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Addio ad Antonio Morelli: grazie a lui i foggiani hanno scoperto l'amore per gli scagliozzi

Aveva 97 anni. Iniziò a realizzare e vendere scagliozzi sin dal Dopoguerra. Alcuni dei suoi sette figli hanno seguito le sue orme, come Benedetto, storico 'scagliozzaro' di via Capozzi

Panetti di polenta fritta, tagliata a fette dalla forma triangolare, che poi vengono fritte. La semplicità che diventa magia, la tradizione che non tramonta mai e si sposta di generazione in generazione. Gli scagliozzi a Foggia sono una istituzione da tempo immemore. E con essi anche chi li realizza e li vende. Perché quando devi comprare gli scagliozzi è automatico pensare anche al nome dello “scagliozzaro”.

Come quello di Antonio Morelli, scomparso alcuni giorni fa all'età di 97 anni. Lui è stato il primo a Foggia ad avviare questo tipo di attività. Alcuni dei suoi sette figli hanno seguito le orme paterne, come Benedetto, titolare della scagliozzeria di via Capozzi dal lontano 1973 (in via Lucera e via Matteotti ce ne sono altre due della famiglia Morelli, ndr) insieme a sua moglie Antonietta.

Ma il mito degli scagliozzi risale a molti anni prima. La prima scagliozzeria sorse in via San Severo, in un negozio piccolo che era anche la casa della famiglia Morelli; subito dopo Antonio si spostò al mercato coperto di via Arpi e ancora in via Matteotti, dove oggi gli scagliozzi li fa suo nipote.

All'epoca un solo triangolino di polenta costava 5 lire, e la vendita avveniva anche in strada e nelle cantine. Al “corriere” degli scagliozzi andava una percentuale della vendita. Ma qual è il segreto del suo infinito successo? Farina di mais e acqua, impastata rigorosamente a mano, “perché con le macchine l’impasto è troppo duro”, precisa Benedetto, 70 anni e a un passo dalla pensione. "Il ricordo di mio padre? Mi faceva tanto lavorare (sorride, ndr). Ricordo che prima si usavano i carboni per alimentare il fuoco, e gli scagliozzi venivano cucinati in un tegame grande”.

Adesso, invece, ci sono le friggitrici. La tecnologia ha cambiato i metodi per cucinarli, quelli per realizzarli sono gli stessi di settant’anni fa. Ciò che invece difficilmente muterà è l'amore dei foggiani per gli scagliozzi, indissolubile pezzo di storia, anello di congiunzione tra vecchie e nuove generazioni.

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