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Cronaca

Caos nelle carceri, tensione anche a Foggia: detenuti protestano contro la sospensione dei colloqui

La denuncia di Gennarino De Fazio della Uilpa Polizia Penitenziaria: a Foggia i detenuti hanno protestato battendo le pentole sulle inferriate per protestare contro la decisione di sospendere i colloqui

Dopo i gravissimi disordini di ieri sera presso la Casa Circondariale di Salerno e in altre sedi, giungono in questi minuti drammatiche notizie da Frosinone, dove sarebbe stato distrutto un intero reparto (ma non vi sarebbe stata alcuna evasione, diversamente da quanto riportato da alcuni organi d’informazione), da Modena, dove sarebbe in corso una violenta rivolta, da Foggia, dove pure vi sarebbero tensioni e pesanti disordini e, di nuovo, da Napoli Poggioreale, dove le tensioni di ieri sarebbero sfociate in questi minuti in vibranti proteste”.

È quanto afferma Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale. Questa mattina, infatti, nel carcere di Foggia si sono registrati momenti di tensione, quando i detenuti hanno iniziato a battere le pentole sulle inferriate delle celle per protestare contro la sospensione dei colloqui, dovuta all'emergenza Coronavirus. Solo l'intervento dei vertici della Casa Circondariale ha potuto far rientrare la situazione. 

“Sono momenti drammatici e convulsi – fa presente De Fazio – nei quali da donne e uomini di Stato pensiamo per prima cosa a difendere le istituzioni democratiche e la sicurezza dei cittadini, dunque abbiamo notizie del tutto parziali e frammentarie, ma univoche nel raccontare gravi tensioni e disordini in molti istituti penitenziari del Paese. Solo ieri sera, da ultimo, avevamo detto che le carceri finiranno per essere il banco di prova finale del Governo, anche perché nessuno che conosca il carcere poteva non sapere quello che si sarebbe verificato”.

“Lo ribadisco – chiosa ancora il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – non si dica che quanto sta accadendo è per il coronavirus, ma è con il coronavirus, perché il grave stato emergenziale che attanaglia le carceri, i detenuti e chi vi opera è in essere da troppo tempo e solo l’improvvisazione di chi ha il dovere di gestirle politicamente, per conto dei cittadini, poteva non prevedere quello che sta accadendo in queste ore. D’altronde le Organizzazioni Sindacali rappresentative degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, pressoché unanimemente, lo denunciano insistentemente da mesi senza essere degnate della doverosa attenzione del Ministro della Giustizia, il quale dovrebbe forse rammentare di non aver ricevuto un’investitura divina”.

“Ora – conclude De Fazio – speriamo che si limitino i danni e tutto rientri nella normalità, ma immediatamente dopo nessuno potrà più far finta di niente!”

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