose aderenze causate dai precedenti interventi chirurgici e indeboliti dai trattamenti radiochemioterapici – spiega Giuseppe Laurelli, ginecologo e, da pochi mesi, a capo dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, proveniente dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli –. Con questo approccio laterale, che si definisce extraperitoneale, abbiamo raggiunto con maggiore agibilità la massa tumorale che partendo da 2 cm sotto il polo renale di destra si spingeva in basso sui vasi iliaci e medialmente sulla vena cava. È stato un intervento lungo e complesso perché la massa tumorale era diventata di 15 cm. Siamo molto soddisfatti del risultato”.

“Grazie al direttore Laurelli e ai colleghi chirurgi Carla Sonsini e Antonia Iacovelli, che assieme allo staff di sala operatoria hanno eseguito l’intervento – ha concluso Rosa –. In piena emergenza coronavirus ci siamo sentiti al sicuro. Vogliamo rivolgere un grazie sentito anche a tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e a tutto il personale dei reparti di Ginecologia e Rianimazione I. Con la vostra competenza e dedizione ci avete dato coraggio e avete fatto sì che mia madre ritornasse, con rinnovato fervore, a vivere tra di noi, tra i suoi cari, che tanto la amano”.

La nota di Casa Sollievo si conclude con un appello lanciato dal primario a coloro che, pur essendo casi gravi e da trattare con urgenza, rimandano la possibilità di curarsi a causa dell’emergenza coronavirus: “Con l’ausilio degli esperti della Direzione Sanitaria abbiamo creato due percorsi distinti e separati per gestire pazienti positive, sintomatiche o sospette, e le altre donne bisognose di cura – sottolinea Laurelli –. Siamo pronti e preparati ad accogliere in tutta sicurezza le pazienti che non possono procrastinare interventi e ricoveri per questioni di urgenza. Delle volte la tempestività con cui si interviene è un fattore fondamentale per il successo terapeutico”. 

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