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Cronaca San Giovanni Rotondo

L’associazione pro ‘Padre Pio’ scrive al Papa: “No all’ostensione di un mero manichino”

L’Associazione Pro Padre Pio intercede presso il Papa Francesco affinché ponga divieto alla richiesta di ostensione perpetua di un “mero manichino”

Il presidente dell’Associazione pro ‘Padre Pio’, l’avvocato Francesco Traversi, si rivolge a Papa Francesco per scongiurare l’ostensione perpetua della teca contenente il simulacro del corpo di Padre Pio, ricordando che la precedente “venne realizzata quale atto di carattere puramente commerciale per incrementare le entrate economiche dei Frati Cappuccini”

LA LETTERA | “Monsignor Michele Castoro, cultore di mondanità della pseudospiritualità, inebriato della luce dei riflettori, ha annunciato, a decorrere dal mese di giugno 2013, l’ostensione perpetua della teca contenente il simulacro del corpo di Padre Pio. In occasione della precedente ostensione, veniva esposto, in una teca di circa 2 metri di lunghezza, un simulacro avente somiglianza alla figura di Padre Pio, lungo 1,80 metri.

Terminata l’ostensione in data 23 settembre 2008, i resti mortali attribuiti a Padre Pio vennero riposti in un sarcofago – tempestato di gemme preziose ed oro – lungo 1,20 metri, richiuso nella cripta faraonica della nuova costruzione denominata “San Pio”. Data l’evidente differenza di lunghezza tra il simulacro esposto ed il sarcofago richiuso nella cripta della sala faraonica, che cosa è stato effettivamente riposto in detto sarcofago? e cosa è effettivamente stato esposto al pubblico?

Si rileva che detta precedente ostensione venne realizzata non per stimolare i fedeli al risveglio della fede, ma quale atto di carattere puramente commerciale per incrementare le entrate economiche dei Frati Cappuccini, inebriati dallo sfarzo di oro scintillante, anzichè servire Dio servendo gli ultimi in spirito di servizio e di povertà. Peraltro, tale precedente ostensione, così come la successiva collocazione dei resti mortali di Padre Pio nella cripta faraonica dorata, creò avversione e sgomento nei fedeli, in quanto estranea ai valori ed ai principi del vissuto di Padre Pio, fondati essenzialmente sulla povertà.

L’Associazione Pro Padre Pio contestò sia l’ostensione che la nuova collocazione dei resti di Padre Pio nella nuova cripta dorata, sottolineando l’umiliazione che veniva fatta al voto che il Santo fece in vita, ovverosia quello della povertà, riponendolo nella sala faraonica ricoperta da 120 kg di oro. Inoltre, il numero dei fedeli che si recano in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, a seguito di tali mutamenti, è passato da circa sei milioni all’anno a poche centinaia di migliaia, indice della contrarietà dei fedeli  all’operato dei Frati Cappuccini, con la speciale permissione del Vescovo pro tempore.

OSTENSIONE PADRE PIO: SI O NO?

A fronte di quanto sopra, l’Associazione Pro Padre Pio si interroga su quale sia la reale finalità della volontà di esibire un simulacro di Padre Pio, se non quella caratterizzata dal mero arricchimento materiale, non di certo morale, in quanto priva di qualsivoglia stimolo per i fedeli per l’accrescimento della loro fede. L’Associazione Pro Padre Pio, genuflessa, intercede presso il Papa Francesco, affinchè ponga divieto alla richiesta di ostensione perpetua di un mero manichino.

Inoltre, si coglie l’occasione di evidenziare a Papa Francesco che, nel mese di novembre 1998, una delegazione presieduta dal Cardinale Silvio ODDI, delegata per la ricognizione delle spoglie mortali di Padre Pio, dopo aver aperto il sarcofago di questi, allocato all’interno della cripta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, lo rinvenne vuoto: Dio nella sua infinita misericordia ha anticipato la resurrezione di Padre Pio, anzichè attendere l’ “ultimo giorno” come per ogni altro mortale. Voglia Papa Francesco dichiarare luogo sacro la cripta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, ad onore e gloria di Dio Padre Onnipotente.

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