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Cronaca

Così muore Foggia. Il grido d'aiuto del "medico degli ultimi" prima che ci scappi il morto: "Qui bomba sociale"

Intervista a Francesco Niglio, chirurgo pediatra agli Ospedali Riuniti di Foggia, 15 anni in Caritas: "Foggia è una bomba sociale, che sta esplodendo nell’indifferenza delle istituzioni”

“Qualcuno si è chiesto che fine abbia fatto Nonno Libero? E Mario, su quella panchina dell’ospedale sotto i 40 gradi: quell’uomo lì ci muore! Giuseppe P., c’è voluto un vertice in Prefettura, ora è di nuovo per strada! Ma le Politiche sociali del Comune dove sono! La Caritas dov’è? Era stato annunciato un nuovo corso, non ne vedo traccia. Eppure Foggia è una bomba sociale, che sta esplodendo nell’indifferenza delle istituzioni”. Francesco Niglio, chirurgo pediatra agli Ospedali Riuniti di Foggia, 15 anni in Caritas.

Il ‘medico dei poveri’ (“al Conventino ne abbiamo curati oltre tremila” ci dice) da qualche giorno è tornato a denunciare sui social quanto la città non vuol vedere: le sue povertà, le sue emergenze. In realtà non ha mai smesso di parlare, sin da quando l’unica struttura di vera accoglienza, il Conventino appunto, ha chiuso i battenti. E non vuole sentire parlare di emergenza: lo stato sociale che vive il capoluogo è datato e noto a tutti, altro che estemporaneità. Il tema è che non “importa nulla a nessuno”. E nei posti chiave vengono piazzate persone non all’altezza. “Questa realtà la devi conoscere, ci sono risorse economiche, umane e strumentali enormi: o non le usiamo o le usiamo male”.

Lo raggiungiamo in una mattina di agosto. Ha tra le mani il bando per i pasti caldi agli ultrasessantacinquenni promossi anche quest’anno dal Comune di Foggia. “Questo – tuona Niglio - è l’esempio lampante dell’approssimazione e dell’improvvisazione che c’è nel sociale in questa città! Ma le pare che l’indigente mangi solo a luglio e ad agosto? Ma dirò di più: gli portiamo il pasto a domicilio per evitargli ondate di calore, ma perché a gennaio con la neve è diverso?”. “Questo è solo un modo per spendere soldi, per pulirsi la coscienza ma è l’esempio, chiaro e nitido, che chi promuove ‘sta roba non ha assolutamente contezza delle povertà! Lo sanno al Comune che esistono i nuovi poveri e sono i padri di famiglia che perdono il lavoro? E che facciamo, all’anziano diamo da mangiare e magari il quarantenne disoccupato che vive sotto lo stesso tetto lo lasciamo a guardare? Ma roba da matti. E poi, mi dica, pasti alle prime 150 persone che ne fanno richiesta: cos’è, un terno al lotto?”.

E ancora, “io sono un medico: ma lo sapete quante patologie può avere un ultrasessantacinquenne? E come glielo prepariamo questo pasto? Seguendo quali prescrizioni? Magari è diabetico e gli si alza la glicemia”. Scuote la testa. “La verità è che non si ha minimamente contezza di questo mondo. Gli indigenti mangiano 365 giorni all’anno. Questa è improvvisazione e gestione non corretta dei fondi”. “Noi a quest’ora dovremmo già programmare l’emergenza freddo per la prossima stagione: cosa stanno facendo le istituzioni? E l’emergenza caldo come la si sta gestendo, lo sapete che il caldo fa più vittime del freddo? Neanche un bagno pubblico per rinfrescarsi esiste in questa città, una città capoluogo, una città che vuol dirsi civile”.

I soldi ci sono. Il piano sociale di zona ha un suo tesoretto che prescinde dal bilancio ordinario di un Comune. Parliamo di 3, 4 milioni di euro a “fase”. Non solo: perché esistono innumerevoli misure alle quali si potrebbe attingere, se solo si conoscesse la materia. E i privati: “Facciamo le sponsorizzazioni per le rotonde, perché non le facciamo anche per il sociale?” avanza Niglio. Lui di idee ne ha tante, dice. Ma nulla si muove. “Mario è sulla panchina dell’ospedale da giorni, lo abbiamo lavato, rinfrescato. Quell’uomo rischia di morirci lì. Poi ci sono Giovanna, Giuseppe, Ben Farat, e tanti altri. Italiani e stranieri.

“L’assessorato alle Politiche sociali dovrebbe essere unito alla delega alle politiche sanitarie, perché vi è anche un tema di igiene pubblica. E alla delega all’immigrazione: anche questa, non è un’emergenza, è lo stato dell’arte. Esiste da anni: cosa abbiamo programmato? Ma lo sa – ci dice - che esistono i fondi per i funerali sociali, sono mai stati utilizzati? Ne ha mai avuto notizia?”. Come intervenire, prima che per qualcuno sia davvero troppo tardi? “Serve una ricognizione vera e puntuale di quel che c’è in questa città che, ripeto, è una bomba sociale. Una ricognizione che ci metterebbe al riparo anche dalle false povertà. Perché vi sono. Dalla chiusura del Conventino continuo a denunciare il venir meno di servizi nell’indifferenza generale. La Caritas è assente. Il politico di turno fa assistenzialismo spicciolo, di facciata. Qui si muore. E muore la dignità. Ho visto il servizio giornalistico che voi di Foggiatoday avete realizzato sulla famiglia Patierno: ma le pare possibile che nel 2019 si sia ancora in queste condizioni?". Emergenza senzatetto, emergenza caldo, emergenza freddo, emergenza abitativa:  non sono emergenze ma fatti conclamati in città da decenni, per i quali non esiste uno straccio di programmazione. 

Poi Niglio apre un altro tema: quella dei minori non accompagnati, stranieri e non. Lui fa parte della commissione dedicata. Anche qui, assistenza sociale pari a zero. “L’assessore ai servizi sociali deve scendere per strada. Il sindaco fa bene a farsi le sue nomine ma questo settore dovrebbe tenerlo fuori dalle spartizioni e affidarlo a persone davvero competenti. Il rischio è alto”. “Ed è anche una questione di cultura – conclude Niglio amareggiato-: con tutto il rispetto per l’assessore del settore, la Cultura non sono solo spettacoli al Teatro Giordano. Perché se poi la città è culturalmente questo, assuefatta al brutto e all’indifferenza, due domande dovremmo pur porcele”.

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