Scoperto pericoloso giro di sostanze dopanti: alteravano le prestazioni degli atleti, indagati culturisti di 33 province
Importavano dall'est, Polonia e Bulgaria, nandrolone, testosterone, ormone della crescita e steroidi anabolizzanti e poi li rivendevano negli ambienti delle palestre proponendoli attraverso i social
Anche a San Severo, nell'abitazione di un individuo che applica la disciplina del culturismo, sono state eseguite perqusizioni disposte dalla Procura di Ascoli Piceno nell'ambito dell'operazione 'Easy Muscles' con la quale i carabinieri del comando provinciale di Ascoli Piceno e del N.A.S. di Ancona che ha consentito di disarticolare una rete composta da decine di soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di ricettazione, utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, nonché importazione illegale e vendita di medicinali al pubblico a distanza mediante i servizi della società dell'informazione senza autorizzazione.
Nel corso delle perquisizioni avvenute nelle province di Ascoli Piceno, Bari, Barletta-Andria-Trani , Brescia, Cagliari, Cremona, Ferrara, Foggia, Latina, Lodi, Lucca, Massa Carrara, Messina, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pesaro-Urbino, Reggio Calabria, Roma, Savona, Siracusa, Taranto, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Varese e Viterbo, sono state trovate migliaia di confezioni di farmaci ad effetto dopante, tra cui nandrolone, testosterone, ormone della crescita e steroidi anabolizzanti.
L’indagine, iniziata nel 2018 nelle Marche, si è presto allargata a tutta Italia, ha consentito di individuare decine di persone, atleti di varie discipline sportive e frequentatori di palestre, avvezzi all’acquisto e alla commercializzazione di farmaci ad effetto dopante importati da paesi dell’est Europa come la Bulgaria e la Polonia.
L’impegno, sviluppato dagli investigatori dell’Arma anche con attività tecniche, ha consentito complessivamente di ricostruire i ruoli e le funzioni degli indagati, residenti in 30 distinte province ed impegnati, con una struttura reticolare, a proporre tramite vari social in tutto il territorio nazionale, sia a consumatori che a rivenditori al dettaglio, ingenti quantitativi di farmaci ad effetto dopante; di accertare che i soggetti importassero illecitamente i dopanti dalla Bulgaria e dalla Polonia, per poi rivenderli in tutta Italia attraverso la fitta rete dei coindagati; di quantificare, anche attraverso l’analisi di conti correnti, le transazioni avvenute sulle carte di pagamento e le spedizioni postali, un giro d’affari stimato in oltre 500mila euro annui; di riscontrare l’utilizzo di ricette mediche falsificate, da parte di alcuni indagati, al fine di approvvigionare ulteriori prodotti, provenienti dal circuito regolare nazionale.