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Cronaca San Michele / Corso Giuseppe Garibaldi

Montano tende e ombrelloni davanti al Comune: sono gli sfrattati di Vico della Pietà

Dodici delle sedici famiglie colpite dal provvedimento di sfratto protestano davanti al Comune di Foggia per le precarie condizioni dello stabile in cui erano stati momentaneamente sistemati

Sgomento, rabbia e rassegnazione. Per gli sfrattati di Vico della Pietà sono ore e giorni difficili. Per 12 delle 16 famiglie, dal 29 aprile ad oggi, è un susseguirsi di paure e di preoccupazioni. Quattro, invece, quelle che hanno accettato la proposta avanzata dall’amministrazione comunale. Infatti, nelle ore successive allo sfratto, il sindaco aveva evidenziato le tre soluzioni prospettate alle famiglie: il trasferimento negli appartamenti di via Bari; in alloggi collocati più avanti del centro commerciale Ipercoop o il riconoscimento del sostegno economico al canone locativo.

Ma – fanno sapere gli sfrattati - alcune abitazioni si troverebbero lontane dal centro abitato, a qualche chilometro. Troppi per chi ad esempio non potrebbe raggiungere il centro di Foggia in macchina (costi del carburante compreso), per le due donne incinte e per una signora disabile. Sarebbe stata rispedita al mittente anche la soluzione affittacamere, che si troverebbero in uno dei posti maggiormente frequentati dalla prostitute.

Le famiglie, dopo aver trascorso una notte in macchina, il 30 aprile sono state trasferite nella sede della circoscrizione San Lorenzo, ma dalla scorsa notte, in segno di protesta, sostano davanti a Palazzo di Città, dove hanno montato tende, ombrelloni e brandine; tirato fuori stendipanni e sedie a sdraio.

Sfrattati di Vico della Pietà protestano davanti al Comune: le foto

In preda alla disperazione lamentano le precarie condizioni dei locali al Cep in cui erano stati provvisoriamente sistemati il giorno successivo allo sfratto, che – ribadiscono - “è stato fatto per inagibilità dello stabile”. Bagni rotti, rondini morte, poche brandine e tanta sporcizia, ci riferiscono. In più, anche l’ascensore rotto. “Meglio dormire fuori”.

Sono lì e promettono di non andar via fino a nuova sistemazione (“le utenze le pagheremmo no”). Aspettano il sindaco, ma anche del cibo e dell’acqua. I bambini – visitati e curati dal dott. Niglio (che le famiglie ringraziano) - fortunatamente hanno trovato casa dai parenti. Il sole batte, il tempo scorre, ma tende, brande e ombrelloni – i segni del malcontento, della precarietà e della disperazione – restano davanti alla casa dei cittadini.

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