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Cronaca Manfredonia

Manfredonia: “In nome del popolo inquinato” contro l’inceneritore Borgo Tressanti

E' tutto pronto per la manifestazione organizzata dal comitato spontaneo contro gli inceneritori di Capitanata. "Questo giorno dovrà servire a lanciare un segnale di speranza, perché può esistere la giustizia ambientale"

Il 9 aprile ricorre il 14° anniversario della morte di Nicola Lovecchio, il caporeparto che con le sue ricostruzioni autodidatte diede inizio al processo contro i dirigenti del petrolchimico dell'ENI a Manfredonia, la "Seveso del sud".

Per l’occasione il “Comitato spontaneo contro gli inceneritori di Capitanata” organizza una manifestazione per dire no al termovalorizzatore del gruppo Marcegaglia in contrada Paglia località Borgo Tressanti nell’area sipontina a metà strada tra Manfredonia e Cerignola.

Riportiamo di seguito il testo integrale dell'appello a manifestare scritto e pubblicato dal Comitato

Nel 1976 in seguito a un'esplosione, una nube di arsenico si disperse sulla città, depositandosi sui terreni tutt'intorno. L’incidente fu da monito per chi, prim'ancora di Chernobyl, aveva individuato il Tavoliere come terra adatta alla costruzione di centrali nucleari, secondo il Piano Energetico Nazionale del 1975.

Purtroppo, da allora si è continuato a seguire un modello di sviluppo, che contrappone le tutele ambientali e la salute al lavoro (o, semplicemente, alla sua promessa), calpestando così diritti sanciti comprimariamente dalla Costituzione”. “In nome della crescita economica le amministrazioni hanno imposto, in seguito alla chiusura dell'Enichem, una reindustrializzazione forzata dell'area del Golfo attraverso nuovi 'impianti insalubri di I classe' come la vetreria Sangalli, insediatasi nella medesima zona che sarebbe stata in realtà da bonificare, ed ancora oggi con la costruzione dell'inceneritore ETA-Marcegaglia.

Un inceneritore da 135.000 tonnellate di rifiuti all'anno che l'amministrazione di Manfredonia scelse ormai un decennio fa di collocare ai confini estremi del proprio territorio, vicino a Borgo Tressanti, la borgata più popolosa di Cerignola, ripetendo quello che Monte Sant'Angelo aveva fatto col petrolchimico in località Macchia.

Dopo anni di proteste, blocchi e occupazioni da parte della popolazione, l'azione del coordinamento ha spinto nel febbraio 2011 il Comune di Cerignola , coadiuvato dai Cinque Reali Siti, ma non da Foggia e Zapponeta, a inoltrare ricorso speciale al Presidente della Repubblica.

Ma Marcegaglia ha annunciato la propria volontà di conclusione dei lavori entro l'estate, nonostante l'assoluta gravità di alcuni punti del ricorso attualmente all'attenzione del Consiglio di Stato: l'assoluta mancanza di democrazia nelle procedure di valutazione d'impatto ambientale, i rischi di inquinamento della falda acquifera e di desertificazione di una zona vocata all'agricoltura di qualità e, quindi, tutelata dalle normative europee, la minaccia per la biodiversità in un'area circondata da ben cinque aree protette, la mancanza di tutele per la salute dei residenti dimostrata da una controrelazione del dott. Stefano Montanari.

Crediamo che questi motivi dovrebbero indurre qualsiasi amministratore sano dal punto di vista della condotta morale e politica ad adottare provvedimenti immediati di autotutela, e ci rivolgiamo alle autorità che sappiamo essere competenti per questo.

Nei mesi scorsi abbiamo rivolto una lettera al sindaco di Manfredonia, invitandolo a riesaminare l'autorizzazione sanitaria all'impianto, rilasciata dal suo predecessore Paolo Campo, avvalendosi di perizie di esperti imparziali (fra questi, Federico Valerio), e di ritirarla in forza del principio di precauzione. Infatti, la legge attribuisce al sindaco, in quanto massima autorità sanitaria locale, precise responsabilità.

Visto l'inaccetabile silenzio che sta calando sulla situazione descritta, facciamo a tutti i cittadini, alle associazioni di categoria e ambientaliste, alla società civile ed, infine, alle Amministrazioni, un appello a fare uno sforzo organizzativo e a partecipare il 9 aprile alla giornata di mobilitazione: questo giorno dovrà servire a lanciare un segnale di speranza, nel senso che può esistere la giustizia ambientale, come dimostrarono le donne sipontine che andarono a Bruxelles nel 1988, e a commerare tutti coloro i quali, in questo pezzo di Italia, sono morti, perché “il prioritario diritto alla salute è stato subordinato al profitto" (Nicola Lovecchio).

Per aderire all'appello, potete contattarci sul gruppi facebook del "Comitato Spontaneo contro l'inceneritore di Borgo Tressanti" o del "Movimento Social-Sipontino" oppure mandare una mail a nonceneritorecerignola@gmail.com con il nome dell'associazione/gruppo (oppure nome e cognome in caso di adesione personale) e città.
 

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