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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Processo alla Società foggiana, le vittime 'disertano' l'aula: nessuna si costituisce parte civile

E' iniziato nell'aula bunker di Bitonto il processo ai 29 imputati di "Decima Azione", accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione. Presente il Comune di Foggia. Le vittime no. Silvis: "Hanno ancora paura"

Nessuna delle vittime della mafia del racket si è costituita parte civile contro gli imputati nel processo “Decima Azione” iniziato presso l’aula bunker di Bitonto. Ne dà notizia la Gazzetta di Capitanata. Alla sbarra ci sono ci sono 29 imputati accusati a vari titolo di associazione mafiosa quali affiliati ai clan Moretti/Pellegrino e Sinesi/Francavilla. 28 foggiani  e 1 garganico. L’operazione risale al 30 novembre scorso, quando vennero emesse trenta ordinanze cautelari in carcere. Ci sono anche i capi mafia Rocco Moretti, Vito Bruno Lanza e Roberto Sinesi. Nell’aula bunker si sono ritrovati “solo” il gup di Bari Giovanni Anglana, il pm della Dda Federico Perrone Capano, il robusto collegio difensivo, due imputati e gli altri in videoconferenza dalle carceri in cui si trovano attualmente. Parte civile si è costituito il Comune di Foggia, quale portatore di interessi di una città “assediata dalla Società foggiana”. Nessun altro. Delle 21 vittime individuate dai pm della Dda di Bari e invitate a presentarsi per costituirsi parte civile, nessuna l’ha fatto.

“E’ un percorso non semplice” dichiara a Foggiatoday la vicepresidente nazionale di ‘Libera contro tutte le mafie’, Daniela Marcone. “Anzitutto va detto che è molto positivo che lo abbia fatto il Comune di Foggia. Riguardo alle vittime, il percorso della scelta di costituirsi parte civile non è semplice perché ti aspetti che sia lo Stato a fare giustizia. Rendersi protagonisti di un processo, guardare il proprio aguzzino negli occhi, è uno scatto che va elaborato dal punto di vista culturale”. “Senza voler emettere giudizi – continua Marcone-, comprendo che sia difficile in un territorio come questo, ma alle vittime va detta una cosa importante: rendersi presenti è spesso un aiuto per i pm, che hanno bisogno di un supporto concreto e simbolico. La parte civile può muovere le cose, suggerire, aiutare. Io, se avessi avuto la possibilità, lo avrei fatto. Così come lo hanno fatto le vedove Luciani. Se assurgi al ruolo di protagonista, ti rialzi, guardi il tuo aguzzino negli occhi. E questo è importante. Ma va elaborato un percorso interiore e culturale in questo senso” continua Marcone, che fa sapere di “seguire con attenzione” questo processo.

“Hanno avuto paura”. E’ secco Piernicola Silvis, ex Questore di Foggia, conoscitore, da foggiano ancor prima che da uomo in divisa, delle dinamiche della realtà dauna. Nel corso del suo mandato a capo della Polizia di Foggia, Silvis ha più volte spronato la società a fare la propria parte, a denunciare, rassicurando sulla presenza dello Stato. Questa è una sconfitta? “Premesso che ciascuno è libero di fare ciò che vuole – esordisce quando lo contattiamo-, è palese che i motivi di questa mancata presa di posizione giudiziaria delle vittime stanno nel timore di esporsi nei confronti degli arrestati. Ecco perché possiamo fare tutte le operazione di Polizia che vogliamo ma fino a quando non cambierà l’anima di questa città, sarà difficile andare da qualche parte. E’ la gente che ci vive che deve sentire la spinta interiore a ribellarsi, a combattere. Se non la fa è perché ha paura, e questo nonostante la presenza dello Stato. Ma è importante continuare a dire che quando lo Stato ti dà una mano, tu devi stare tranquillo, perché i mafiosi non sono stupidi: si accaniscono contro i deboli, non contro chi si fortifica affidandosi allo Stato. Se si fossero presentati in quell’aula probabilmente questa sensazione di forza l’avrebbero recepita bene”.

Sono 26 su 29 gli imputati che hanno chiesto o chiederanno il rito abbreviato. Per altri tre possibile il rinvio a giudizio. Qui tutti i nomi

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