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Cronaca San Severo / Via Rodi

"Roberta era aperta alla vita". La famiglia Perillo attraverso gli avvocati: "Non vogliamo vendetta ma giustizia!"

Il 17 luglio si terrà l'esame autoptico sul cadavere della 32enne uccisa a San Severo. L'avv. De Rossi: "Quanto alla richiesta di perizia psichiatrica formulata dall’indagato, stiamo già lavorando con impegno per scongiurare l’evidente tentativo di minimizzare la gravità del fatto"

Non cercano vendetta, ma giustizia per la figlia, Roberta Perillo, la 32enne uccisa lo scorso giovedì pomeriggio, a San Severo, dall'ex fidanzato reo confesso, Francesco d'Angelo. Per questo motivo, i genitori, Giuseppe Perillo e Valentina Frau, hanno dato incarico agli avvocati Guido de Rossi e Consiglia Sponsano di San Severo di assistere loro nel procedimento penale pendente dinanzi alla Procura della Repubblica di Foggia in fase di indagini, affidate al dott. Alessio Marangelli.

In attesa di indicare il proprio consulente in vista dell’esame autoptico fissato il 17 luglio prossimo e di assumere ogni altra iniziativa, l’avvocato Guido de Rossi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “San Severo non è certamente un’isola felice sotto il profilo della sicurezza sociale, ma quel che è accaduto a Roberta ha una sua drammatica specificità, che si pone al di fuori dei perversi equilibri della criminalità locale, ed esprime un disvalore per certi aspetti più grave e ignobile, perché colpisce la dignità e la fierezza di una ragazza aperta alla vita e di tutte le donne di questa nostra città martoriata".

"Si fa un gran parlare di violenza di genere, ma serve a poco se alle parole e alle stucchevoli vetrine di tanti convegni  non segue la forza e l’autorevolezza della risposta dello Stato, come auspico accada per Roberta", continua. "Quanto alla richiesta di perizia psichiatrica formulata dall’indagato, devo dire che stiamo già lavorando con grande impegno per scongiurare l’evidente tentativo di minimizzare la gravità del fatto provando ad accreditare l’ipotesi di un’incapacità psichica che la stessa dinamica degli eventi esclude radicalmente, ove solo si consideri la freddezza e la lucidità manifestata dal D’Angelo nelle scelte operate nell’immediatezza del fatto. Lasciatemi dire con orgoglio”, ha concluso il legale, “che i genitori della nostra Roberta non sono animati da sentimenti di vendetta, ma da un legittimo anelito di giustizia e di verità”.

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